Rapporto ospedale-territorio: nuove opportunità all’orizzonte
La pandemia da Covid-19 ha mostrato chiaramente quanto sia importante stabilire una nuova sinergia tra medici del territorio e medici ospedalieri: un nuovo modello di intelligenza collettiva basato sulla collaborazione tra i medici del territorio e i medici e gli specialisti ospedalieri.
La condizione di emergenza ha fatto apparire in modo evidente le criticità del nostro sistema sanitario, ma i nostri problemi hanno radici lontane. Da anni il servizio sanitario si trova a gestire una situazione complessa. I dati ISTAT mostrano infatti da tempo l’aumento dell’attesa di vita della popolazione; si muore sempre più avanti negli anni portandosi dietro un numero sempre maggiore di comorbilità. L’Italia è fra i paesi più longevi d’Europa, insieme a Francia e Spagna, e come numero assoluto di ultracentenari l’Italia è seconda nel mondo solo dopo il Giappone. Tuttavia all’aumento dell’età non corrisponde un aumento di qualità degli anni di vita, o di buona salute degli anni di vita, né per le donne né per gli uomini anziani. Con conseguenti problematiche economiche e sociali per il nostro servizio sanitario.
La pandemia ha colpito molto duramente il nostro mondo, siamo però convinti che questo scossone possa trasformarsi in una nuova opportunità: ora occorre imparare dall’esperienza vissuta e mettere in atto strategie e risorse nuove.
È il momento di ripensare il Servizio Sanitario Nazionale e di trasformare quanto accaduto in una nuova opportunità per la medicina. Grazie all’emergenza abbiamo potuto capire quali sono le realtà efficienti e di eccellenza esistenti, ecco dobbiamo partire da ciò che c’è di positivo e provare a estenderlo a tutto il territorio nazionale.
Il COVID ha reso evidente l’imprescindibile utilità degli strumenti digitali, della messa a punto dei modelli organizzativi, e dell’integrazione tra il sistema territoriale ed ospedaliero. È grazie alla medicina digitale e in particolare alla telemedicina infatti che nel pieno dell’emergenza è stato possibile seguire pazienti remoti colpiti da Covid-19. È stato offerto loro non solo supporto, ma consulenze mediche e una ospedalizzazione domiciliare. Allo stesso tempo con la telemedicina è stato possibile continuare a seguire i pazienti fragili cronici, valutarli ed eventualmente adeguare la terapia, senza farli spostare da casa, riducendo così il rischio di contagio.
In questo nuovo modello assume un ruolo fondamentale il Medico di Medicina Generale.
L’Istituto Superiore di Sanità in un recente rapporto gli attribuisce il ruolo di equilibratore del SSN per il suo ruolo attivo nella sorveglianza e nella prevenzione. Anche riguardo alla sorveglianza Covid-19 sta aiutando a definire un nuovo modello. Per i pazienti guariti infatti i medici di medicina generale occupano una posizione strategica in quanto monitorano i pazienti aiutando i colleghi ospedalieri a individuare possibili sequele del virus non ancora note. In alcune Regioni, come per esempio in Toscana, è stata definita una delibera per la gestione del follow up dei pazienti guariti da Covid. La sinergia, l’integrazione, la collaborazione sono ancora una volta gli elementi distintivi di questo nuovo approccio, l’unico in grado di permettere la valutazione della traiettoria della malattia nei diversi pazienti.
Per la prevenzione è necessario intervenire con determinazione. Non sono più sufficienti le raccomandazioni per promuovere stili di vita sani, ma occorre agire: rafforzando il ruolo del medico di medicina generale, sviluppando un approccio basato sulla sanità d’iniziativa, che garantisca proattività, personalizzazione, multidisciplinarietà, integrazione con i servizi sociali, coinvolgimento delle comunità e degli enti locali; un sistema attento ai fattori di rischio per la salute, soprattutto quando questi causano profonde diseguaglianze per l’aspettativa e la qualità di vita delle persone.
Tutto il territorio nazionale deve avere gli stessi strumenti e possibilità: occorre una regia centrale ma anche una maggiore omogenea diffusione degli strumenti tecnologici per garantire uniformemente un vero diritto alla salute.
Prof. Gian Franco Gensini, Direttore Scientifico dell’IRCCS MultiMedica
Prof. Giuseppe Ambrosio, Task Force Direzione Scientifica, IRCCS MultiMedica