Protezione solare o Vitamina D? Questo il dilemma dell’estate
Le protezioni solari contenute nelle creme proteggono la pelle dagli effetti dannosi dei raggi solari, ma impediscono l’assorbimento della Vitamina D, importante per la salute del nostro organismo in quanto agisce sullo scheletro e sull’assorbimento osseo, aiutando a prevenire l’osteoporosi, ma gioca anche un ruolo nella prevenzione del melanoma.
Come è possibile quindi rimediare a questo dilemma?
È necessario trovare il giusto equilibrio nell’esposizione solare, infatti, se ci si espone correttamente, è possibile sia sintetizzare dal sole la quantità adeguata di vitamina D utile al nostro organismo, sia non provocare danni irreparabili alla pelle.
È importante sottolineare che il nostro corpo produce Vitamina D grazie alle radiazioni UVB e non alle UVA, che invece di più aumentano lo stress ossidativo, producendo invecchiamento e danneggiamento della pelle e aumentando il rischio di melanoma.
Quindi è importante esporsi al sole, e occorre farlo in primavera, estate e autunno (periodo in cui gli UVB raggiungono maggiormente la superficie terrestre) per 2 volte a settimana in un orario compreso tra le 10 ele 15. L’irradiazione deve essere di 15-20 minuti al giorno e deve avvenire su volto, braccia e gambe, per avere una superficie abbastanza estesa.
Con un’esposizione di questo tipo la dose prodotta di Vitamina D andrà da 1000 a 10.000 IU/giorno, in relazione a variabili che modificano l’assorbimento degli UBV quali: la latitudine, l’altitudine, le condizioni metereologiche, l’inquinamento atmosferico, il fototipo cutaneo, la superficie del corpo esposta, l’età e l’indice di massa corporea. I filtri solari vanno applicati solo dopo il tempo raccomandato per l’assorbimento degli UBV senza protezione, si è visto infatti che un SPF di 8 riduce l’assorbimento di vitamina D del 95% e un SPF di 15 del 98%.
Comunque non bisogna rischiare arrossamenti o scottature, ma procedere per gradi.
Nei primi giorni, soprattutto nei soggetti con carnagione chiara, iniziare l’esposizione per pochi minuti e poi aumentare gradualmente in modo che i melanociti dell’epidermide producano una quantità sufficiente di melanina, che è la naturale protezione alle scottature.
Dr. Francesco Klinger, Direttore del’Unità di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica del Gruppo MultiMedica