La “luce in fondo al tunnel” è dentro di noi
“Alleggerita la mente, anche il corpo ne ha beneficiato“
Quando guardi Valentina nei suoi trasparenti occhi azzurri vedi tanta determinazione e consapevolezza, frutto di un percorso intrapreso quasi per caso, in un momento difficile, che le ha permesso di risolvere situazioni lasciate in sospeso, che a poco a poco l’hanno ingabbiata nell’immobilità.
“Ho avuto i miei momenti difficili, la prematura scomparsa di mia madre, un rapporto problematico con mio padre e a seguire con mio fratello, un brusco cambiamento di lavoro, probabilmente come o magari anche meno di altri, ma la mancata risoluzione ed elaborazione di queste situazioni mi hanno appesantito nella mente e conseguentemente anche nel corpo”
Ed è proprio il corpo che mette difronte Valentina a questa realtà, dandole la possibilità di trasformare un momento doloroso in una rinascita di vita.
Valentina cosa l’ha spinta ad intraprendere un percorso di psicoterapia?
Un buon consiglio! Quello che mi diede l’ostetrica del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, durante un ricovero per sottopormi a un raschiamento a seguito di una gravidanza che non avrei portato a termine. Il desiderio di un bambino ci accompagnava già da tempo, avevamo tentato da soli e anche intraprendendo il percorso di fecondazione assistita, ma senza successo. Così, a 38 anni, durante una vacanza ho accusato i primi sintomi. Felice e contemporaneamente spaventata dal responso, mi sono rivolta al mio ginecologo. C’è voluto poco perché cadessi nello sconforto, non appena il medico visitandomi, ha comunicato il suo verdetto: non avrei portato a termine la gravidanza, inoltre mi raccomandava un raschiamento. Così mi trovò l’ostetrica, scoraggiata e demoralizzata. Fu allora che mi parlò del servizio di psicologia da poco istituito presso il reparto. Un po’ sorprendendomi, dissi di sì, che ero interessata e ho fatto bene!
Mi sembra di capire che non si è pentita della sua scelta, cosa successe?
L’incontro con la Dott.ssa Barbara Pucci fu illuminante: forse per l’immediata sintonia che si instaurò tra noi, decisi di applicarmi con impegno quasi ‘scolastico’ a mettere in pratica i suoi consigli emergenti dai nostri incontri settimanali. La strada era lunga e non sempre i ‘compiti’ erano facili da eseguire, ma non ho desistito e sono riuscita a elaborare e superare situazioni rimaste in sospeso che mi ancoravano al passato. Non solo, sono riuscita anche a recuperare relazioni che pensavo perse. E, alleggerita la mente, anche il corpo ne ha usufruito.
E come si è resa conto che questo rapporto si era riparato?
Prima di tutto mi sono accorta di un cambiamento nel mio modo di affrontare momenti che fino a poco prima mi avrebbero paralizzato, un po’ come se trovassi il pezzo mancante per completare un puzzle. Non portandomi più appresso il peso dell’incompiutezza, il fisico ne ha beneficiato e si è sbloccato: passato poco più di un anno dall’inizio del percorso psicoterapico, si sono ripresentati i sintomi che ricordavo ancora bene, così decisi di fare il test di gravidanza che risultò positivo. Non so neppure io la quantità di emozioni che si sovrapposero in quel momento nella mia mente, ma invece di prevalere la paura, questa volta mi concentrai sulla felicità del momento e su come affrontare i passi successivi, quali che fossero. Naturalmente la prima persona a cui lo dissi fu mio marito, rifeci anche il test per l’occasione, ma la seconda non poteva non essere la Dott.ssa Pucci, e “insieme” abbiamo trascorso il periodo della gravidanza.
Un desiderio che si avvera…
Davvero, e pensare che, concentrata su altro, non ci pensavo più! Anche se sono stati nove mesi impegnativi, prima di tutto con un senso di nausea persistente, che mi ricordava costantemente la precedente esperienza, poi ormai a gravidanza a termine, una brutta bronchite a messo a dura prova il lavoro fatto su me stessa e infine la necessità di programmare il parto tramite taglio cesareo. Fortunatamente quando è stato il momento di ricoverarmi, presso l’Ospedale San Giuseppe ho ritrovato lo stesso approccio emotivo che ricordavo dal precedente ricovero. Ho così trascorso il momento del parto e il tempo immediatamente successivo supportata non solo dalla Dott.ssa Pucci, ma da uno staff affiatato e coinvolto, che mi ha accompagnata con serenità anche una volta a casa.
Perciò gli incontri con la Dott.ssa Pucci non le sono più serviti?
Assolutamente no, ho continuato e ancora oggi, con cadenza più dilatata rispetto l’inizio, vedo ancora la Dott.ssa Pucci. Sento di aver risolto o elaborato situazioni della mia vita che avevo lasciato in sospeso e considero la gravidanza una conseguenza del percorso fatto su me stessa, ma la vita continua e le situazioni difficili sono dietro l’angolo e non sempre riesci ad affrontarle, non parlo solo dal punto di vista pratico o materiale, ma soprattutto mentale, così diventano una zavorra che si appesantisce e ti appesantisce fino all’immobilità emotiva. Non tutti saranno concordi con questo mio pensiero, non è facile aprirsi con una sconosciuta e spesso la psicoterapia è vista ancora come un tabù, ma sarei molto contenta se raccontando questa mia esperienza io possa dare la spinta necessaria a chi si sente nella mia stessa situazione e pensa di non poterne uscire.