I farmaci che curano la rinite allergica possono causare problemi cardiovascolari?
ho 35 anni e da 10 soffro di rinite allergica stagionale trattata con fexofenadina. L’anno scorso, dopo nuovi test allergologici, il mio medico mi ha consigliato di cambiare antistaminico poiché la fexofenadina sembrerebbe causare problemi cardiovascolari, tra cui aritmie cardiache. Purtroppo non ho avuto benefici da altri farmaci, pertanto, sempre in accordo con il mio Specialista, vorrei tornare alla fexofenadina.
Prima di ricominciare ad assumerla, però, vorrei avere maggiori informazioni in merito agli effetti di questa sostanza sulla salute del cuore.
Risponde
Dr. Michele Lombardo,
Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia
Ospedale San Giuseppe – MultiMedica
Gentile Signore
la sua lettera solleva un problema di grande interesse, per quanto riguarda la sicurezza clinica di farmaci comunemente prescritti per varie indicazioni, con particolare riferimento a possibili effetti “pro aritmici”: in grado cioè di favorire la comparsa di aritmie ventricolari, anche gravi.
Alcuni farmaci antistaminici di prima generazione, come la terfenadina, hanno in effetti dimostrato di poter allungare, in casi rari ed in soggetti predisposti, il tempo QT. dell’elettrocardiogramma, a seguito della disomogenea conduzione dello stimolo elettrico.
La fexofenadina rappresenta un’importante evoluzione terapeutica, in quanto, non solo arriva al cervello con difficoltà, causando meno sonnolenza, ma soprattutto perché non sono state osservate alterazioni significative dell’intervallo Q-T, anche nei soggetti che hanno ricevuto dosaggi superiori a quelli comunemente impiegati nella pratica clinica.
Va comunque ricordato che la somministrazione contemporanea di verapamil (un antiaritmico), di alcuni anti-fungini (ketoconazolo, itraconazolo) e di alcuni antivirali (lopinavir, ritonavir), aumenta da 2 a 3 volte i livelli di fexofenadina nel sangue, in quanto essi agiscono sulle stesse vie di degradazione da parte del fegato.
Tuttavia questo effetto non si è tradotto nella comparsa di alterazioni significative del quadro elettrocardiografico.
Concludendo: non vi sono motivi per rinunciare all’effetto benefico esercitato dal farmaco sui suoi sintomi allergici. La prudenza suggerisce di controllare l’elettrocardiogramma in caso di contemporanea assunzione dei farmaci sopra elencati o di quelli ad azione antiaritmica