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Insufficienza Venosa Cronica

L’insufficienza venosa cronica (IVC) si verifica quando il flusso sanguigno nelle vene delle gambe è compromesso e non riesce a tornare efficacemente al cuore. Questo porta ad un accumulo di sangue e a un ristagno nelle vene degli arti inferiori. L’IVC può essere causata da problemi strutturali nelle vene stesse, noti come insufficienza venosa cronica organica, oppure da un’eccessiva attività delle vene, conosciuta come insufficienza venosa cronica funzionale.

Cause

L’insufficienza venosa cronica (IVC) di tipo organico può essere causata dalla dilatazione delle pareti delle vene, nota come varici, che a sua volta può derivare da diverse cause come gravidanze, sovrappeso, ritenzione idrica e altre ancora. È una condizione molto diffusa, soprattutto tra le donne, tanto che si stima che in Italia circa il 30% delle donne ne sia affetta in vario grado.

L’insufficienza venosa cronica di tipo funzionale, invece, deriva da un sovraccarico di lavoro sulle vene che può essere causato da posture errate, scarsa attività motoria degli arti inferiori o alterazioni nella pompa muscolare.
L’eccesso di peso rappresenta un fattore di rischio significativo per lo sviluppo e l’insorgenza dell’insufficienza venosa cronica negli arti inferiori. Ciò è dovuto al fatto che le persone obese tendono ad avere uno stile di vita sedentario, e il flusso sanguigno viene pompato in modo più lento.

Sintomi

I sintomi dell’insufficienza venosa cronica sono principalmente associati ai disturbi delle gambe.
Questi sintomi includono:

  • Gonfiore diffuso
  • Sensazione di pesantezza agli arti
  • Formicolio
  • Prurito
  • Talvolta dolore e crampi, soprattutto durante la notte
  • Da un punto di vista visivo, la patologia può causare alterazioni della pelle, vene varicose e capillari evidenti.

I sintomi tendono a manifestarsi soprattutto durante i mesi estivi, quando le temperature esterne sono più elevate. I disturbi aumentano in presenza di un maggiore ristagno del sangue, che provoca un aumento della pressione nelle vene. Questo può portare a infiammazioni e, in alcuni casi, alla rottura delle pareti dei vasi sanguigni.

Diagnosi

Per diagnosticare l’insufficienza venosa cronica, viene utilizzato l’esame dell’ecocolordoppler, che consente di valutare lo stato delle vene presenti nelle gambe. L’ecocolordoppler è un esame non invasivo e privo di dolore. La sua procedura è simile a una normale ecografia. Tuttavia, fornisce informazioni morfologiche sullo stato della parete, sulle valvole, sull’anatomia del sistema venoso superficiale e profondo, insieme ad informazioni emodinamiche riguardo alla direzione del flusso sanguigno, con eventuale riscontro di reflusso e/o ostruzione.

Cure

Un corretto stile di vita ed una sana alimentazione, evitare la sedentarietà o lunghe ore in posizione eretta, evitare l’esposizione a fonti di calore possono aiutare a prevenire l’insorgenza delle vene varicose. Integratori a base di bio-flavonoidi, che sono sostanze vasoprotettrici e venotoniche, che si trovano soprattutto nei frutti di bosco, possono essere d’ausilio nell’alleviare i sintomi.

A seconda dello stadio della malattia e le condizioni del Paziente può essere indicata la sola terapia medica conservativa o l’intervento chirurgico.

La terapia elastocompressiva

La terapia elastocompressiva (calza elastica contenitiva) rappresenta uno dei capisaldi del trattamento della MVC; risulta il metodo più semplice ed efficace per potenziare la funzione delle pompe muscolari e proteggere il microcircolo dalle conseguenze dell’ipertensione venosa, giocando un ruolo sia nella prevenzione, che nella terapia dei sintomi e delle complicanze della malattia venosa cronica.

Per quanto riguarda le strategie chirurgiche, negli ultimi decenni c’è stata una rapida evoluzione delle metodiche atte al trattamento della patologia varicosa verso la mini-invasività. Oltre agli interventi tradizionali di stripping della vena grande safena o della vena piccola safena oggi possiamo trattare i nostri Pazienti con nuove metodiche endovascolari, che sono da preferire rispetto al trattamento chirurgico tradizionale ogni qualvolta sia possibile:

Tecniche endovascolari

Le tecniche endovascolari (termoablazione mediante radiofrequenza o laser) permettono di poter eseguire l’intervento in anestesia locale in regime di day-surgery, con blando dolore post-operatorio, in assenza di ematomi o cicatrici, con ripresa particolarmente rapida delle proprie attività e risultati a lungo termine equiparabili a quelli dell’intervento chirurgico tradizionale.

Termoablazione

La termoablazione della vena safena mediante radiofrequenza o laser consiste nell’introdurre un catetere nella vena; il vaso viene quindi occluso sfruttando il calore, in modo da eliminare il reflusso safenico. Non sempre queste metodiche sono applicabili, ad esempio in caso di decorso molto superficiale o tortuoso della vena grande safena o di calibro non adeguato della stessa; in questi casi è indicato eseguire l’intervento chirurgico di safenectomia tradizionale.

Le flebectomie (asportazione chirurgica delle varici extrasafeniche mediante delle piccole incisioni) possono completare l’intervento.

Scleromusse

La scleromousse, invece, consiste nell’iniettare sotto guida ecografia un farmaco sclerosante in forma di schiuma all’interno della varice per occluderla. L’agente sclerosante determina infatti un danno di parete di tipo infiammatorio-irritativo; questa tecnica è gravata dal più alto tasso di recidive (fino al 36%). Il trattamento laser e la scleromousse possono essere combinati per eseguire l’intero intervento con un approccio endovascolare.

La scleroterapia può essere infine indicata come completamento a fini estetici per eliminare le teleangectasie residue.

Tecnica Chiva

La tecnica CHIVA, acronimo francese di Cura Emodinamica della Insufficienza Venosa Ambulatoriale, è una tecnica chirurgia, personalizzata sul singolo Paziente, che si basa sullo studio emodinamico del circolo venoso e sulla mappatura meticolosa dello stesso mediante ecocolordoppler; si pone come obiettivo di preservare la vena safena e di ridistribuire il sangue dalle vene malate verso quelle sane, identificando le zone di reflusso, o punti di fuga, che necessitano di correzione chirurgica. Al termine di tutte queste procedure il Paziente sarà invitato ad indossare una calza o un bendaggio elastocompressivo.

La patologia venosa non è perciò da sottovalutare in quanto può alterare la qualità di vita e potenzialmente progredire nei suoi diversi stadi.

I nostri Chirurghi Vascolari, esperti della MVC, sapranno indicarvi la terapia più adatta ed il corretto follow-up.