Tumori: la “Sfortuna” si combatte con la prevenzione
Di alcuni tumori conosciamo i fattori eziologici, ovvero le cause. Quello che complica il quadro è che un tumore non è dovuto, salvo in rarissimi casi, a un solo evento, ma risulta dall’accumulo nel tempo di mutazioni a carico del DNA, il nostro materiale genetico. Questi danni, per essere “cancerogeni”, devono avvenire all’interno di geni coinvolti in importanti funzioni fisiologiche e replicative della cellula.
Trattandosi dunque di un fattore “statistico” il rischio di tumore è tanto più alto quanto più il DNA si “espone” alla mutazione e questo avviene solo quando la cellula replica e il DNA dà luogo a un filamento copia destinato alla cellula figlia. E’ in questo momento che può avvenire il danno.
Una pubblicazione del gennaio 2015 dello scienziato americano Bert Vogelstein, assieme al matematico Christian Tomasetti, verteva su questo tema.
Secondo i ricercatori statunitensi, l’insorgenza è totalmente casuale per un certo numero di tumori tra quelli da loro studiati, ed è dovuta solo al numero di volte che la cellula si replica, il puro lancio dei dadi, e quindi, di conseguenza: non possiamo farci niente, le nostre staminali esistono, si dividono per funzioni fisiologiche, se siamo “sfortunati” qualcuna nel corso del processo replicativo subirà una mutazione del DNA, poi ne accadrà un’altra, fino a far sviluppare un tumore, in modo del tutto stocastico. Quindi, i due scienziati, figurativamente lasciano cadere le braccia e definiscono questi tipi di tumori frutto di sfortuna e NON prevenibili. E quindi per rimediare alla frittata dell’impatto devastante di questa affermazione si affrettano a dire che servono più diagnosi precoci.
Occorre fare un po’ di chiarezza.
Almeno per un terzo dei tumori sappiamo che sono prevenibili, e sono quelli di cui si conoscono le cause. Coi passi da gigante che stiamo facendo questo numero di tumori prevenibili è destinato a crescere. Proprio per questo la ricerca sul cancro sta focalizzando molti dei suoi sforzi non solo in terapia ma in tutto ciò che riguarda la possibilità di evitare l’insorgenza e-o la progressione di un tumore.
I fattori di rischio noti, che impattano l’incidenza della maggior parte delle neoplasie sono: fumo di tabacco, alcool, cattiva alimentazione, sovrappeso e obesità, radiazioni UV, cancerogeni chimici, fibre di asbesto, alcuni virus e batteri, geni ereditari di suscettibilità, per i tumori mammari e della prostata lo status ormonale, l’età, il genere, e infine situazioni patologiche dei tessuti, quali l’infiammazione cronica. L’ereditarietà si può conoscere per tempo con la consulenza genetica, età e sesso tutti gli altri fattori sono evitabili.
E’ importante trasmettere un messaggio: la sfortuna, anzi diciamo il caso, se non si può eludere del tutto, fa parte della nostra vita, ma può essere limitata da ognuno di noi agendo su una serie di fattori e occupandosi attivamente della propria lotta preventiva al cancro. Diciamo che è come attraversare la strada alla luce e sulle strisce pedonali: se si è proprio sfortunati si può essere travolti lo stesso, ma sicuramente rischiamo molto meno sulle strisce che attraversando un autostrada di notte in corsa e lungo una curva pericolosa.
Secondo il sito dell’AIRC, l’associazione italiana per la ricerca sul cancro, i decessi dovuti a tumori maligni in Italia sono stati quasi 173.000 nell’anno 2013 (98.000 fra gli uomini e 75.000 fra le donne) ponendo il cancro tra le prime tre cause di mortalità.
Molti di questi possono essere prevenuti: combattiamo la sfortuna diminuendo i fattori di rischio e attuando la prevenzione.