- Scintigrafia: cos’è, a cosa serve, come si svolge l’esame
- Che cos’è la scintigrafia
- A cosa serve la scintigrafia
- I principali tipi di scintigrafia
- Come si svolge una scintigrafia: preparazione, fasi e durata
- Sicurezza e radioattività: cosa sapere
- Controindicazioni e chi non può fare la scintigrafia
- Scintigrafia presso la Medicina Nucleare di MultiMedica
Scintigrafia
Scintigrafia: cos’è, a cosa serve, come si svolge l’esame
La scintigrafia è un esame di medicina nucleare che studia il funzionamento di organi e tessuti tramite piccole quantità di radiofarmaci. È una procedura sicura e indolore, utile quando è necessario osservare ciò che altri esami di imaging non riescono a mostrare.
Che cos’è la scintigrafia
La scintigrafia è un esame diagnostico che permette di osservare non solo l’aspetto anatomico di un organo, ma anche il modo in cui funziona. Per farlo, utilizza quantità molto basse di una sostanza radioattiva chiamata radiofarmaco, che viene somministrata al paziente e captata dai tessuti da analizzare.
Il radiofarmaco emette dei segnali che vengono rilevati da una speciale apparecchiatura, la gamma-camera, in grado di trasformarli in immagini. In questo modo il medico può valutare l’attività di organi e apparati in condizioni normali o in presenza di alterazioni.
Il termine scintigrafia indica proprio la registrazione di queste “scintillazioni” prodotte dal radiofarmaco, mentre l’espressione indagine scintigrafica si riferisce più in generale a tutte le procedure diagnostiche che utilizzano questo principio.
A cosa serve la scintigrafia
La scintigrafia consente di valutare il funzionamento di organi e tessuti, rilevando eventuali alterazioni metaboliche, infiammatorie o vascolari. È un esame utile sia per individuare precocemente alcune patologie, sia per monitorare nel tempo l’evoluzione di una malattia o la risposta a una terapia.
Quando viene prescritta
Il medico può richiederla per:
- chiarire un sospetto clinico non risolto da altri esami;
- studiare il funzionamento di organi come tiroide, cuore, reni o polmoni;
- valutare infiammazioni, infezioni o lesioni ossee;
- osservare irregolarità del flusso sanguigno o della funzione cardiaca;
- monitorare una terapia o l’evoluzione di una malattia.
Quali patologie può evidenziare
A seconda del distretto studiato, la scintigrafia può contribuire a individuare:
- disfunzioni tiroidee o noduli attivi/non attivi;
- riduzione del flusso sanguigno al cuore o esiti di ischemia;
- alterazioni dello scheletro, fratture occulte, infezioni o ripresa di malattia oncologica;
- patologie renali e differenze di funzionalità tra i due reni;
- problemi respiratori come embolia polmonare o difetti di ventilazione/perfusione.
I principali tipi di scintigrafia
Ogni scintigrafia è mirata a un organo o apparato e utilizza radiofarmaci specifici:
- Scintigrafia ossea: studia l’attività metabolica dello scheletro.
- Scintigrafia tiroidea: valuta la funzione tiroidea e l’attività dei noduli.
- Scintigrafia miocardica (cardiaca): analizza perfusione e funzione del muscolo cardiaco.
- Scintigrafia polmonare: esamina ventilazione e perfusione polmonare.
- Scintigrafia renale: misura la funzione renale complessiva e dei singoli reni.
- Scintigrafia total body: fornisce una visione complessiva dell’intero organismo, spesso usata nel follow-up oncologico.
- Tomoscintigrafia (SPECT): tecnica tridimensionale che offre immagini più dettagliate, talvolta integrata con TAC.
Per approfondire le differenze con altre metodologie diagnostiche, visita le pagine dedicate a:
Come si svolge una scintigrafia: preparazione, fasi e durata
La procedura è generalmente semplice e segue passaggi standard, con possibili variazioni a seconda dell’indagine richiesta.
Preparazione all’esame
Di solito non sono necessarie preparazioni particolari. È sufficiente:
- indossare abiti comodi e privi di metallo;
- portare l’elenco dei farmaci assunti;
- seguire eventuali indicazioni specifiche (come digiuno o sospensione di farmaci, quando previsto);
- idratarsi adeguatamente, se consigliato.
Come si fa l’esame
L’esame si svolge in tre momenti:
- Somministrazione del radiofarmaco: avviene tramite iniezione endovenosa, in genere ben tollerata.
- Attesa: serve il tempo necessario affinché il radiofarmaco raggiunga l’organo da studiare; può variare da pochi minuti a qualche ora.
- Acquisizione delle immagini: il paziente è posizionato sulla gamma-camera, che registra l’attività del radiofarmaco. L’esame è indolore, richiede solo di restare immobili per alcuni minuti.
La durata complessiva può variare da 30–60 minuti fino a 2–3 ore, in base al tipo di scintigrafia e al tempo di attesa necessario.
Dopo l’esame: cosa aspettarsi
Dopo la procedura si può tornare subito alle normali attività. Ecco alcuni aspetti da considerare:
- il radiofarmaco viene eliminato naturalmente nelle ore successive;
- bere acqua può favorirne lo smaltimento;
- è possibile stare vicino agli altri senza rischi: la radioattività residua è molto bassa;
- in genere non si avvertono disturbi o effetti particolari.
Il personale sanitario fornisce comunque eventuali indicazioni aggiuntive in base all’esame effettuato.
Sicurezza e radioattività: cosa sapere
Le dosi di radiofarmaco utilizzate sono molto basse e rispettano rigorosi standard di sicurezza. Per questo la scintigrafia è considerata una procedura sicura e ampiamente utilizzata.
Dopo l’esame:
- non è necessario alcun isolamento;
- il contatto con altre persone è consentito;
- in rari casi, può essere suggerito di limitare per qualche ora il contatto prolungato con bambini piccoli o donne in gravidanza, in base al tipo di radiofarmaco.
Alcuni falsi miti da sfatare:
- non si rimane “radioattivi” per giorni: lo smaltimento è rapido;
- non c’è rischio di contaminare luoghi, persone o oggetti;
- l’esame non provoca dolore né fastidi significativi.
Controindicazioni e chi non può fare la scintigrafia
La scintigrafia è adatta alla maggior parte dei pazienti, ma in alcuni casi è necessario un approfondimento con il medico. Ecco alcune casistiche particolari:
- gravidanza: generalmente controindicata per la protezione del feto;
- allattamento: a seconda del radiofarmaco, può essere necessario sospenderlo temporaneamente;
- allergie: le reazioni ai radiofarmaci sono rare, ma è importante segnalare eventuali allergie;
- claustrofobia o difficoltà a rimanere immobili: il personale può adottare accorgimenti per rendere l’esame più confortevole;
- pazienti pediatrici o fragili: possono richiedere misure dedicate.
Ogni situazione viene valutata individualmente dal medico di medicina nucleare.
Scintigrafia presso la Medicina Nucleare di MultiMedica
Affidarsi a MultiMedica significa scegliere un reparto di Medicina Nucleare specializzato, dotato di tecnologie moderne e un’équipe con esperienza consolidata. L’intero percorso diagnostico è pensato per garantire sicurezza, precisione e un’assistenza attenta in ogni fase.
Le apparecchiature di ultima generazione permettono di ottenere immagini accurate con dosi ottimizzate di radiofarmaco, integrate quando necessario con altre indagini diagnostiche per una valutazione completa e multidisciplinare.
Per maggiori informazioni o per prenotare una scintigrafia è possibile rivolgersi al CUP o utilizzare i canali dedicati indicati alla pagina prenotazioni.