La poliposi nasale tra farmaci e bisturi
La poliposi nasale colpisce circa il 3-4% della popolazione italiana. Non è ancora chiaro il meccanismo per il quale la mucosa nasale degeneri in forma benigna in queste masse polipoidi, e diversi sono i medici che si interfacciano con questa patologia, come il Dr. Giuseppe Bellasio, allergologo dell’Ospedale San Giuseppe, e il Dr. Roberto Gera, Responsabile del Servizio di Endoscopia Nasale presso lo stesso ospedale.
Dr. Bellasio, cos’è la poliposi nasale?
È una estroflessione della mucosa che forma una specie di neoformazione aggettante all’interno delle cavità nasali. La sua origine è plurima, nel senso che la mucosa è una struttura che risponde agli stimoli infiammatori con una cosiddetta ipertrofia, cioè ingrandendosi. Se l’ingrandimento è tale da arrivare a formare una plica si formano i polipi. Il meccanismo non è molto diverso dalla formazione di polipi anche in altre strutture dell’organismo, è cioè un fatto infiammatorio.
Come si riconoscono e presentano questi polipi?
Noi allergologi abbiamo ogni tanto la sorpresa di trovare polipi visibili ad occhio nudo. Ho avuto dei pazienti con polipi talmente ingrossati che aggettavano dalla narice. I polipi si presentano di solito pallidi, traslucidi, quasi opalescenti; se illuminati appaiono madreperlacei e si caratterizzano per diversi aspetti clinici. Il primo è naturalmente quello relativo all’ostruzione nasale cioè la cattiva respirazione: ciò significa che il paziente se non cosciente di avere i polipi, arriva dal medico pensando ad un raffreddore cronico condizionante l’ostruzione delle narici, cioè una semplice infiammazione: si tratta invece proprio di qualche cosa di anatomico che gli chiude la narice. È spesso un russatore, quindi un paziente che al mattino si sveglia con una cattiva qualità del sonno, con bocca asciutta e secca avendo respirato con la bocca aperta. Un’altra caratteristica particolare è che, spesso, siccome si formano poco alla volta, il paziente vi si abitua, tanto che, dopo la loro rimozione, si sorprende che si possa respirare normalmente.
Cosa mi può dire della patogenesi? Quali sono le cause del suo sviluppo?
L’origine è infiammatoria, quindi deriva da infezioni virali, batteriche croniche, e allergiche, o in una sindrome particolare che comprende l’asma bronchiale e l’intolleranza all’aspirina. Possono derivare anche da un’infiammazione micotica o dalla fibrosi cistica (non molto frequente).
Come si arriva alla diagnosi?
Il collega otorino saprà rispondere più dettagliatamente di me. Per quanto mi riguarda, come allergologo, una buona diagnosi parte dalla ricerca delle cause, che, nel mio sono le allergie croniche, diagnosticabili con test cutanei o sierologici per cercare gli anticorpi dell’allergia nel sangue.
Dr. Gera, è stato chiamato in causa. Cosa ci dice?
Il paziente si presenta da noi otorinolaringoiatri accusando, in prima battuta, una diminuzione dell’olfatto e successivamente un’ostruzione nasale che lo porta a richiedere una nostra valutazione. Iniziamo l’analisi con l’endoscopia con fibre ottiche del naso, una tecnica mini-invasiva che non dà nessun problema al paziente e viene fatta senza anestesia, passando poi alla TAC del massiccio facciale, che rende al medico il quadro chiaro di tutta l’estensione dei seni paranasali e della poliposi nasale. La poliposi può essere mono o bilaterale, la valutazione della monolaterale va ulteriormente approfondita con la risonanza magnetica, perché molte volte può nascondere una patologia tumorale, mentre invece la bilaterale viene trattata dapprima con medicamenti a base di steroidi e antistaminici e successivamente, in casi particolari, deve essere anche trattata anche chirurgicamente per una totale risoluzione.
Dr. Bellasio, ci sono soluzioni alternative alla chirurgia?
Dal punto di vista terapeutico, per le forme allergiche, ci sono sia farmaci che vaccini. In caso di poliposi in cui ci sia dimostrato un nesso chiarissimo con causa allergica il vaccino è importante perché, anche se non guarisce definitivamente, diminuisce la recidiva. Abbiamo a disposizione farmaci sia per via sistemica che topica. I cortisonici per via topica sono molto efficaci. A tale proposito è bene ricordare l’importanza di un corretto uso degli spray nasali, perché una buona percentuale di persone non li sa usare riducendone così l’efficacia. Abbiamo a disposizione anche antistaminici e vasocostrittori, da utilizzare in casi particolari, ma nella poliposi nasale il cortisonico è il farmaco d’eccellenza. Per via sistemica disponiamo di cortisonici e di antileucotrienici. Gli antistaminici sono di supporto ma quando il polipo è formato e grosso hanno relativamente poca efficienza. In ogni caso, la via chirurgica è sicuramente la più rapida nelle risoluzione della patologia.
Dr. Gera, in cosa consiste l’intervento?
Mi lasci sottolineare il fatto che il primo approccio terapeutico deve essere sempre medico, soprattutto per cercare di controllare le patologie di base che possono portare alla poliposi, in particolare dal punto di vista allergologico e di iperattività sinuso-bronchiale. Solo se queste terapie non sono sufficienti, visto che la poliposi tende a recidivare (in quanto infiammazione cronica dei seni paranasali), si passa alla chirurgia, che è mini-invansiva per via endoscopica. È molto selettiva, senza dolore e comporta al paziente un ricovero in day hospital, infatti, rispetto alla vecchia chirurgia tradizionale macroscopica, identifica il tessuto patologico da quello normale quindi rispetta tutta la funzionalità del naso e dei seni paranasali.
Per il futuro sono allo studio farmaci biologici, nati in ambito oncologico, che sembrano efficaci anche contro la poliposi, soprattutto se associata ad asma grave. In tutti i casi tengo comunque a ricordare ai pazienti che una terapia, perché possa essere davvero efficace e risolutiva, deve sempre partire da una corretta anamnesi e diagnosi. Rivolgetevi quindi a un medico specialista.