Occhio al glaucoma
Il glaucoma e il campo visivo
Il glaucoma è una malattia del nervo ottico che determina una compromissione del campo visivo, cioè della nostra capacità di percepire ciò che è compreso nello spazio che sta intorno all’oggetto che sta al centro del nostro sguardo (punto di fissazione). Il campo visivo ci permette, quindi, di muoverci nello spazio e di avere il senso della profondità.
Il processo della visione è possibile perché le immagini vengono trasmesse alle aree cerebrali attraverso il nervo ottico. Il glaucoma è una malattia del nervo ottico in cui le fibre nervose degenerano attraverso il meccanismo dell’apoptosi. Le fibre nervose interessate per prime sono quelle corrispondenti alle porzioni periferiche del campo visivo. Con il progredire della malattia il paziente mantiene solo la parte centrale del campo visivo, condizione che si definisce “visione tubulare” perché il paziente vede l’ambiente esterno come attraverso un tubo o il buco di una serratura. Nelle fasi finali si verifica una completa cecità.
La perdita delle porzioni periferiche del campo visivo inizialmente non viene avvertita dal paziente e questo spiega perché il glaucoma sia un “killer silenzioso”. Infatti all’inizio solo l’oculista può accorgersi della presenza del glaucoma, attraverso l’esame del fondo dell’occhio e richiedendo opportuni esami.
La diagnosi
Il bulbo oculare ha una sua pressione indipendente dalla pressione del sangue, detta pressione endo-oculare. Questa pressione è mantenuta da un liquido prodotto all’interno dell’occhio, l’umore acqueo. L’equilibrio tra produzione e riassorbimento di umor acqueo mantiene costante la pressione endo-oculare che, per convenzione, viene considerata normale quando inferiore a 21 mmHg. Tipicamente il glaucoma si associa ad un aumento della pressione intraoculare, detto ipertono oculare.
Se questo è vero nella maggior parte dei casi, occorre specificare che l’aumento della pressione endo-oculare non è sinonimo di glaucoma. Infatti molti soggetti hanno una pressione dell’occhio superiore a 21 mmHg senza avere sviluppato la malattia. Tuttavia la pressione endo-oculare gioca un ruolo importante nello sviluppo di questa patologia e l’ipertono oculare è il principale fattore di rischio per l’insorgenza del glaucoma.
Per poter fare diagnosi di glaucoma bisogna innanzi tutto rilevare un’alterazione a carico del nervo ottico: con la perdita di fibre nervose il nervo ottico acquista un aspetto cosiddetto escavato: l’aumento dell’escavazione del nervo ottico deve far sospettare la presenza del glaucoma.
La diagnosi deve essere poi confermata dall’esame del campo visivo. Un altro esame utile a completare lo studio del nervo ottico è la tomografia a coerenza ottica (OCT), un esame molto sofisticato che consente di analizzare il nervo ottico con una risoluzione di pochi micron, consentendo in alcuni casi di effettuare una diagnosi precoce di glaucoma.
La terapia
Lo scopo di tutti i trattamenti del glaucoma, sia medici che chirurgici, è quello di diminuire la pressione endo-oculare poiché è stato ampiamente documentato che con la diminuzione della pressione si può rallentare la progressione del glaucoma. La prima e più semplice terapia consiste nell’uso di colliri ad hoc, sotto stretto controllo medico presso un Centro specializzato.
Oltre ai colliri è possibile eseguire un trattamento laser. Il Centro Glaucoma dell’Ospedale San Giuseppe, diretto dal prof. Nucci, è tra i pochi a possedere un laser per il trattamento selettivo del trabecolato (trabeculoplastica selettiva). Questo trattamento è molto efficace, presenta un ottimo profilo di sicurezza ed è ripetibile.
Come ultima possibilità alcuni pazienti possono sottoporsi all’intervento chirurgico. Esistono molte tecniche chirurgiche attraverso le quali è possibile aumentare il deflusso dell’umor acqueo e diminuire la pressione oculare. Oltre al tradizionale intervento di trabeculectomia, ancora oggi molto eseguito, la Clinica Oculistica dell’Ospedale San Giuseppe è uno dei pochi Centri in Italia in cui si utilizzano le valvole drenanti per il trattamento chirurgico del glaucoma. Le valvole drenanti sono dei dispositivi che consentono di realizzare un deflusso controllato dell’umor acqueo, garantendo un ottimo profilo di sicurezza per il paziente in termini di complicanze postoperatorie e successo dell’intervento a lungo termine e possono, in certi casi, costituire un ottima alternativa al tradizionale intervento di trabeculectomia. Il Centro Glaucoma è anche sede di ricerca ed è attualmente coinvolto in un trial internazionale e in protocolli nazionali sulla diagnosi e sul trattamento chirurgico del glaucoma.
Il glaucoma nei bambini
Anche i bambini possono avere il glaucoma? La risposta è SI. Esiste una forma di glaucoma che è presente fin dalla nascita: il glaucoma congenito. L’Ospedale San Giuseppe è uno dei pochi centri in Italia in cui i piccoli pazienti, anche neonati, possono essere operati per tutte le patologie oculari, tra cui una delle più gravi e complesse è sicuramente quella oggetto di questo articolo. Questo è possibile anche grazie alla presenza di un team di anestesisti dedicati e specializzati nella gestione del paziente pediatrico.
Inoltre, poiché il glaucoma congenito può associarsi ad altri disturbi o anomalie dello sviluppo, la gestione di questi pazienti avviene nel contesto di una equipe multidisciplinare in cui l’oculista si avvale della collaborazione di altri specialisti tra cui l’otorinolaringoiatra, il chirurgo plastico, il chirurgo maxillo-facciale, il pediatra neonatologo e l’anestesista.
Fervida, in questo ambito, anche l’attività di ricerca, spesso in collaborazione con ospedali internazionali d’eccellenza come Bascom Palmer Eye Institute della Miami University, con lo Strong Memorial Hospital della Rochester University e con la Mayo Clinic di Cleveland.