La tosse. Perché viene e perché non se ne va.
“Dottore, mi dia qualcosa per questa tosse che non se va”.
Sembra una richiesta banale, di facile soluzione per un medico, ma in realtà non è sempre così perché la tosse è un sintomo (non una malattia) che può accompagnare tantissime patologie: polmoniti, bronchiti acute e croniche, asma, reflusso gastro-esofageo, pleuriti, pneumotoraci, tumori, problemi cardiologici, solo per citarne alcune, e può anche essere un effetto indesiderato di alcuni farmaci.
Innanzitutto, cos’è la tosse? E’ un riflesso fisiologico, difensivo dell’organismo atto a mantenere le vie respiratorie prive di sostanze irritanti o ostruttive al fine di garantire una corretta ed efficace respirazione. La tosse, come quasi tutti ormai sanno, può essere secca o grassa (meglio sarebbe dire “produttiva”). Quest’ultima è caratterizzata dalla presenza di muco.
Passiamo quindi alle cause, che sono poi quelle che indirizzeranno la scelta della terapia.
Le cause di tosse di gran lunga più comuni sono l’asma e la bronchite. In questa stagione, in particolare, sono tipici gli episodi di tosse post-influenzale: il virus dell’influenza irrita la mucosa dei bronchi e delle vie aeree causando, in soggetti predisposti, una risposta di tipo asmatico che causa appunto la tosse. Si tratta, in questi casi, di una tosse stizzosa, che si trascina per parecchie settimane, e che talvolta può diventare produttiva, cioè “grassa”, per usare un termine noto ai più. Una corretta terapia, quando è presente una componente asmatica, con farmaci broncodilatatori e corticosteroidei, per aerosol o spray, è di grande aiuto e, spesso, risolutiva.
Teniamo conto che l’asma è una malattia molto frequente, in forte aumento anche a causa dell’inquinamento atmosferico e della maggiore diffusione delle allergie, ma ancor oggi spesso sottostimata e che spesso non viene correttamente riconosciuta e curata. Per questo è bene rivolgersi allo specialista in caso di tosse persistente, perché potrebbe essere proprio la prima spia di una forma di asma lieve ancora non riconosciuta. I sintomi dell’asma possono essere molto ingannevoli e variabili nel tempo: in un momento i disturbi possono farsi sentire e qualche minuto dopo scomparire e viceversa. Per questa ragione, quando i fastidi che si avvertono sono una sensazione persistente di “raspino” o anche una tosse transitoria, è consigliabile effettuare una radiografia del torace, una visita specialistica e una spirometria. La diagnosi è molto importante anche perché le cure oggi disponibili sono molto efficaci, con effetti collaterali davvero minimi.
Nei soggetti affetti da bronchite cronica, frequente acciacco dei fumatori e dell’età avanzata, la tosse è invece solitamente più grassa, sono più frequenti le riacutizzazioni batteriche, efficacemente trattabili con cure antibiotiche o prevenibili attraverso un adeguato trattamento medico e l’adozione di misure preventive come il vaccino antiinfluenzale e antipneumococcico (uno dei batteri più frequentemente responsabile di bronchiti e polmoniti).
Un’altra causa di tosse persistente è il reflusso gastroesofageo. Si è portati a non farci molto caso, perché apparentemente non sembra esserci una relazione tra i due fenomeni. Invece, secondo stime recenti, il reflusso acido è la terza causa di tosse cronica. Infatti l’acido dello stomaco, utilizzato per la digestione del cibo, può essere un agente irritante per l’esofago. In questo caso la tosse è spesso accompagnata da mal di gola, che indica lo sviluppo di una faringite, un processo infiammatorio a carico della mucosa faringea. Si possono verificare anche cambiamenti della voce, provocati da lesioni alle corde vocali a causa dell’esposizione prolungata a liquidi irritanti che refluiscono dal canale alimentare. Anche in questo caso la tosse può essere secca o produttiva, in alcuni casi notturna, il che incrementa il disagio a carico del paziente. Per porvi rimedio, bisogna ricorre ai rimedi validi per la cura del reflusso, in genere i farmaci inibitori di pompa protonica.
Per tutti i casi sopra descritti, è bene consultare subito il proprio medico quando il catarro è striato di sangue, o si accompagna ad altri sintomi come un calo di peso, qualche linea di febbre nelle ore serali, spossatezza generale, quando perdura per più settimane, quando non permette un sonno riposato.
È importante registrare bene i propri sintomi per potere poi raccontarli in modo preciso al proprio curante: quando si manifesta? È in relazione a particolari momenti della giornata o attività? È legata all’esposizione a certi ambienti? Cambia con le posizioni? E così via.
Una accurata anamnesi sarà di grande aiuto al vostro dottore per orientarsi tra le mille diagnosi e i tanti possibili accertamenti da prescrivere.