Diverticolosi e Diverticolite: consigli per una dieta sana
Cosa sono i diverticoli e quale differenza c’è tra diverticolosi e diverticolite
I diverticoli sono estroflessioni della mucosa e sottomucosa del tratto digerente attraverso zone di relativa debolezza dello strato muscolare della parete del colon. Questa condizione viene definita diverticolosi intestinale.
L’infiammazione dei diverticoli e le eventuali complicanze prendono invece il nome di diverticolite. Rara prima dei 40 anni, la malattia diverticolare aumenta di incidenza dopo tale età. Con l’invecchiamento, infatti, il tessuto connettivo del tratto intestinale tende fisiologicamente a “lasciarsi andare”, a diventare più lasso. Durante la defecazione, la forte pressione locale può determinare la fuoriuscita di queste sacche, specie nel sigma, la parte d’intestino crasso compresa tra il colon discendente e il retto.
Consigli per prevenire la diverticolite
Spesso asintomatica per tutta la vita, la malattia diverticolare può essere diagnosticata per caso, nel corso di indagini diagnostiche, o per sintomatologia dolorosa specie dei quadranti inferiori dell’addome. Tra i fattori di rischio più comuni ci sono la stipsi e la sedentarietà.
Nella fase non infiammatoria, o diverticolosi, occorre correggere lo stile di vita e impostare un’alimentazione adeguata per prevenire l’incremento di volume e di numero di queste formazioni e la loro infiammazione. L’attività fisica è fondamentale per mantenere la tonicità dei muscoli addominali con miglioramento della motilità colica, accelerazione del transito intestinale e conseguente regolarizzazione dell’alvo.
Il fumo di sigaretta deve essere eliminato perché estremamente irritante per l’intestino.
Dieta e diverticoli: consigli utili
Come prevenire la formazione di diverticoli e la loro degenerazione in patologie?
Prima di tutto bisogna assicurarsi un apporto idrico adeguato: bere almeno 1 litro e mezzo, due litri di acqua non gassata al dì.
I pasti devono essere regolari e non abbondanti limitando l’assunzione di grassi e carboidrati semplici. Occorre incrementare invece il consumo di fibra (almeno 20-35 g al dì). Verdura e frutta contengono fibre sia insolubili che solubili e devono essere presenti in porzioni abbondanti sia a pranzo che a cena. La fibra alimentare infatti aumenta il volume fecale ed accelera il transito intestinale sconfiggendo la stipsi e irrobustendo la parete del colon. Se non si è abituati ad assumere corrette quantità di verdura e frutta è consigliabile aumentarne gradualmente il consumo per evitare meteorismo intestinale.
Attenzione nella scelta dei vegetali
Se è vero che frutta e verdura fanno bene, vanno accuratamente evitate verdure e frutta che contengono semini che non possano essere eliminati con la mondatura (esempio melanzane, pomodori, zucca, cetrioli, kiwi, fichi, fichi d’india, melograno, frutti di bosco, lamponi, fragole, cocomero, semi di girasole, semi di sesamo, cumino, semi di zucca, noci e frutta secca in genere) e filamenti (esempio fagiolini, finocchi, carciofi, sedano). Infatti, semini e filamenti possono infilarsi nei diverticoli e ristagnare, avviando il processo infiammatorio. Ovviamente è possibile consumare qualsiasi vegetale centrifugato (non frullato, perché con tale pratica l’alimento viene emulsionato e si ingerisce una grande quantità di aria).
I cereali integrali, anch’essi ricchi in fibra, possono sostituire quelli raffinati (pasta e riso integrali, fette biscottate integrali, grissini e biscotti integrali). Occorre imparare a masticare sempre a lungo, sminuzzando bene l’alimento che si sta assumendo. Evitare alimenti meteorizzanti (cavoli, cavolfiori, broccoli, bevande gassate, frappè, panna montata, maionese, gomme da masticare), piccanti (pepe, peperoncino, curry, noce moscata), così come alcolici, vino, caffè, tè forte, cioccolato. Sotto controllo medico è possibile l’assunzione di psillio, crusca e fermenti lattici. Sempre da evitare, se non prescritti dal medico, i lassativi, anche naturali.
Cosa fare in caso di diverticolite
In fase infiammatoria, o diverticolite, è fondamentale consultare il medico per impostare una corretta terapia antibiotica. L’alimentazione da attuare è in questo caso rigorosamente a basso contenuto in fibra, quindi composta da pane bianco e cereali raffinati, pasta o riso all’olio, pesce o carne o pollame o uova, patate e carote lessate, banana, centrifugati di verdura e frutta. È consigliata l’esclusione temporanea del lattosio (latte, latticini, formaggi freschi, prosciutto cotto) e di tutti gli alimenti meteorizzanti ed irritanti prima menzionati.
Regredita la sintomatologia, gradatamente è possibile reintrodurre la fibra alimentare e tornare alla consueta alimentazione.
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Dr.ssa Augusta Sonato, Specialista in Scienza dell’Alimentazione – IRCCS MultiMedica