Neonati prematuri: come prendersene cura
Un neonato viene definito prematuro quando nasce prima della 37° settimana di gravidanza.
Esistono diversi livelli di prematurità: i bambini nati prima delle 28 settimane sono considerati estremamente prematuri, quelli nati prima delle 32 settimane sono considerati molto prematuri, e i nati tra la 34° e la 36° settimana e 6 giorni di età gestazionale vengono identificati con il nome di “late preterm“, in quanto hanno caratteristiche cliniche e assistenziali spesso più simili ai prematuri di età gestazionale inferiore che ai nati a termine.
In Europa circa il 10% di tutti i neonati è prematuro e, secondo i dati della Fondazione Europea per l’Assistenza Neonatale (EFCNI), il numero è destinato ad aumentare.
Per questo motivo, il 17 novembre di ogni anno, più di 60 Paesi rendono omaggio ai bambini prematuri e alle loro famiglie con la Giornata Mondiale della Prematurità, il cui simbolo è il colore viola. Lo scopo principale è focalizzare l’attenzione sulla prevenzione del parto prematuro e sulla realtà della nascita prematura. Le cause di un parto prematuro sono molteplici, alcune legate alla gravidanza (come ad esempio l’obesità, il fumo o il diabete materno) altre al feto (malformazioni, ecc.), ed in altri casi la causa è multifattoriale e spesso imprevedibile.
In Italia ogni anno nascono circa 40.000 neonati prematuri: tale fenomeno è ancora poco conosciuto, mentre il numero di bambini prematuri è sempre più significativo, a seguito anche del contributo delle nuove tecnologie biomediche e del miglioramento delle cure intensive neonatali. I neonati prematuri, pur sopravvivendo nella maggior parte dei casi al periodo perinatale, restano bambini molto fragili che hanno bisogno di essere sostenuti, con le loro famiglie, non solo all’interno delle Patologie o Terapie Intensive Neonatali, ma soprattutto nel loro percorso di crescita.
Sono infatti esposti ad un maggior rischio di problematiche cliniche rispetto ai neonati a termine ed in modo inversamente proporzionale all’età gestazionale: ad esempio presentano una maggior percentuale di problematiche respiratorie, metaboliche e neurologiche, e recentemente si stanno valutando anche le problematiche rispetto all’adeguata crescita auxologica a distanza e allo sviluppo neuropsicomotorio rispetto ai neonati a termine. Necessitano quindi di cure e di accertamenti supplementari sia durante la degenza che nei follow-up.
Nel nostro Ospedale nascono circa 50-60 prematuri all’anno, su un numero complessivo di neonati pari a circa 1400. Tra di essi ricordiamo il più piccolo, con una età gestazionale pari a 32 settimane e un peso di 1530 grammi. A questi neonati, se necessario, vengono eseguiti accertamenti radiologici come l’ecografia addominale e quella cerebrale, il fundus oculi e gli esami ematici di approfondimento. Particolare importanza viene inoltre riservata all’alimentazione, preferendo e favorendo il latte materno, anche se tirato dal seno, se possibile fin dalle prime ore di vita, attraverso la Minimal Enteral Feeding. Tutti vengono poi inseriti in un circuito di follow-up ambulatoriale multidisciplinare fino ai 2 anni di vita.
La sensibilizzazione di tutti verso le problematiche perinatali e dei primi mesi di vita dei nati prematuri ha lo scopo di far prendere coscienza di questa realtà, in particolare alle donne che vogliono intraprendere una gravidanza, così da mettere in atto i comportamenti preventivi possibili e consigliati per cercare di evitare un parto prematuro, ed inoltre per sostenere le famiglie nell’affrontare e superare i momenti difficili dei loro piccoli nati prematuri.
Dr. Filippo Porcelli, Direttore dell’Unità di Neonatologia, Ospedale San Giuseppe