Alla ricerca di una pillola anti-invecchiamento
Col passare degli anni, il nostro corpo invecchia. Questo non accade solo a livello macroscopico ma interessa le singole cellule del nostro intero organismo. Alcune cellule, in particolare, possono andare incontro ad un processo che prende il nome di senescenza cellulare. Ma di cosa si tratta esattamente?
Quando una cellula diventa senescente smette di crescere e duplicarsi. Inoltre, le cellule senescenti acquisiscono quello che viene definito “fenotipo secretorio“. Con questo intendiamo che le cellule cambiano il loro aspetto e cominciano a produrre una serie di fattori pro infiammatori. Questi possono poi modificare il comportamento di altre cellule, siano queste vicine o anche molto distanti.
Generalmente il processo di senescenza cellulare è considerato protettivo per il nostro organismo. Infatti, la senescenza si verifica in cellule danneggiate e potenzialmente pericolose per il nostro corpo, impedendo per esempio la formazione di tumori. Non solo, le cellule senescenti sono fondamentali anche per altri processi fisiologici, come una buona cicatrizzazione. Cosa accade però se il numero di queste cellule diventa eccessivo? Come sempre, ciò che è sbilanciato risulta essere deleterio. Bisogna infatti ricordare che le cellule senescenti non sono inerti, ma producono numerose molecole che possono, a lungo andare, creare un ambiente favorevole allo sviluppo di diverse patologie.
È ormai assodato che ci sia un rapporto molto stretto tra la presenza di cellule senescenti e l’insorgenza di patologie associate all’invecchiamento. Per questo motivo ha iniziato a prendere piede l’idea che ridurre il numero di cellule senescenti potrebbe portare beneficio a pazienti affetti da malattie età – correlate. Come si può combattere la senescenza cellulare? A tale scopo vengono in nostro aiuto i farmaci senolitici, che sono in grado di eliminare selettivamente le cellule senescenti. I primi composti scoperti sono stati il Dasatinib e il Quercetin, la cui combinazione potrebbe essere potenzialmente efficace per combattere la fragilità geriatrica.
L’utilizzo dei farmaci senolitici potrebbe essere un valido aiuto anche per il trattamento di malattie cardiovascolari legate all’invecchiamento. Per esempio, è noto che all’interno delle placche aterosclerotiche siano presenti numerose cellule senescenti e che queste contribuiscano all’aggravarsi della patologia. L’eliminazione di queste cellule ridurrebbe il rischio di rottura della placca e quindi di trombosi. Sono stati condotti diversi studi in modelli animali murini (cioè in topo) per valutare gli effetti dei farmaci senolitici per il trattamento di patologie cardiovascolari. Ad oggi, i risultati sono ancora controversi e richiedono una maggiore comprensione dei meccanismi di azione e specificità dei diversi composti studiati.
Nonostante la ricerca sui senolitici sia ancora agli esordi, questi farmaci hanno recentemente raggiunto la fase clinica. Sebbene si tratti di uno studio condotto su un numero limitato di pazienti, l’inizio di test clinici è sicuramente incoraggiante.
La medicina può correre in nostro aiuto e i ricercatori sono sempre alla ricerca di nuovi composti capaci di migliorare la nostra salute e garantirci un buon invecchiamento.
Su una cosa sono tutti d’accordo: il primo passo per una salute duratura è uno stile di vita sano e tanta attività fisica!
Con il contributo di:
Dr.ssa Ornella Colpani, Ricercatrice Laboratorio di Ricerca Cardiovascolare Gruppo MultiMedica,
Progetto Cariplo “Il midollo osseo come organo chiave nella fragilità dell’anziano”