Un osteopata a misura di bebè
Nell’immaginario collettivo l’applicazione dell’osteopatia è collocata in un ambito terapeutico di quasi esclusiva spettanza per adulti. In realtà i neonati a termine e ancor più i prematuri sono ideali beneficiari della “terapia manuale osteopatica” (OMT).
L’osteopatia è una medicina complementare con un approccio manuale naturale che si fonda su conoscenze mediche tradizionali, ma non prevede l’uso di farmaci. È stata riconosciuta anche in Italia alla fine del 2017.
Negli ultimi anni, grazie a diversi studi scientifici che dimostrano l’efficacia e l’utilità del trattamento nei prematuri e nei nati a termine, l’osteopatia sta trovando sempre più consensi anche in presidi ospedalieri dove accreditati professionisti si occupano di neonati e prematuri per offrire un servizio integrato e multidisciplinare nel gestire problematiche esistenti o che possono emergere alla nascita.
È una disciplina non invasiva ed indolore che valuta il sistema muscolo-scheletrico, il sistema fasciale, il sistema viscerale e cranio-sacrale con lo scopo di risolvere quelle disfunzioni somatiche che traggono origine dalle posizioni mantenute troppo a lungo in utero durante la gravidanza e/o da perturbazioni della cinetica del parto, per creare i presupposti meccanici di una crescita e di uno sviluppo psiconeuromotorio armonico e fisiologico.
Alcune tensioni possono risolversi spontaneamente dopo il parto, grazie all’attività neuromotoria della suzione, del pianto e dello sbadiglio, ma questo processo di “riorganizzazione tissutale” può non avvenire autonomamente ed in modo completo. L’intervento osteopatico promuove questo processo di riassestamento attraverso il lavoro manuale su quei tessuti riscontrati come relativamente più rigidi e collegati in senso anatomo-funzionale con i sintomi che il neonato manifesta.
Il Trattamento Manuale Osteopatico (OMT) induce nell’immediato uno stato di rilassamento nei piccoli pazienti; alcuni però possono avere manifestazioni di particolare reattività, oppure possono liberare le loro emozioni attraverso il pianto, ma la costante è rappresentata da una manualità operativa che non fa sentire nessun dolore poiché le pressioni esercitate sono adeguate ed in rispetto alla plasticità del corpo del piccolo paziente. Il parto può essere, in alcune circostanze, il primo trauma per un bambino: una posizione podalica, un parto gemellare, un’estrazione con ventosa, un travaglio troppo lungo o troppo corto, possono perturbare il funzionamento normale delle strutture scheletriche, potendo provocare dei disturbi funzionali relativamente immediati o futuri.
Le situazioni che potenzialmente possono sostenere l’utilità di una valutazione osteopatica, in un nato prematuro quanto in un bambino nato a termine, allo scopo di promuovere uno sviluppo psiconeuromotorio in accordo con le tappe di sviluppo dello stesso e la sua età cronologica, sono:
- travaglio molto lungo, più di otto ore, o al contrario troppo rapido, meno di due ore
- nascita gemellare
- prematurità
- dismaturità
- utilizzo della manovra di Kristeller
- cordone ombelicale arrotolato intorno al collo, utilizzo di ventosa e in tutte quelle occasioni di sofferenza fetale, anche se leggera
Le condizioni sintomatiche in cui è indicata la terapia osteopatica per il neonato, prematuro o nato a termine ed il bambino sono:
- cranio alla nascita asimmetrico, irregolare
- sospetta o diagnosticata plagicefalia
- rigidità agli arti e/o alla colonna
- lato rotazionale del cranio preferenziale e dominante
- atonia diffusa con difficoltà a tenere la testa diritta
- quando piange molto spesso e risulta irrequieto durante la veglia e/o durante il bagnetto e/o il cambio del pannolino
- se presenta difficoltà, turbe del sonno: dorme poco, inverte il giorno con la notte
- rigurgito in quantità eccessiva e/o lontano dalle poppate
- quando rimane piuttosto agitato dopo la poppata e non riesce a digerire
- sospetto o conclamato reflusso gastroesofageo (GER)
- suzione difficoltosa
- ostruzione del canale lacrimale
- stipsi
- otiti ricorrenti
Di solito il percorso terapeutico osteopatico necessita di poche sedute; la discriminante è rappresentata dal tipo di sintomo, dall’età del paziente e da quanto tempo il sintomo è presente poiché se il disturbo viene trascurato maggiori saranno i compensi disfunzionali messi in atto dal corpo e più lungo sarà il percorso terapeutico per ripristinare una condizione di fisiologia armonica e di benessere.
Dr. Andrea Arcusio, Osteopata, Ospedale San Giuseppe