Occhio Secco, stato dell’arte
Oggi, dopo la recente pubblicazione delle linee guida internazionali del Tear Film and Ocular Surface Society Dry Eye Workshop II (TFOS DEWS II), l’Occhio Secco viene definito come “una malattia multifattoriale della superficie oculare caratterizzata da una perdita di omeostasi del film lacrimale e accompagnata da sintomi oculari, in cui l’instabilità e l’iperosmolarità del film lacrimale, l’infiammazione e le lesioni della superficie oculare e le anomalie neurosensoriali svolgono ruoli eziologici”.
Questa definizione, oltre a riconoscere l’Occhio Secco come una vera e propria patologia sintomatica (ormai da qualche anno abbiamo finalmente capito che l’Occhio Secco non è un semplice disturbo di un paziente che si lamenta facilmente), elenca 5 principali meccanismi eziologici della patologia. Dunque l’Occhio Secco non è più semplicemente un “occhio asciutto” ma è un occhio con una superficie oculare malata, la cui malattia è alimentata da meccanismi di infiammazione e danno epiteliale, instabilità ed iperosmolarità del film lacrimale e di neuropatia corneale.
D’altra parte oggi sappiamo che, tentando di classificare i pazienti, dobbiamo tenere conto della scarsa associazione tra segni e sintomi della patologia. Avremo dunque molti tipi di pazienti diversi, da quelli asintomatici ma con una superficie oculare evidentemente danneggiata a quelli con un’obiettività molto sfumata ma una sintomatologia importante ed in grado di condizionarne profondamente la qualità della vita.
La complessità della patologia richiede in alcuni casi un approccio diagnostico integrato, che preveda un’attenta analisi dei sintomi, un esame clinico standardizzato e diversi test diagnostici, prevalentemente basati sulle nuove tecnologie di imaging.1 Per questa ragione, la nostra Clinica sta mettendo a punto un vero e proprio servizio di “check-up occhio secco”, volto a sottoporre in un’unica occasione i pazienti a tutti gli esami necessari, contestualmente interpretati da un medico esperto in patologie della superficie oculare.
Un aspetto importante, a cui stiamo dedicando grossi sforzi sia nella gestione clinica sia nella ricerca, è quello della comprensione e della gestione dei sintomi di occhio secco legati a specifici fattori di rischio, incluse patologie come le allergie oculari2 ed interventi chirurgici come quello di cataratta.3 La chirurgia della cataratta, in particolare, può peggiorare o determinare segni e sintomi a carico della superficie oculare. La corretta gestione di questi casi è fondamentale per il risultato post-operatorio e per la soddisfazione del paziente, soprattutto in caso di chirurgia “premium”, con l’impianto di cristallini artificiali torici (per la correzione dell’astigmatismo) e/o multifocali.
Per quanto riguarda i trattamenti per l’occhio secco, può essere utile soffermarci brevemente sulle lacrime artificiali e sui farmaci. La ricerca sta portando ad un’evoluzione continua delle lacrime artificiali, con tentativi sempre più sofisticati di “correggere” ed “integrare” il film lacrimale. La moltitudine di prodotti attualmente in commercio e le profonde differenze di formulazione ed impatto sulla superficie oculare che li contraddistinguono offrono molte opportunità ma possono rendere complicato orientarsi nella scelta terapeutica. Una scelta ragionata e dedicata alle specifiche caratteristiche della superficie oculare e del film lacrimale di ogni specifico paziente può rivelarsi l’arma vincente in molti casi di occhio secco, controllabili senza l’ausilio di farmaci veri e propri.
In altri casi sarà invece necessario ricorrere anche all’uso di farmaci. Negli ultimi anni abbiamo imparato molto sul migliore uso dei farmaci sistemici (assunti per via generale) e topici (colliri) volti a controllare al meglio le forme moderate e gravi di occhio secco, minimizzando al tempo stesso i problemi legati alla tollerabilità. Al momento, inoltre, diverse nuove molecole sono in fase avanzata di sperimentazione o già al vaglio degli Enti regolatori deputati ad autorizzarne l’immissione in commercio. La nostra Clinica offre ai pazienti che rientrano nei criteri di inclusione anche la possibilità di accedere a trial clinici condotti con farmaci in avanzata fase di sviluppo. Questo ci offre la speranza di poter, nel prossimo futuro, trattare più efficacemente i pazienti con le forme più severe di questa patologia.
In conclusione, molto si è fatto negli ultimi anni e molto resta da fare nell’ambito della ricerca scientifica e della cura dei pazienti con occhio secco. Questa è una malattia cronica con un impatto potenzialmente importante sulla qualità della vita e dunque merita un’attenta e dinamica gestione specialistica che parta innanzitutto dalla condivisione di un percorso di cura e da una solida alleanza terapeutica medico-paziente.
Prof. Edoardo Villani, Clinica Oculistica Universitaria, Ospedale San Giuseppe – Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Università degli Studi di Milano.
1. Villani E, et al. Imaging Biomarkers for Dry Eye Disease. Eye Contact Lens. 2020.
2. Villani E, et al. Ocular allergy as a risk factor for dry eye in adults and children. Curr Opin Allergy Clin Immunol. 2018.
3. Villani E, et al. The Ocular Surface Frailty Index as a Predictor of Ocular Surface Symptom Onset after Cataract Surgery. Ophthalmology. 2020.