Quando la perdita di capelli deve incominciare a preoccupare?
Sapreste riconoscere i segnali che devono indurvi a consultare uno specialista?
La caduta dei capelli è un problema che interessa quasi un una persona su due. Il 40% degli uomini a 35 anni e il 65% degli uomini a 60 anni è soggetto a diradamento; a 80 anni la statistica è ancora più impietosa: con l’80% di persone che soffre di questo inconveniente.
Nelle donne le statistiche sono un po’ diverse, perché bisogna distinguere tra il periodo della fertilità e la menopausa: in età fertile circa il 30% delle donne accusa perdita di capelli e diradamento (ma è purtroppo un dato in drammatica crescita), mentre le donne in menopausa che hanno problemi di capelli si aggirano intorno al 40%.
Queste percentuali si riferiscono per lo più ad un tipo di caduta ben preciso che prende il nome di alopecia androgenetica (che è quella che si riscontra maggiormente), ma ci sono anche altri tipi di caduta che possono colpire trasversalmente e hanno statistiche differenti: prendiamo, a titolo esemplificativo, l’alopecia areata che colpisce una persona su cento.
Quando la genetica non ci è amica
Da questa introduzione capiamo come la componente genetica sia, spesso, determinante: non a caso, appena si presenta un caso di diradamento, si va subito a vedere la storia familiare. Quando la caduta è causata dai nostri geni, dobbiamo ricordarci di guardare non solo il ramo paterno ma anche il ramo materno: uno dei geni più determinanti per la caduta è infatti sul cromosoma X e viene ereditato necessariamente dalla madre.
La caduta androgenetica, dovuta ad una eccessiva sensibilità del capello all’azione del DHT (derivante dal Testosterone), è caratterizzata non tanto da una caduta abbondante e tangibile, quanto da un diradamento continuo nel tempo che porta a stempiarsi lentamente in un processo lungo che, spesso, può durare anche anni. In altri tipi di caduta, invece, notiamo una perdita abbondante di capelli in un arco di tempo relativamente corto.
Effetti visibili quando è molto tardi
In ogni caso si ritiene che il diradamento diventa visibile ad occhio nudo solo nel momento in cui in una determinata area, o su tutto il cuoio capelluto, si perdono il 50% dei capelli. In altri termini, se il diradamento è inferiore al 50%, difficilmente ce ne accorgiamo. Nell’ambito della caduta dei capelli, vista la vasta gamma di cause che possono intercorrere (non è raro trovare diverse anomalie e patologie dei capelli nello stesso individuo), la prevenzione può essere spesso determinante.
Come intervenire
Rivolgersi ad uno specialista anche semplicemente per un controllo ed un colloquio di confronto potrebbe realmente fare la differenza. Basti pensare che la maggior parte dei rimedi che possiamo utilizzare agiscono su un capello che quantomeno è presente! Non si può far tornare i capelli lì dove non ci sono più o nei casi in cui c’è una completa e irreversibile atrofia del folllicolo (che può essere causata da numerosi e diversi fattori).
La maggior parte delle soluzioni (cosmetiche, farmacologiche, mediche) mirano a lavorare su un capello comunque presente, limitando la caduta o aumentando la vitalità di quei capelli o ancora, andando ad ispessire il diametro dei capelli stessi. Il risultato dei trattamenti può, ovviamente, variare a seconda del sesso e, a volte, anche da persona a persona; apprezzabili miglioramenti si possono comunque sempre ottenere, a maggior ragione se interveniamo in anticipo.
Ma chi è affetto da un diradamento molto esteso ed ha solo poche aree coperte da capelli non deve disperare: ci sono soluzioni anche in questo caso. Nella fattispecie, ad oggi, ci sono principalmente due alternative: l’autotrapianto e il sistema di infoltimento.
In entrambi i casi, però, farsi guidare da persone qualificate ed esperte può davvero fare la differenza sul risultato estetico finale