Diverticoli: come riconoscerli e tenerli sotto controllo
I diverticoli del tubo digerente sono delle formazioni sacciformi simili a piccole tasche della parete. Possono interessare qualunque tratto digestivo ma generalmente hanno una maggiore incidenza a livello del colon sinistro.
La parete del colon presenta una struttura a strati, quattro per la precisione, che, dall’interno verso l’esterno sono mucosa, sottomucosa, muscolare, sierosa. I diverticoli si formano quando la mucosa con la sottomucosa protrudono, attraverso un’interruzione dello strato muscolare, in corrispondenza dei punti di entrata dei vasi, nella cavità addominale. I diverticoli presentano una sottilissima parete costituita essenzialmente dalla sierosa, pertanto molto delicata e potenzialmente soggetta a rotture spontanee. La presenza di diverticoli nel colon viene definita “diverticolosi” mentre se i diverticoli si infiammano generando una patologia acuta si parla di “diverticolite”.
La diverticolosi è considerata una tipica patologia occidentale, più frequente negli USA che in Europa ed abbastanza rara in Africa. Tuttavia, la prevalenza della malattia è in progressivo, costante incremento anche nelle nazioni in via di sviluppo, probabilmente in seguito al cambiamento delle abitudini alimentari. Da recenti studi è ormai assodato che la carenza di fibre nell’alimentazione determina una riduzione della massa fecale con tendenza alla stipsi. La peristalsi, che normalmente determina l’avanzamento della massa fecale, in carenza di fibre, esplica la sua forza sulle pareti coliche determinando un gradiente pressorio che facilita la formazioni di tali dilatazioni. Attualmente l’incremento numerico dei pazienti è tale da interessare circa il 65% della popolazione ultra sessantacinquenne. All’inizio il paziente può essere completamente asintomatico e solo in un secondo momento presentare un quadro sintomatologico non complicato (la cosiddetta malattia diverticolare sintomatica non complicata o SUDD), che, in circa un 20% di pazienti tenderà nel tempo ad evolvere nella vera e propria diverticolite acuta che, in circa il 15 % dei pazienti, sarà gravata da complicanze importanti quali perforazioni, fistole , stenosi, ascessi. La sintomatologia d’esordio è generalmente caratterizzata da dolori addominali, anche di modesta entità, accompagnati da sensazione di peso, localizzati in prevalenza in fossa iliaca sinistra, tendenza dell’alvo a divenire stitico, meteorismo colico. Nella diverticolosi asintomatica generalmente si consiglia un incremento di fibre nell’alimentazione, un’abbondante idratazione e attività fisica, mentre nella malattia diverticolare sintomatica alle precedenti indicazioni si aggiunge la prescrizione di Rifaximina un antibiotico non assorbibile che agisce contro i batteri aerobi ed anaerobi, Gram negativi e Gram positivi e di probiotici che agiscono sinergicamente all’antibiotico nel ripristino dell’eubiosi intestinale.
La diverticolite acuta, caratterizzata dall’acuirsi della sintomatologia addominale, viene generalmente suddivisa in “non complicata” e “complicata”. Nel primo caso alla sintomatologia si affianca il riscontro di quadri di flogosi sia endoscopici sia radiologici ma senza che vi siano lesioni quali perforazioni, ascessi, stenosi tipici della forma complicata e che possono richiedere un approccio chirurgico. In caso di acuzie si potrà ricorrente ad un periodo di digiuno o dieta liquida associata all’utilizzo di antibiotici a largo spettro quali il metronidazolo e le cefalosporine di terza generazione. Dopo un attacco acuto che, adeguatamente trattato, generalmente si risolve in circa 4-5 giorni si pone il problema di evitare riacutizzazioni. Generalmente si prescrive a tal fine una dieta ricca di fibre con idratazione adeguata e un’ulteriore assunzione di antibiotici per circa una settimana. In seguito, generalmente si faceva ricorso alla somministrazione di rifaximina per una settimana al mese. In considerazione della patogenesi infiammatoria della malattia, studi più recenti, hanno posto in evidenza che somministrando mesalazina, un farmaco antinfiammatorio generalmente utilizzato nei quadri di colite ulcerosa e Morbo di Crohn, associata ad un probiotico si ottengono lunghi periodi di remissione sintomatologica che possono raggiungere anche l’80% dei casi trattati.
Quali consigli per prevenire gli attacchi di diverticolite?
Essenzialmente bisogna cercare di ottenere un’evacuazione giornaliera di feci morbide evitando periodi di stipsi. Per ottenere ciò, è bene assumere giornalmente una quantità di fibre pari a circa 30 gr scegliendo tra frutta, verdura e cereali ma senza esagerare nell’assunzione di cibi integrali. Assumere almeno due litri di liquidi nell’arco della giornata al fine di idratare adeguatamente il contenuto intestinale. Mantenere un’adeguata attività fisica in quanto la stipsi tende a peggiorare con la sedentarietà.
È indicata l’esecuzione periodica di colonscopie di controllo?
A questa domanda ricorrente bisogna rispondere NO. La colonscopia è un esame invasivo che nel paziente affetto da diverticolosi può risultare anche pericoloso per cui va riservato a casi in cui la sintomatologia sia suggestiva per l’insorgenza di una patologia di diversa natura. I diverticoli, una volta comparsi, non regrediscono e non aggiunge nulla alla terapia la periodica verifica della loro presenza.
Emilio Beviglia, Direttore Dipartimento di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Gruppo MultiMedica