Vitamina D e rischio di carenza da quarantena
Tra gli effetti collaterali di questi lunghi mesi trascorsi in casa potrebbe esserci, nel nostro organismo, un calo della Vitamina D, fondamentale per la salute delle nostre ossa.
Cos’è la vitamina D?
Con il termine generico di vitamina D vengono compresi una serie di composti liposolubili denominati secosteroidi, che possiedono una attività specifica indispensabile per l’assorbimento intestinale di minerali quali calcio, magnesio, fosfato, oltre ad altre importanti funzioni. La molecola attiva è un ormone a tutti gli effetti e viene denominato calcitriolo.
Come si produce?
La produzione da parte del nostro corpo (endogena) inizia dalla pelle, attraverso la quale, grazie all’esposizione al sole, viene formato colecalciferolo (vit D3). Può essere introdotta anche con l’alimentazione (in quantità comunque limitata) consumando pesce, fegato, tuorli d’uovo. Per essere funzionale, l’ormone deve subire alcune modificazioni chimiche, la più importante a carico del rene per la produzione finale del metabolita attivo: il calcitriolo.
A cosa serve?
L’ormone attivo esercita un ruolo importante sul metabolismo del calcio e del fosfato, quindi sul metabolismo osseo, oltre a possedere effetti biologici su crescita cellulare e funzioni neuromuscolari ed immunitarie. Tra le forme più gravi di deficit di vitamina D sono da ricordare il rachitismo e l’osteomalacia.
Come viene diagnosticata la carenza di vitamina D?
I livelli di vitamina D possono essere dosati nel sangue (con livelli desiderabili sopra i 30 ng/ml). Valori inferiori a 20 ng/ml indicano una carenza dell’attività biologica dell’ormone.
Si può integrare?
In caso di patologie tipo osteoporosi o osteopatie accertate, insufficienza renale cronica, in soggetti anziani ospedalizzati, durante la gravidanza o l’allattamento o in presenza di valori ematici indicativi di carenza ormonale è indicata l’assunzione di farmaci contenenti vitamina D, sotto osservazione del medico.
Per i soggetti che non corrispondono alle categorie sopracitate è sufficiente in questo periodo, come durante tutta la vita, una esposizione quotidiana ai raggi solari di 20 minuti e inserire nella dieta pesce (salmone, sardine, tonno) e uova, senza esagerare per il loro contenuto in colesterolo.
Dr. Cesare Berra, Responsabile Diabetologica Clinica, Gruppo MultiMedica
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