Skip to main content
Blog – Gruppo MultiMedica

Cuore e Pace-Maker

 

Buongiorno dottore, mi hanno impiantato un pacemaker alcuni mesi fa. Mi può aiutare a capire come funziona? Posso condurre una vita normale o è importante avere qualche accortezza? È un dispositivo sicuro?

Risponde

Dr. Michele Lombardo, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia – Ospedale San Giuseppe – MultiMedica

Gentile signore,

Il pace-maker è un apparecchio capace di stimolare elettricamente la contrazione del cuore quando questa non viene adeguatamente mantenuta dal tessuto cardiaco di conduzione.

È composto da 1 o 2 elettrodi impiantati nel ventricolo destro (PM monocamerale) o nell’atrio e ventricolo destro (PM-bicamerale) e un generatore posizionato in una tasca sottocutanea del torace. Gli elettrodi hanno una doppia funzione:

  1. sensing: in grado di esaminare il ritmo del paziente e di registrarlo in memoria,
  2. pacing: se vengono rilevate pause patologiche nella successione del ritmo cardiaco, per malfunzionamento del nodo del seno o del sistema di conduzione dello stimolo, l’apparecchio è programmato per intervenire in maniera fisiologica ed eroga uno o più stimoli che mantengono costante il battito cardiaco e normale la portata circolatoria.

I Pace-Maker quindi intervengono, come nel suo caso, in presenza di bradiaritmie (il cuore non è in grado di assicurare, anche per brevi periodi, un’adeguata frequenza cardiaca).

Nei casi di aritmie ventricolari veloci (tachiaritmie) potenzialmente gravi, si può richiedere l’impianto di un ICD, un device dotato di un sofisticato sistema di riconoscimento delle aritmie ed impostato per interrompere il ritmo patologico, tramite l’erogazione di una o più scariche di defibrillazione.

Infine, nei pazienti che presentano un blocco di branca sinistro-ECG e una compromissione della funzione contrattile del ventricolo sinistro-ECO, può essere opportuno impiantare un terzo catetere sul seno coronarico, che assicura una più efficace coordinazione contrattile dei due ventricoli, con miglioramento dei sintomi di scompenso cardiaco (CRT-D).

Per quanto riguarda la tollerabilità del PM e le accortezze da usare, non vi sono precauzioni particolari e il paziente, dopo il controllo ambulatoriale post-impianto può riprendere una vita totalmente normale. Occorre tuttavia evitare traumi sul generatore e sulla cute soprastante, come pure le esposizioni a fonti di interferenza elettromagnetica, quali check-point di banche, tribunali, aeroporti e, in particolare, le apparecchiature di Risonanza Magnetica Nucleare, tranne nei casi in cui siano stati impiantati device compatibili.

In caso d’interventi chirurgici sarà compito degli Operatori valutare quali misure adottare per evitare interferenze con l’elettrobisturi: l’applicazione di un magnete sul generatore è la strategia più utilizzata nella fase peri-operatoria per modificare temporaneamente la programmazione dei device (PM e ICD).

Potrebbe interessarti