Reflusso gastroesofageo. Questione di stile… di vita
In condizioni di normalità, nell’arco della giornata, avvengono fisiologicamente episodi asintomatici di reflusso; quando invece la frequenza degli stessi aumenta oltre ad un certo livello per perdita di continenza dello sfintere esofageo inferiore, il più importante meccanismo antireflusso, si configura la Malattia da Reflusso Gastroesofageo. Il reflusso, acido o non acido, è alla base di un corredo sintomatologico che varia dal bruciore dietro lo sterno (pirosi retrosternale) che può irradiarsi anche al dorso in posizione interscapolare, alla sensazione di nodo in gola, alla laringite cronica con bruciore in gola, tosse, raucedine, abbassamento della voce e necessità di schiarirsi la voce più volte al giorno, otiti.
Se, dopo un periodo di terapia con farmaci che riducono o bloccano la secrezione acida, la sintomatologia persiste o vi sono sintomi più importanti quali astenia, calo di peso, anemizzazione si procede con l’esecuzione di una esofago gastroscopia ed eventualmente una pHimpedenziometria delle 24 ore che permette di valutare la tipologia di reflusso (acido o non acido) e l’entità del medesimo o una manometria esofagea per valutare eventuali disturbi della motilità esofagea.
Per evitare il reflusso gastroesofageo, prima ancora dei farmaci, è importante la correzione dello stile di vita cercando di ridurre l’eventuale sovrappeso incrementando l’attività fisica ed evitando l’assunzione di alimenti che possono incrementare la secrezione acida come cioccolata, menta, caffè, alcolici, pomodoro, agrumi, spezie piccanti, grassi animali.
Importante anche astenersi dal fumo e coricarsi almeno tre ore dopo la fine del pasto serale, che preferibilmente deve essere leggero, mantenendo una posizione declive del corpo.