Nevi coroideali
È prassi frequente quella di sottoporsi a controlli dermatologici per controllare i nevi cutanei. Non tutti sono a conoscenza dell’esistenza di nevi anche nei nostri occhi. I nevi oculari possono svilupparsi a livello della congiuntiva o nell’uvea, la tunica media dell’occhio, che si compone di iride, corpo ciliare e coroide. Tra tutti, i nevi coroideali sono quelli di gran lunga più frequenti, interessando circa il 5.6-6.5% della popolazione caucasica adulta. La prevalenza invece è più bassa nelle altre etnie.
Sono caratterizzati dalla proliferazione di melanociti fusiformi all’interno della coroide e si presentano, all’esame del fundus oculi, come lesioni piatte o più o meno elevate di colore grigio o marrone, anche se esistono i nevi amelanotici. I nevi coroideali sono generalmente asintomatici, anche se raramente possono condurre ad alterazioni dell’acuità visiva, a livello del campo visivo o sviluppare neovascolarizzazioni coroideali. Sono molte le metodiche con cui possiamo studiare i nevi coroideali e che ci permettono di valutarne la stabilità o un’eventuale alterazione. L’angiografia con fluoresceina sodica e ancor di più con verde di indocianina sono metodiche utilissime per valutare i nevi e per la diagnosi differenziale con i melanomi della coroide.
L’ecografia oculare , A scan e B scan , rappresenta certamente un esame fondamentale per la valutazione delle caratteristiche della lesione (reflettività, spessore e crescita). La retinografia, l’OCT (tomografia a coerenza ottica), ed il più moderno OCT-Angiography, ci permettono di studiare i nevi in modo sempre più preciso.
Perché monitoriamo i nevi coroideali?
È noto che i nevi coroideali sono lesioni benigne e asintomatiche. In una bassa percentuale dei casi però diventano sintomatici e possono mutare in melanoma. I dati in letteratura ci parlano del fatto che circa 1 su 8845 nevi evolve in melanoma, condizione che, sebbene rara, reca con sé una prognosi generalmente infausta.
Quali sono i segni che l’oculista deve valutare in un nevo sospetto?
Gli Autori Americani hanno coniato una frase che ci può aiutare nel ricordare i vari punti da esaminare: “To find small ocular melanoma using helpful hints daily”, dai cui acronimi traiamo:
- T: thickness (spessore) >2 mm,
- F: fluids (fluido sottoretinico),
- S: symptoms (sintomatologia),
- O: orange (pigmento arancione),
- M: margin (distanza dal nervo ottico ≤ 3 mm),
- UH: UltrasonographicacusticHollowness (ombra acustica all’ecografia),
- H: halo absent (assenza dell’alone),
- D: drusen (assenza delle drusen sovrastanti).
La presenza di tre o più fattori sopracitati porta ad un rischio del 50% di trasformazione in melanoma nei 5 anni successivi.
È importante quindi sottoporsi a controlli oculistici e ad un programmato follow up per coloro i quali presentano nevi coroideali con fattori di rischio sopracitati.
Prof. Paolo Nucci, Direttore Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale San Giuseppe.
Dr. Umberto Lizzio