Ictus cerebrale: i nuovi fattori di rischio ambientale
Il Dr. Gaetano Lanza, Primario di Chirurgia Vascolare dell’ Ospedale MultiMedica di Castellanza e Coordinatore dell’area Chirurgica per le Linee Guida nazionali ISO-SPREAD per l’ictus ci mette in guardia contro l’inquinamento, un nuovo importante fattore di rischio.
L’OMS stima che il 24% circa delle morti possa essere attribuito a questi inquinanti ambientali.
Da studi recenti emerge che gli inquinanti ambientali si associano non solo a tumori, malattie respiratorie, allergiche e malformazioni fetali, ma influiscono negativamente anche sulla salute delle arterie, in particolare quelle che nutrono il nostro cervello, come le carotidi.
Sotto accusa sono le polveri sottili, le cosiddette nanoparticelle che derivano ad esempio dai processi di combustione, dagli scarichi delle auto, da industrie varie e da inceneritori. Tra questi monossido di carbonio, piombo, arsenico, mercurio, cromo, nichel…l’elenco si allunga. Alcuni studiosi hanno evidenziato una correlazione tra stagione calda e decessi per ictus, ipotizzando che la causa fosse da ritrovare nella maggior esposizione all’aria aperta e quindi all’ inalazione di inquinanti mescolati tra loro (lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Stroke ).
Il meccanismo d’azione?
Questi inquinanti sottili inalati passano in circolo e danneggiano direttamente la parete interna dei vasi sanguigni, compresi quelli che portano sangue al cervello.
Quali altri dati ci servono? Cosa aspettiamo? Perché non ci proteggiamo meglio?
Certo alcuni farmaci possono aiutare come l’aspirina a bassissime dosi quotidiane. Anche alcuni interventi chirurgici come quello di pulizia della carotide ammalata, quando lo si ritiene necessario, possono e devono essere messi in atto. Ma pensiamo davvero che tutto ciò possa bastare? Senza tutela dell’ambiente non può esserci tutela della salute!
Gli altri fattori di rischio e come controllarli
Gli altri fattori di rischio, si distinguono in modificabili, non modificabili.
I principali fattori di rischio non modificabili sono:
- età,
- familiarità (intesa come predisposizione, quindi l’ictus non è da considerarsi malattia ereditaria),
- fattori genetici (alcuni già individuati sono ancora in corso di studio).
Sono invece fattori di rischio modificabili, su cui quindi possiamo agire:
- pressione superiore a 150/90
- fumo
- aritmia cardiaca più frequente
- diabete
- ipercolesterolemia
- eccesso di peso
- vita sedentaria
- consumo di alcool eccessivo
- stenosi carotidea (una malattia che porta al restringimento delle carotidi che portano sangue al cervello).
Per prevenire l’icuts agendo sui fattori modificabili è sufficiente seguire una dieta corretta, fare attività fisica, tenere sotto controllo i livelli di stress. Nel caso della stenosi carotidea è invece molto importante la diagnosi precoce, attraverso la programmazione di un esame diagnostico (l’ecodoppler) per i pazienti a rischio.
Per saperne di più sull’ictus
L’ictus è la seconda causa di morte naturale nei cosiddetti paesi industrializzati.
In Italia è la terza causa dopo l’infarto cardiaco e i tumori.
È inoltre la prima causa di invalidità permanente a parte i traumi e la seconda causa di demenza. Si stima che i pazienti con ictus invalidante siano oggi in Italia almeno 750.000. I nuovi casi all’anno sono circa 200.000, di cui un terzo sono letali, un terzo invalidanti a vita e un terzo recuperano con la riabilitazione e le cure mediche. Nel 75% dei casi colpisce ad un’età superiore ai 65 anni.
Nel 75 % dei casi l’ictus è ischemico, dovuto cioè a deficit di apporto di sangue ad una parte del cervello, nel 25 % dei casi è emorragico, dovuto cioè a rottura di qualche vaso sanguigno nel cervello.