“Il gomito del tennista”, una patologia che non colpisce solo gli amanti della racchetta…
L’epicondilite, conosciuta a tutti come il “gomito del tennista” è una patologia fortemente invalidante a causa del dolore, della disabilità e della limitazione che crea nelle attività di vita quotidiana. La zona interessata è l’epicondilo su cui si inseriscono diversi tendini estensori del polso e della mano e che, a causa di un sovraccarico funzionale, si infiammano dando origine alla patologia in esame. Oggi si preferisce chiamarla Epicondialgia laterale ovvero infiammazione di tendini su base degenerativa.
E’ vero che colpisce solo i tennisti?
No. Statisticamente sono le donne a soffrirne maggiormente, in un’età compresa tra i 30 e i 50 anni; l’epicondilite colpisce prevalentemente l’arto dominante, sportivi o lavoratori con attività manuali composte prevalentemente da gesti ripetitivi, anche i fumatori ne sono soggetti e spesso insorge in individui in cui vi è la presenza della rottura della cuffia dei rotatori di spalla.
Il decorso della sintomatologia è abbastanza lungo dai 2 mesi a un anno circa, anche se studi recenti hanno riportato che il dolore può permanere per diversi anni o restare, più o meno, presente durante le attività che richiedono il reclutamento della muscolatura interessata.
Quali sono gli esami necessari per la sua diagnosi?
La diagnosi viene effettuata prima di tutto clinicamente con la palpazione della zona interessata (epicondilo e muscolatura estensoria) dove viene individuata l’estensione e l’intensità del dolore e supportata eventualmente da indagini diagnostiche come l’ecografia e la RMN per escludere anche la presenza di patologie specifiche del rachide cervicale.
Si può guarire?
La cura prevede l’assunzione di FANS (farmaci antinfiammatori), riposo ed applicazione locale di ghiaccio.
A seconda dell’evoluzione della patologia il medico può suggerire applicazione di alcune terapie fisiche come le onde d’urto, laser, tecar e l’inizio di un programma riabilitativo che preveda esercizi di stretching (anche con tecnica stretch and spray) e di rinforzo della muscolatura interessata, massaggio trasverso profondo, terpia manuale e l’utilizzo di un tutore da utilizzare durante le attività con lo scopo di diminuire il carico di lavoro sulla zona interessata e nei casi più ostici anche utilizzo di infiltrazioni locali cortisoniche
Nel contempo andranno modificati gli attrezzi sportivi o lavorativi che possono esser stati la causa scatenante dell’epicondilite (ad es. cambiare grandezza impugnatura racchetta, oppure cambiare tipo di racchetta in relazione al peso della stessa etc etc……)
Va ricordato come in questi ultimi anni l’applicazione del Kinesio taping stia portando grande supporto al trattamento riabilitativo nella gestione del dolore ed inibendo il la
voro della muscolatura in sovraccarico.
In conclusione l’epicondilite è una patologia di difficile gestione che causa forte disagio e che può perdurare diverso tempo. Il dolore è un segnale che non va sottovalutato, e ai primi sintomi è importante affidarsi a specialisti preparati. Fondamentale nel percorso di guarigione sarà la costanza nella cura e la modifica di gesti e/o attrezzi errati, solo così si potrà arrivare ad una regressione della sintomatologia.