Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza – 11 febbraio 2021
La Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza è stata istituita con l’obiettivo di ottenere pieno ed equo accesso e partecipazione alla scienza.
La giornata serve a sensibilizzare verso le discriminazioni, in parte legata all’atavico pregiudizio che attribuisce alla donna attitudini più domestiche e di cura.
Non vi è alcuna base scientifica che le ragazze non siano altrettanto brave, se non più brave dei ragazzi, e che non possano accedere a realizzazioni professionali negli stessi campi.
I dati dicono che molte giovani portate per le materie scientifiche nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, per molto tempo si sono iscritte a facoltà umanistiche, ignorando le proprie naturali inclinazioni alla scienza, perché scoraggiate dai pregiudizi stessi.
Nel corso degli anni, grazie anche a una crescente sensibilizzazione, è aumentata la partecipazione delle ragazze agli studi nei campi tecnologici.
Nel 2015 si è sentita la necessità di istituire la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, indetta dalle Nazioni Unite, con l’intento di abbattere lo stereotipo: la presunta scarsa attitudine delle donne e delle ragazze verso le discipline scientifiche denominate STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Attualmente in Italia e in Europa il numero di studentesse supera il 50%, in particolare nelle scienze più “soft” come quelle biologiche e mediche, e nella matematica (anche perché viene spesso vista propedeutica a un lavoro didattico nelle scuole), ma sono ancora meno del 20% in facoltà più “hard” come ingegneria o addirittura informatica.
Lentamente i contributi delle donne alla scienza vengono riconosciuti, ma resta sicuramente il problema delle carriere.
Se il numero delle ricercatrici universitarie, il primo gradino professionale, si può dire del 50%, le opportunità calano a piramide salendo verso le promozioni. Il numero di professori ordinari nelle STEM è inferiore per le donne che per gli uomini, per non parlare di posizioni apicali come direzioni di dipartimento e rettorati.
Eppure, dove le donne arrivano all’apice, le istituzioni rendono altrettanto se non di più.
Un altro stimolo è che le donne facciano rete, si parlino, collaborino, e che creino occasioni di amicizia e interazione, rete, che ancora, essendo meno numerose in posizioni gestionali, è più difficile da realizzare. Noi con Onda, la Fondazione Osservatorio Salute Donna e di Genere, abbiamo istituito ad esempio un club delle scienziate, “Top Italian Women Scientists-TIWS” che ha invitato alla partecipazione ricercatrici in campo delle scienze biomediche, ad alta produttività e molto citate nella letteratura scientifica, a incontrarsi e conoscersi.
“Donne scienziate in prima linea nella lotta contro il COVID-19”. Questo il tema su cui si focalizzerà l’edizione di quest’anno. Io come MultiMedica, con il club Top Italian Women Scientists in partnership con European Women Management and Development (EWMD) di Reggio e Modena abbiamo un paio di mesi fa organizzato proprio un convegno al femminile dedicato a “Donne e virus”, dove scienziate italiane parlavano di Covid-19.
Una maggiore partecipazione delle donne alle STEM necessita il supporto della famiglia, dei luoghi scolastici e professionali, delle istituzioni.
Quella che si celebra l’11 febbraio nel mondo è una giornata che aiuti a dare incoraggiamento e pari opportunità nella scienza a tutti livelli per le ragazze e le donne: dall’aiuto a seguire un’inclinazione scientifica ove essa si palesi fin dalle scuole, al supporto nella scelta di una facoltà “STEM”, all’equità di voti negli esami, all’opportunità di formazione e di lavoro, equità nella carriera, e raggiungere ulteriormente l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di donne e ragazze nella scienza.
Un altro punto importante è battersi contro gli “All-men-Panel” detti anche Manel, ai convegni e di pretendere rappresentanza di genere nei board.
La giornata deve dare incoraggiamento anche sociale, e contribuire all’affermarsi del principio che il proprio valore dà diritto a un lavoro, a una carriera e a stipendi simili.
Prof.ssa Adriana Albini, Direttore Scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, Responsabile del Laboratorio di Biologia Vascolare e Angiogenesi dell’IRCCS MultiMedica e docente di Patologia Generale all’Università degli Studi di Milano-Bicocca