“Mi piacciono le famiglie numerose, ma non pensavo così tanto”
Ma sarà poi così vero che non esiste altro luogo ricolmo d’affetto come la famiglia? E se fosse che la famiglia è anche là dove ciascuno decidesse di giocarsi ed entrare in relazione profonda con gli altri?
Carmen Sommese ha le idee chiare: c’è famiglia dove ci sono rapporti – di sangue, di affetto o di collaborazione -che riescono a cambiarti, a giovarti, a farti sentire parte di un gruppo affiatato. C’è famiglia quando riesci a creare dei rapporti basati sulla fiducia e sul sostegno reciproco.
Ogni giorno, nel suo ruolo di Direttore Sanitario aziendale del Gruppo MultiMedica, Carmen svolge un compito impegnativo: conoscere i bisogni e le esigenze di cittadini per trovare risposte professionali (e umane) di valore. Un incarico di stampo clinico organizzativo di alta responsabilità, ma che con somme, totali e tabelle ha ben poco da spartire. Prima vengono l’ascolto e il dialogo. Anche il cosiddetto “problemsolving” è qui ricontestualizzato perché c’è di mezzo la serenità di coloro che a te si affidano. È questione di stile, come decidere di affrontare le sfide. Non a caso Carmen parla del Gruppo MultiMedica come di “una grande famiglia”.
Perché quando si lavora gomito a gomito con un affiatato gruppo di colleghi e collaboratori per molti anni, è inevitabile – e allo stesso tempo – auspicabile, che si crei un rapporto di reciproca stima e fiducia , insomma una famiglia “professionale!”.
“Difficile staccare dal lavoro – racconta Carmen Sommese -. Ogni giorno ci si ritrova a confrontarsi con problematiche che, oltre ad avere dei risvolti ‘organizzativi ed economici’, presentano importanti aspetti che impattano sulla dimensione “umana” delle persone e dei loro bisogni. Migliorare la qualità di un servizio al pubblico è anche questo, confrontarsi continuamente e questi pensieri non sempre riesci a lasciarli fuori dall’ufficio”.
Fuori dall’ospedale, Carmen ha una famiglia altrettanto numerosa. Tre nipoti vulcanici e due sorelle, una mamma e un marito da amare. In famiglia il tempo è trasformato: quando anche è poco può avere una potenza di azione che riempie la vita.
“Sono la più piccola di tre sorelle – aggiunge Carmen – e da sempre siamo stati una famiglia affiatata. Abbiamo cambiato città e siamo ripartiti da zero, essere uniti è stata la nostra forza. Oggi questo legame è moltiplicato dall’affetto per i miei tre nipoti ventenni con cui condivido molti passaggi della loro età. Con loro si è creato un legame “speciale” fatto di complicità e condivisione di emozioni, viaggi… e progetti di vita.
Adesso li sto accompagnando in un bel proposito che mette insieme il loro estro, il loro coraggio e il loro gusto. Siamo già dentro una bella avventura “imprenditoriale”, la Marsi art in begs, legata alla moda, e io sono molto contenta di poter essere per loro una figura su cui contare”.
Resta tempo per altro? Certo, quando si è donne acrobate. E così sì alle lezioni di tango, allo sport all’aria aperta e sì alle uscite in Ducati per le gite fuoriporta, passione da marito che non può non essere condivisa!