ECM – Aggiornamenti in Medicina di Laboratorio VIII edizione. Cardiotossicità e Sindrome cardiorenale: rare comorbidità o routine?
Il prossimo 24 settembre, presso l’IRCCS MultiMedica, prende il via l’8^ edizione degli “Aggiornamenti in Medicina di Laboratorio”, eventi accreditati ECM curati dal Dr. Ermanno Longhi e dal Dr. Arialdo Vernocchi rispettivamente Direttore e Consulente della Medicina di Laboratorio del Gruppo MultiMedica: un momento di informazione e approfondimento per i professionisti interessati alle novità dei diversi settori della Medicina di Laboratorio e alle sinergie tra laboratoristi e clinici in un’ottica di miglioramento continuo dei percorsi diagnostico-terapeutici
Il primo appuntamento, dal titolo “Cardiotossicità e sindrome cardiorenale: rare comorbidità o routine?”, tratta le recenti acquisizioni scientifiche di queste due importanti ed attuali condizioni cliniche.
Gli importanti risultati ottenuti nel trattamento di molte malattie neoplastiche hanno portato ad un significativo aumento della durata media della vita non senza, però, produrre effetti collaterali associati all’aggressività del trattamento antitumorale.
L’efficacia clinica della chemioterapia infatti è spesso limitata dall’effetto cardiotossico.
Un aspetto non secondario, visto che la cardiotossicità è in continuo aumento per il crescente numero di pazienti sottoposti a trattamento chemioterapico e per l’introduzione di nuovi farmaci antitumorali più aggressivi.
Le strategie di identificazione precoce dei pazienti a rischio di sviluppare la cardiotossicità da farmaci chemioterapici richiede una cooperazione multidisciplinare fra l’oncologo, il cardiologo ed il professionista della Medicina di Laboratorio.
Negli ultimi anni, infatti, oltre agli strumenti diagnostici, evidenze scientifiche dimostrano l’utilità clinica di alcuni marcatori biochimici cardiospecifici, come le troponine, che hanno dimostrato avere un’elevata efficacia nell’evidenziare il danno da chemioterapici.
La seconda parte della giornata è incentrata sul tema dell’associazione tra il declino della funzione renale ed il rischio cardiovascolare. Evidenze scientifiche dimostrano che in pazienti con malattia renale cronica le malattie cardiovascolari sono più frequenti e più gravi rispetto ad individui con funzionalità renale nella norma. Inoltre spesso in questi pazienti le malattie cardiovascolari non sono riconosciute precocemente e non sono adeguatamente trattate.
La diagnosi precoce di malattia renale cronica ed il riconoscimento altrettanto tempestivo di complicanze cardiovascolari richiedono il coinvolgimento del laboratorio clinico nella determinazione dell’albuminuria e dei peptidi natriuretici ma anche per convalidare l’efficacia diagnostica di nuovi biomarcatori di lesione renale.