La medicina dell’ottimismo
Francesca Torrisi, 26 anni, è una delle professioniste del Gruppo MultiMedica che potreste incontrare nel nostro Ospedale. Appassionata della lingua spagnola e delle danze caraibiche è ottimista di natura e vede l’opportunità in ogni difficoltà.
“Sono una persona allegra”, ci racconta, “ho un’inclinazione naturale che mi porta a vedere sempre il lato positivo delle cose. Le sfide o gli ostacoli che devo affrontare sono come esperienze di apprendimento, so reagire e non mi abbatto. Essere ottimisti non significa ignorare le difficoltà della vita, ma sapersi approcciare in modo diverso e innescare un circolo virtuoso nella relazione con il prossimo”.
Da quattro anni Francesca lavora al front-office presso l’Area Solventi dell’Ospedale San Giuseppe di Milano e, assieme ai suoi colleghi, rappresenta il primo riferimento dell’utenza per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Oltre a questa mansione svolge anche un’attività di back-office legata alla gestione delle pratiche assicurative e dei fondi.
“Mi piace molto il contatto con il pubblico e ne ricavo grandi soddisfazioni. Comprendo l’importanza del mio ruolo: bisogna avere doti comunicative e relazionali, cortesia, e disponibilità. Infatti attraverso l’ascolto e l’empatia cerco una connessione con il paziente per farlo sentire a suo agio e poter assecondare le sue richieste, rispondere ai suoi dubbi e alle sue domande. Talvolta bisogna sapersi districare da situazioni difficili e fuori programma, ma io non mi scoraggio”.
“Siamo un bel gruppo di lavoro”, continua Francesca, “un mix di giovani e adulti dai quali si impara moltissimo. Una squadra capace di mantenere costantemente il buonumore per accogliere l’utenza con tutta la serenità e la gentilezza che merita”.
L’atteggiamento solare di Francesca sul lavoro si riflette anche nella sua vita privata. “Sono un’ottima confidente per gli amici” ci spiega. “Ho una naturale propensione ad ascoltare gli altri, essere loro di supporto, consigliare ed infondere coraggio. Dispensare allegria mi fa sentire appagata, magari facendo una battuta al momento opportuno, perché ridere fa bene alla salute”.
“Un altro tratto del mio carattere che mi contraddistingue”, aggiunge, “è quello di essere una persona solidale con il prossimo, in particolare ho sempre avuto la vocazione di difendere i più deboli, i bullizzati dagli arroganti e quanti vengono discriminati per le ragioni più varie”.
Ogni persona è rappresentata da un colore e così le domandiamo: “Tu di che colore sei?” e Francesca ci risponde senza esitazione “sono il giallo, ne sono attratta fin da quando ero bambina”. Il giallo è il colore più vivace dello spettro luminoso, che cattura la nostra attenzione e richiama ad emozioni e stati d’animo precisi. Emblema della luce, del sole, dell’energia creativa è il colore che infonde felicità e gioia di vivere; suggerisce movimento, espansione e indipendenza. Ma è anche il colore del cambiamento e della ricerca interiore, proprio quella che Francesca insegue perché le piace rinnovarsi e fare esperienze nuove.
La ragazza è determinata e ambiziosa, come dimostrano i suoi numerosi tatuaggi che, nascosti sotto la divisa, dicono molto di lei; immagini personali e indelebili che con entusiasmo è fiera di descrivere.
Ci mostra sull’avambraccio un mandala, che richiama i simboli della tradizione religiosa buddista e induista, e rappresenta un portafortuna capace di allontanare le negatività. Poi il tatuaggio di una rosa accanto al viso di una donna segnato da una lacrima, che ispirandosi ai versi di una canzone italiana esprime un senso di rinascita. Più sopra appare il disegno delle mani del nonno che cingono le sue, a suggello di un’unione indissolubile. Allo stesso modo, sul braccio opposto, la scritta Mi amor (Mio amore) come è solita chiamarla sua madre.
Sulla spalla campeggia Limpidez (Limpidezza), un tattoo che richiama alla trasparenza, alla sincerità, virtù che non dovrebbero mancare in ogni rapporto interpersonale. Tra i simboli tatuati sceglie il lupo per descrivere l’anno appena trascorso in cui ha vissuto un’esperienza lontana da casa, a significare il suo desiderio di autonomia, ma nel contempo il suo bisogno di individuare dei punti di riferimento negli amici e nella famiglia.
Due sono però le scritte sulla pelle che rimandano a veri e propri mantra. La prima, Abbi cura di te, è un monito riferito all’importanza del volersi bene “perché vale la pena spendere tempo e sforzi per sviluppare una relazione più amorevole con se stessi, proteggendosi dalle situazioni che possono far soffrire”, sottolinea Francesca. “Ci tengo a rispettare i miei principi morali e a difendere la mia libertà. Voglio reagire e non essere mai passiva; mi metto spesso in discussione per crescere e migliorare sempre”.
La seconda frase, Ridere ci ha rese invincibili, è una citazione della celebre artista messicana Frida Kahlo, spirito passionale, ribelle, anticonformista, simbolo di vitalità e resistenza, a cui evidentemente Francesca si ispira.
La scritta è un inno femminista contro gli stereotipi e i tabù che hanno intrappolato le donne in ruoli subalterni, soffocando la loro volontà di esprimersi. Frida non è mai scesa a compromessi, ha scelto di condurre una vita autentica e indipendente e di non piegarsi mai di fronte alle sofferenze.
Conclude Francesca “L’artista ci dimostra che è necessario ridere e abbandonarsi perché i pensieri buoni sono contagiosi e l’ottimismo è la nostra più efficace medicina”.