La squadra d’attacco contro i tumori testa-collo
Il 20 settembre 2018, è stata presentata al Senato la Mozione n. 1-00039, riguardante i tumori della testa e del collo, con lo scopo tra gli altri di: “porre in essere ogni iniziativa idonea e far sì che siano rafforzati, – ci spiega il dr. Stefano Righini, responsabile della Head e Neck Unit dell’Ospedale San Giuseppe – e, laddove non presenti, attivati, centri specializzati multidisciplinari che possano permettere fin dalla prima visita la scelta del trattamento migliore a seguito della diagnosi di tumore testa-collo” e “promuovere e facilitare l’implementazione di specifici percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali (PDTA) sull’intero territorio nazionale”.
Perché questo allarme e perché questa iniziativa? In Europa, i tumori testa-collo sono ancora una patologia molto sottovalutata: il 60 per cento dei pazienti si presenta, infatti, alla diagnosi con una neoplasia ad uno stadio localmente avanzato. In Italia le cose vanno un po’ meglio e, secondo le ultime rilevazioni, le diagnosi precoci sono circa il 50%; ancora meglio in Lombardia con la diagnosi in stadio precoce superiore al 60%.
Ma quali sono i tumori testa e collo?
Per tumori testa-collo si intende l’insieme di neoplasie che hanno origine nelle cavità nasali e seni paranasali, nella faringe e orofaringe (base della lingua, tonsille palatine e palato molle), nella cavità orale (corpo della lingua, pavimento della bocca, palato duro, mucosa buccale e creste alveolari), nella laringe (regione sovraglottica, glottica, e sottoglottica) e nelle ghiandole salivari;
riguardano quasi esclusivamente gli adulti; gli uomini si ammalano 7 volte più spesso rispetto alle donne. La fascia di età più colpita è quella tra i 50 e i 70 anni, anche se i tumori delle ghiandole salivari colpiscono in età più precoce.
In Italia questa neoplasia rappresenta il sesto tipo di tumore più diffuso. Ogni anno vengono diagnosticati circa 10.000 nuovi casi e il totale dei pazienti colpiti da un tumore della testa e del collo è 113.165. Sia l’incidenza, sia la prevalenza sono più alte al Nord rispetto al Centro-Sud; riguardo all’età questa aumenta proporzionalmente all’età e si innalza nel tempo, tanto che gli esperti prevedono che entro il 2030, in Italia, tra coloro che sono affetti dal tumore testa-collo, uno su due sarà over 65. Già oggi una persona su tre tra chi è colpito da questo tumore ha superato i 65 anni. Questa tendenza si interseca con l’invecchiamento della popolazione italiana, che già oggi, su circa 60 milioni di persone, conta 10 milioni di anziani.
La diagnosi precoce può salvare la vita
È fondamentale informare la popolazione e insegnare a riconoscerne i sintomi. I campanelli d’allarme che vanno segnalati al proprio Medico di Medicina Generale sono: bruciore o lesioni nel cavo orale, mal di gola, raucedine persistente, deglutizione dolorosa e fastidiosa, ma anche naso chiuso o che sanguina da una narice. E se persistono da almeno tre/quattro settimane, richiedono l’aiuto di un Medico Specialista. Rivolgersi, infatti, tempestivamente ad un Medico Specialista che inserisce il paziente in un Percorso Diagnostico Terapeutico specifico permette di arrivare per un tumore diagnosticato ad uno stadio precoce un tasso di sopravvivenza dell’80-90 per cento, e nei casi avanzati oltre il 45%”
Un percorso terapeutico su misura
Le terapie attualmente a disposizione contro i tumori testa-collo sono chirurgia, radioterapia, chemioterapici, farmaci biologici, e farmaci immunoterapici. L’arma vincente che ha cambiato la prognosi è la “Valutazione Medica Multidisciplinare” in cui Oncologi, Radioterapisti e Chirurghi, in stretta collaborazione con Radiologi, Patologi, Terapisti Riabilitativi, si riuniscono per decidere la terapia in base ai trattamenti disponibili, allo stadio di malattia, alle condizioni cliniche del singolo paziente; diventa quindi il gruppo multidisciplinare, “Head&Neck Unit”, a disegnare e personalizzare le terapie per i pazienti e gestire al meglio il recupero dopo il trattamento”. L’importanza di questo lavoro condiviso è stato riconosciuto anche dalla Regione Lombardia che ha inserito nel Registro Oncologico Lombardo, la nostra “Head&Neck Unit”.
E, insieme ai professionisti, le associazioni di volontariato svolgono un importante ruolo di affiancamento con propri operatori inseriti nel percorso diagnostico-terapeutico per sostenere il recupero fisico, psicologico, affettivo, familiare e sociale durante e dopo il trattamento. Tra le possibili strategie terapeutiche la chirurgia riveste un ruolo importante, ma l’atto chirurgico è oggi integrato ad un trattamento radioterapico e/o chemioterapico adiuvante, al fine di ottenere la maggiore probabilità di guarigione. Tra i maggiori progressi degli ultimi anni, decisivi per la lotta ai tumori testa e collo, e non solo, i nuovi Acceleratori Tridimensionali per la Radioterapia IMRT.
Nei tumori diagnosticati in fase iniziale, infatti, la radioterapia è alternativa all’intervento chirurgico. Anche in casi avanzati selezionati e in specifiche sottosedi radioterapia e chemioterapia combinate possono sostituire la chirurgia, con conseguente possibilità di conservazione d’organo e riduzione degli esiti estetici. L’esempio classico è la conservazione della laringe mediante trattamento chemoradiante, che consente al paziente di mantenere una laringe funzionante evitando l’intervento chirurgico demolitivo, senza tuttavia compromettere le possibilità di guarigione.
Conclusioni
“Mi sento di affermare – conclude il dr. Stefano Righini – che è migliorata la possibilità di cura anche per questi tumori rari, ma molto c’è ancora da fare soprattutto in termini di prevenzione, in particolare tra i giovani: chi fuma, infatti, corre un rischio 15 volte maggiore di sviluppare un tumore della testa e del collo rispetto a un non fumatore, rischio che aumenta ulteriormente se si aggiunge anche il consumo di alcol.
Auspico, infine, che ai pazienti affetti da tumore testa e collo possa essere sempre offerta la valutazione di un team multidisciplinare, perché è grazie alla coordinazione di medici ad elevata expertise che si formulano diagnosi corrette e si propongono cure adeguate. Lavorare tutti insieme è un’opportunità imperdibile che abbiamo di prendere parte alla battaglia contro il cancro.”