Il paziente cardiovascolare e la gestione domiciliare: from bench to bedside… to home sweet home
Perché un’intuizione diventi un’innovazione occorre che la novità risulti alla portata di tutti e che il ricercatore si faccia ancora più determinato quando si tratta di migliorare la vita delle persone più fragili. Questo elemento pesa in modo fondamentale nella ricerca in campo biomedico e biotecnologico : dal banco di laboratorio al letto del paziente (“from bench to bedside”) è il mantra a cui la comunità scientifica ricorre, e deve fare riferimento quando si parla di ricerca traslazionale. Questo perché gli stimoli per affrontare nuove problematiche e sconfiggere malattie attraversano un solido ponte che collega l’esperienza e l’osservazione quotidiana del medico al guizzo e alla curiosità scientifica del ricercatore.
Se poi questo ponte trova fondamenta solide nella ricerca di base portata avanti in laboratorio e nella ricerca clinica condotta con il coinvolgimento diretto del paziente, ecco che allora la volontà di favorire e migliorare i processi di diagnosi, cura e riabilitazione sviluppando nuovi prodotti, modelli e servizi trova un percorso ideale.
Il Progetto “Care me” per il monitoraggio cardiologico a distanza
Con lo scopo primo di transitare dalla medicina curativa a quella predittiva, la ricerca scientifica del Gruppo MultiMedica ha costruito questo ponte per la cura che ha i suoi basamenti presso il Polo Scientifico e Tecnologico milanese dedicato alla ricerca di base, e presso l’IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni. Le cinque linee di studio per l’ambito cardiovascolare, in particolare, intendono affrontare la problematica dell’insufficienza cardiaca attraverso vari approcci volti a conoscerne le cause, studiare nuovi target terapeutici e realizzare nuovi strumenti di supporto, sempre nell’ottica di migliorare la qualità della vita del paziente.
Sta portando interessanti risultati il progetto “Care me”, ideato dal Dr. Edoardo Gronda, che mette la tecnologia a disposizione dei pazienti cardiologici complessi, facilitando un nuovo sistema di monitoraggio a distanza e migliorando così la qualità della vita soprattutto delle persone più anziane.
A latere del progetto CARE ME ma in diretto contatto con esso è in sviluppo una piattaforma per la gestione domiciliare dell’ammalato complesso cardiovascolare. La telecardiologia è una possibilità comprensibile (abbordabile) e facilitante la gestione di pazienti fragili affetti da patologie croniche complesse e spesso in età avanzata.
A questa popolazione è rivolto il progetto del Professor Emilio Vanoli e del suo gruppo di lavoro. “L’obiettivo – spiega Vanoli – è un modello di gestione del paziente cardiopatico cronico che comprenda una sua valutazione complessiva in ambiente controllato. La valutazione avviene anche attraverso un attento studio funzione del controllo dell’apparato cardiovascolare da parte del sistema nervoso autonomo. La logica sottostante è dettata dal fatto che le uniche terapie efficaci nello scompenso cardiaco sono quelle che modulano l’attivazione neuro umorale (i bloccanti dei recettori cardiaci per le catecolamine e gli inibitori dell’enzima che porta alla formazione dell’angiotensina, ACE inibitori,) La nuova frontiera della terapia delle malattie cardiache complesse è oggi la stimolazione o il taglio di nervi che controllano l’attività cardiaca. Capire come funziona il sistema che controlla il cuore è di ovvia fondamentale importanza per trattare al meglio i pazienti in questo contesto. In MultiMedica sono in corso di valutazione innovativi dispositivi hardware e un software che, in modo totalmente autonomo, cioè senza un intervento diretto del paziente, faccia comunicare i dispositivi impiantati in modo permanente nel cuore (defibrillatori e/o pace-maker) o registratori temporanei esterni tra loro e invii i dati raccolti allo specialista. L’attuale tecnologia fornisce già molte possibilità, ma la vera sfida è leggere i dati tempestivamente coinvolgendo la rete terapeutica territoriale e assicurando al paziente un approccio completo”.
L’importanza del monitoraggio in tempo reale
L’assistenza, dunque, si fa intorno al cittadino utente, la prevenzione e il monitoraggio corrispondono e la qualità della vita del paziente con scompenso cardiaco cronico migliora in quanto si può intervenire immediatamente dopo aver riscontrato i primi segnali di anomalie, anche al domicilio del paziente o con il supporto dei Medici di Medicina Generale, riducendo significativamente il ricorso a strutture ospedaliere per i più comuni esami diagnostici. Con una presa di corrente e una linea telefonica (i nuovi apparecchi sono dotati di SIM dedicata), infatti, il paziente cardiovascolare può in autonomia interagire da casa con lo specialista fornendo informazioni su glicemia, ECG, frequenza cardiaca e respiratoria, ritmo, impedenza toracica, saturazione dell’ossigeno.
Come avviene questa comunicazione? Attraverso innovativi apparecchi che dialogano tra loro:un dispositivo portatile indossato dal paziente comunica i dati cardiaci a un “modem” domestico via bluetooth, e da qui i dati sono inviati attraverso la rete cellulare al laboratorio di ricerca per la lettura da parte del personale specializzato. Il team di Vanoli si sta occupando anche della sperimentazione di piattaforme informatiche avanzate web-based. Il sistema funziona anche durante un evento “acuto”: il paziente con dolore toracico di possibile origine anginosa potrà trasmettere per via telefonica il tracciato cliccando semplicemente un bottone del suo dispositivo portatile.
“Fare rete è necessario – aggiunge il responsabile della ricerca – per rispondere alla crescente domanda di assistenza per scompenso cardiaco e patologie croniche. Stiamo lavorando affinché tutti i sistemi di registrazione siano integrati nell’ambito del Sistema Informatico Sanitario per permettere a medici e operatori sanitari di utilizzare queste informazioni. I vantaggi sono numerosi: il minore ricorso all’ospedalizzazione; la riduzione dei costi di assistenza al paziente cardiopatico complesso e il risparmio di costi sociali (come la presenza dei familiari per le visite e i controlli). Inoltre, questi dati saranno a disposizione del Medico di medicina di base. A tal proposito nel territorio di Cologno Monzese è attiva una collaborazione per la creazione di una Unità di Cure Complesse Primarie (UCCP) dove gli specialisti di MultiMedica opereranno in supporto ai medici del territorio nella gestione del malato complesso e fragile e questo progetto ha già ricevuto un finanziamento ministeriale nell’ambito del Bando Conto Capitale”.
A questo va aggiunta un’attenzione specifica ai pazienti con stenosi aortica lieve-moderata asintomatica. Verrà condotto uno studio per definire il ruolo prognostico dell’ecocardiografia da stress fisico.
L’“home monitoring” ha già coinvolto oltre 300 pazienti dell’hinterland a nord di Milano. I risultati positivi sono evidenti: l’equipe di specialisti è stata in grado di gestire a distanza l’andamento dei pazienti e intervenire con adeguati cambi di terapia quando si è ritenuto necessario.