L’ipotensione ortostatica, quando alzarsi in piedi fa girare la testa…
“L’ipertensione arteriosa sistemica” è una condizione molto comune nella popolazione anziana ed il trattamento ottimale non sempre è un obiettivo facile da raggiungere.
In particolare, la presenza di multipli fattori di rischio cardiovascolare, tra cui l’età, induce spesso una strategia aggressiva per il controllo della pressione arteriosa.
Tuttavia, nei soggetti anziani spesso bisogna tener conto del rischio di ipotensione ortostatica. L’ipotensione ortostatica è definita come la brusca riduzione della pressione arteriosa (quella sistolica di almeno 20 mmHg e/o quella diastolica di 10 mmHg) nel passaggio dalla posizione supina (sdraiata) a quella ortostatica (in piedi).
È una condizione che capita spesso nella popolazione più fragile. In particolare, nei soggetti che assumono più di un farmaco per l’ipertensione arteriosa ed hanno patologie cardio- e cerebro- vascolari concomitanti, l’ipotensione ortostatica è aggravata dalla disidratazione, comune nei periodi caldi non solo nei soggetti anziani, e può portare anche ad episodi sincopali (perdita di coscienza transitoria).
Altri sintomi dell’ipotensione ortostatica possono essere: capogiri, difficoltà visive (temporanea cecità o visione offuscata), vertigini, sensazioni di debolezza o affaticabilità, sudorazione, confusione e mal di testa. Inoltre, soprattutto negli anziani, c’è il rischio di cadute, che aumenta la probabilità di fratture osteoporotiche di origine traumatica. Si tratta comunque generalmente di episodi lievi che si risolvono entro pochi secondi o minuti dall’assunzione della posizione eretta e scompaiono rapidamente stando distesi; nel caso, invece, di sintomi severi, che si ripetono frequentemente o durano a lungo, o in caso di sincope, è bene sottoporsi prontamente all’attenzione medica.
Nei mesi estivi, con l’arrivo del caldo, è necessario rimodulare la terapia antiipertensiva ed assicurarsi un’adeguata assunzione di liquidi (bevendo almeno 2 litri al giorno) per evitare l’insorgenza di ipotensione ortostatica o l’aggravarsi di una condizione latente.
Con il contributo di:
Prof Gianluca Testa MD PhD Università del Molise, consulente per il Progetto Cariplo “Il midollo osseo come organo chiave nella fragilità dell’anziano”