Cataratta. Ultime frontiere
Per esperienza diretta o indiretta, tutti ormai sanno che cosa si intende per cataratta. È frequente che qualche amico o familiare ne abbia sofferto.
L’opacità del cristallino e la sua perdita di trasparenza determinano un calo visivo, visione annebbiata, sdoppiata, con perdita di sensibilità al contrasto e di qualità dei colori. Spesse volte gli occhiali non vanno più bene e anche il cambio lenti non è efficace. In alcuni casi ci si accorge di un miglioramento della visione da vicino. In poche parole si evidenzia una riduzione della qualità di vita del paziente.
Escludendo la forma di cataratta traumatica o patologica, l’opacità del cristallino è un processo fisiologico che aumenta con il passare degli anni, ma che comincia a dare problemi visivi già in età più precoce.
Il cristallino nella età giovanile è perfettamente trasparente ed elastico, caratteristiche che permettono di vedere nitido alle varie distanze. Già dopo i 40/45 anni, la lente tende a perdere gradatamente l’elasticità, provocando il sopraggiungere della presbiopia, cioè la necessità di occhiali di diversa gradazione per vicino e per lontano. Spesso, tale rigidità si associa a graduale perdita di trasparenza. Stili di vita poco sani e l’uso di determinati farmaci possono velocizzare il processo di invecchiamento.
Trent’anni anni fa il paziente tipico aveva 75-85 anni. Negli ultimi decenni la fascia di età si è abbassata a 60-70 anni, con un aumento di pazienti per cataratta anche nella fascia dei 50-60 anni. L’intervento di cataratta rappresenta una delle chirurgie più richieste: in Italia si effettuano quasi 600 mila interventi all’anno e sicuramente la domanda continuerà ad aumentare.
La tecnica chirurgica, l’esperienza e l’uso di attrezzature di ultima generazione permettono di rendere l’intervento sicuro al 99% e il tasso di precisione sempre più alto. L’esperienza del paziente in sala operatoria deve essere assolutamente indolore e psicologicamente non traumatica. Tutto ciò è possibile grazie alla presa in carico del paziente, la scelta anestesiologica condivisa e il supporto di una eventuale sedazione.
Un percorso clinico a ridotto impatto di stress che, da anni, attuiamo nella nostra Unità Funzionale di Oculistica di Sesto San Giovanni, coinvolgendo sia la figura del medico che quella del personale sanitario e non sanitario all’ iter diagnostico/terapeutico.
L’intervento di cataratta, di per sé affatto semplice e privo di rischio, eseguito sotto microscopio operatorio, è reso rapido e sicuro dalla tecnica chirurgica, dall’esperienza e dal supporto tecnologico. Non richiede ricovero se non in casi eccezionali e si svolge quindi in regime di Day Hospital, preceduto da un breve prericovero finalizzato alla presa in carico del paziente. I risultati visivi sono ottimi e nell’iter di prericovero del paziente si cerca di ottimizzare il risultato visivo finale con riduzione dell’uso degli occhiali. La scelta del cristallino artificiale da impiantare, che ricordo essere una protesi, nella maggioranza dei casi monofocale in pazienti che si avvalgono del SNN, permette di raggiungere una buona indipendenza da occhiali nella visione da lontano. Nei pazienti già miopi, quindi abituati ad una buona visione da vicino senza occhiali, spesse volte si consiglia di utilizzare cristallini artificiali che lascino un certo grado di miopia, al fine di non modificare troppo le proprie abitudini di vita.
Come accennato precedentemente, il numero dei pazienti giovani o adulti, in fase lavorativa o freschi di pensione, persone ancora molto attive e con molteplici interessi sta aumentando. L’80% di questi, quotidianamente, dedica diverse ore all’uso del PC o smartphone oppure svolge attività hobbistiche/sportive con importante impatto visivo. La maggior parte delle volte, si tratta di pazienti che già fanno uso di occhiali da lontano e vicino o portano occhiali progressivi o lenti a contatto monofocali o bifocali.
A tali pazienti con alte esigenze di risultato (e a tutti i pazienti che vogliono risultati più performanti) è consigliato seguire un percorso personalizzato al fine di evidenziare, già in fase di visita, peculiari necessità del paziente e la presenza di difetti visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia) al momento corretti con occhiali. In questo modo è possibile confrontarsi e presentare soluzioni che più si avvicinano all’ aspettativa del paziente.
La nuova frontiera della chirurgia della cataratta non è soltanto la sostituzione della lente opaca, ma è una condivisione di risultato, in cui al paziente possono essere proposte nuove prospettive, come l’utilizzo di cristallini artificiali Premium, di ultima generazione con geometria multifocale; trifocale; edof; a profondità aumentata di nuova tecnologia; toriche per astigmatismo. Nell’Unità Funzionale di Sesto San Giovanni siamo attrezzati con le apparecchiature più all’avanguardia al fine di inquadrare il paziente nel suo insieme, valutando: anatomia dell’occhio, studio di cornea e retina, predisposizioni patologiche, funzionalità binoculare. Inoltre, teniamo conto delle abitudini personali e degli stili di vita. È dunque fondamentale il colloquio e un confronto con il paziente al fine di condividere gli obiettivi e le possibilità terapeutiche in base allo stato di salute individuale.
Lo scopo finale dell’intervento chirurgico è l’indipendenza degli occhiali nella vita quotidiana, soprattutto da lontano e nella media distanza, con utilizzo di lenti solo per particolari esigenze. Tornare ad avere un cristallino trasparente ed elastico rimane per il momento una chimera. Attualmente, i cristallini artificiali sono rigidi, ma flessibili quanto basta per poter essere inseriti attraverso tagli chirurgici di meno di 3 mm, e danno risultati visivi molto confortanti e rappresentano la nuova sfida per la correzione della presbiopia, un modo moderno e sicuro per tornare giovani ed efficienti.
Alberto De Iaco
Responsabile U.O Oculistica
IRCCS MultiMedica