Restrizione calorica? Un toccasana!
L’alimentazione ha sicuramente un ruolo di primo piano nel nostro benessere. Ma che impatto hanno le calorie che assumiamo quotidianamente sulla nostra salute?
Secondo uno studio molto recente, pubblicato da una delle più autorevoli riviste scientifiche (Lancet Diabetes Endocrinol), una riduzione del nostro apporto energetico giornaliero di circa 300 Kcal basterebbe per tenere sotto controllo fattori di rischio cardiometabolici.
Lo studio di 2 anni ha coinvolto un totale di 218 partecipanti sani, non obesi e di età compresa tra i 21 e i 50 anni. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: nel primo i soggetti sono stati sottoposti ad una restrizione calorica del 25%, nel gruppo di controllo hanno seguito una dieta “ad libitum” (dieta a piacere). I partecipanti assegnati al primo gruppo hanno ricevuto il supporto di esperti che li hanno formati sulle basi della restrizione calorica, mentre quelli assegnati al gruppo di controllo hanno mantenuto le loro abitudini alimentari per l’intera durata dello studio. I parametri valutati durante lo studio comprendevano pressione sistolica, diastolica e media, lipidi plasmatici, proteina C reattiva (che è un indice di infiammazione), valutazione dell’omeostasi del glucosio, resistenza all’insulina.
I soggetti assegnati alla restrizione calorica hanno fallito l’obbiettivo di diminuire l’apporto calorico del 25%, assestandosi su una riduzione dell’11.9%. Tuttavia, tanto è bastato per osservare miglioramenti nei parametri valutati. Basti pensare che i soggetti hanno perso in media 7.5 Kg e che tale perdita era attribuibile in gran parte ad una riduzione della massa grassa corporea. Non è tutto! I partecipanti mostravano una riduzione del colesterolo totale già a partire dal primo anno e un incremento del colesterolo HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”) al secondo anno. Anche la pressione arteriosa, nonostante fosse già normale negli individui arruolati nello studio, è diminuita ulteriormente nei soggetti sottoposti a restrizione calorica. Infine, la restrizione calorica ha avuto un effetto positivo anche sul controllo del glucosio circolante e sui livelli di infiammazione.
Lo studio ha quindi mostrato che una riduzione dell’apporto energetico, seppur di una piccola percentuale, ha un impatto importante sugli indici dei fattori di rischio cardiovascolare. Inoltre, tale effetto è visibile in soggetti giovani, sani e non obesi. Pertanto, una moderata restrizione calorica, se formulata in modo da fornire un apporto equilibrato di tutti i nutrienti essenziali, può costituire un valido strumento per contrastare le malattie cardiovascolari.
Con il contributo di:
Dr.ssa Ornella Colpani, Ricercatrice Laboratorio di Ricerca Cardiovascolare Gruppo MultiMedica,
Progetto Cariplo “Il midollo osseo come organo chiave nella fragilità dell’anziano”