La voce
Oggi si celebra la giornata mondiale della voce.
Questa iniziativa ha avuto origine nel 1999 da parte della società di Laringologia Brasiliana, tre anni dopo, nel 2002, un laringologo portoghese, presidente della società di laringotomia europea, decise e propose che tale giornata si celebrasse in tutte le nazioni del mondo. Nel 2012 si è formato un gruppo internazionale per promuovere questo evento con il risultato di avere nel 2017 ben 636 diversi eventi a livello mondiale per celebrare questo giorno.
È giusto e doveroso avere una giornata che promuova la consapevolezza della importanza della voce e dei corretti stili di vita per poter prevenire le sue disfunzioni e patologie.
Quest’anno, per questa occasione, vorremmo porre la nostra attenzione verso la categoria professionale che forse più di ogni altra presenta patologie vocali: gli insegnanti.
Le statistiche ci dicono, infatti,che chi insegna è affetto da patologie vocali con una incidenza che varia da 11% all’81% contro una incidenza nei non insegnanti che va da 1% a 36%.
I motivi di questa epidemia sono facilmente intuibili, gli insegnanti infatti non solo si trovano ad usare la voce per un grande numero di ore, ma lo fanno invariabilmente in ambienti rumorosi con proprietà acustiche scadenti, polverosi e spesso con aria troppo secca.
E il tutto spesso avviene in condizioni di stress psicologico. Questo determina, inevitabilmente, che l’incidenza di afonia, edema delle corde vocali,polipi e noduli, sia assai più frequente che nella popolazione “non insegnante”.
Tale propensione allo sviluppo delle patologie legate alle corde vocali, produce effetti che non si limitano solo al diretto interessato e cioè l’insegnante, ma hanno un impatto sociale, essendo causa di una qualità di insegnamento più scadente, assenteismo e maggiore spesa da parte della Istituzione Scolastica.
Dopo questa breve analisi, la domanda alla quale vogliamo rispondere è semplice:
“possiamo prevenire e modificare questo stato di cose?”
Oltre alle misure generiche che troverete poche righe più sotto ,mi permetto di fare una valutazione personale: “Considerato che il rischio di patologie vocali negli insegnanti è arcinoto, perché non si può prevedere di introdurre nel percorso di studi qualche lezione sul corretto utilizzo della voce?”
Rendere consapevoli i soggetti più esposti, mettendoli a conoscenza di quali sono i comportamenti corretti da utilizzare per preservare le proprie corde vocali, permetterebbe di ridurre in modo drastico la percentuale di chi sviluppa problemi legati alla voce.
A questo poi vanno aggiunte misure di carattere generale, che possiamo definire come i corretti stili di vita, che non solo aiutano a prevenire complicazioni alle corde vocali, ma che generano effetti positivi sulla nostra salute:
- mantenersi ben idratati
- diminuire il consumo di alcol e caffeina
- non fumare e cercare di non urlare mai
- infine e fortunatamente con l’avvento delle nuove tecnologie molto meno utilizzato, cercare di ridurre al minimo la polvere di gesso
Come ultimo argomento, vorrei rivolgermi alle insegnanti; le donne sono più inclini a sviluppare patologie cordiali in quanto la corda vocale femminile è più corta e quindi meno propensa di smorzare le vibrazioni, non solo, è anche più povera di acido jaluronico a livello della lamina propria cordiale che come è noto gioca un ruolo assai importante nella guarigione di lesioni.
Chiudo con un piccolo suggerimento: che siate o no insegnanti non importa, ma se usate la vostra voce per lavorare, rivolgetevi ad uno specialista che potrà aiutarvi, fornendovi i giusti consigli, a preservare al meglio le vostre corde vocali.
Dr. Claudio Albizzati – Otorinolaringoiatra del Gruppo MultiMedica