Tiroide e gravidanza
Il legame tra tiroide e fertilità non è ancora del tutto chiarito, tuttavia è dimostrato che la presenza di autoanticorpi anti-tiroide (che sono la causa più frequente di ipotiroidismo) possa interferire con il concepimento, in particolare con l’impianto dell’ovulo fecondato. È stato tuttavia dimostrato che, in queste donne, il trattamento con levotiroxina migliora le possibilità di gravidanza. Il rischio di infertilità è invece aumentato nelle donne che presentano ipotiroidismo (ma anche ipertiroidismo) non adeguatamente trattato.
Gli ormoni tiroidei hanno inoltre un’importanza fondamentale sia per la futura mamma che per il nascituro fin dalle primissime fasi della gravidanza. Una carenza di ormoni tiroidei, infatti, può tradursi in un aumento di rischio di ipertensione, anemia, debolezza muscolare, abortività, parto prematuro (cioè parto prima della 37° settimana), morte intrauterina e, nel neonato, ritardi di sviluppo neuro-cognitivo che possono diventare evidenti anche a distanza di anni dalla nascita.
È pertanto importante che una donna già ipotiroidea, con il proprio Endocrinologo di fiducia, verifichi l’adeguatezza della terapia al momento della programmazione del concepimento al fine di garantire le condizioni ottimali per la gravidanza. Non c’è nessuna controindicazione all’uso della levotiroxina in sostituzione agli ormoni tiroidei in gravidanza. Inoltre è noto che in condizioni normali la tiroide in gravidanza produce circa il 50% di ormoni in più e parallelamente aumenta di circa il 50% il fabbisogno del principale costituente degli ormoni tiroidei: lo iodio.
È quindi necessario che la donna, al riscontro del concepimento, esegua immediatamente un controllo ematico della funzione tiroidea e, sempre con lo Specialista di fiducia, modifichi tempestivamente la terapia nella maggior parte dei casi incrementando il dosaggio. Parallelamente sarà utile aumentare l’apporto di iodio con adeguata integrazione.