Come gestire lo stress prima di un esame medico.
Avere un po’ di tensione quando dobbiamo sottoporci a un esame è assolutamente normale. Il problema è che questa paura, talvolta, può trasformarsi in vera e propria ansia. Le motivazioni sono molteplici. Tra queste va annoverata il fatto che viviamo in una società in cui si ha la sensazione di poter controllare tutto grazie alle conoscenze e alle nuove tecnologie. Tale idea ci fa illudere di essere immortali.
Quante volte ci è capitato di considerare una persona che si ammala come “sfortunata”? Quante volte ci identifichiamo con essa pensando “come potrei viverlo, io, tutto questo?”. E’ come se l’essere malato ci riportasse ad avere il contatto con la realtà e con la nostra condizione di essere mortali.
Il problema è che il nostro corpo, per la sua complessità è destinato ad ammalarsi, ma per fortuna le conoscenze mediche hanno ridotto il rischio di mortalità e sono in grado di migliorare la qualità della vita per tantissime malattie.
È quindi importante sottolineare che la prevenzione e l’attuare con regolarità esami secondo quanto prescritto dal medico, ha un importante ruolo non solo di curare, ma anche semplificare le cure stesse.
Questo vale per chiunque. Pensiamo alla persone con malattie croniche (pazienti con patologie cardiovascolari, con patologie oncologiche) che hanno l’obbligo di sottoporsi a controlli. Per queste persone l’esame è una vera e propria spada di Damocle, il cui esito può rappresentare una recidiva o una riacutizzazione della malattia. Anche in questi casi è utile avere la forza di fare i controlli, in quanto l’esame rappresenta un modo di capire se il percorso terapeutico deve proseguire nella stessa direzione o deve cambiare.
Attenzione però a non esagerare. L’ipocondria è il rovescio della medaglia. Ossia la paura costante di avere una o più patologie. In questi casi c’è la tendenza a sottoporsi continuamente a visite e ad approfondimenti diagnostici. In problema è che in individui che soffrono di ipocondria, l’esito negativo (ossia il non avere nulla) non è sufficiente a tranquillizzare, per cui hanno la tendenza richiedere altri consulti.
Qual è quindi la via di mezzo? Avere una buon medico di fiducia, e affidarsi ai suoi consigli. Evitare di andare da troppi medici diversi, perché questo crea ancor più confusione. In alcuni casi è utile chiedere la “seconda opinione”, ma è meglio non andare oltre. Il rischio infatti è il “doctor shopping”, ossia il passare continuamente da un medico all’altro per cercare, in maniera inconsapevole, di trovare il curante che confermi la propria convinzione di avere una determinata malattia.