La rinite allergica
La rinite allergica è rappresentata da uno stato infiammatorio della mucosa nasale che è innescato da una risposta immunitaria nei confronti di allergeni inalanti, come: pollini, polvere o altre sostanze disperse nell’aria. Perché questo meccanismo si possa verificare è necessario che una persona sia sensibilizzata, ovvero che presenti una risposta infiammatoria mediata dalle immunoglobuline di classe E (IgE), nei confronti della data sostanza.
L’infiammazione determinata dallo stimolo allergico, a livello della mucosa nasale, può provocare sintomi locali, di varia intensità, che sono tipicamente la congestione nasale, la rinorrea (naso che cola), il prurito nasale e la starnutazione, ma anche sintomi generali. Questi nella maggior parte dei casi sono caratterizzati da astenia (stanchezza), ridotta concentrazione e ridotta produttività.
Quest’affezione ha visto un incremento significativo della sua prevalenza nel corso delle ultime decadi, probabilmente in relazione all’aumento dell’urbanizzazione e al miglioramento degli standard di vita (soprattutto nei paesi sviluppati) che hanno contribuito ad un aumento dell’esposizione a numerosi allergeni sia all’interno che al di fuori delle mura domestiche. Le ultime stime riportano di come circa un quarto della popolazione mondiale possa essere affetto da questa patologia, con percentuali che in europa si aggirano tra il 23 e il 30% (vedi figura).
Per il sospetto diagnostico di una forma rinitica di tipo allergico ci si basa sulla raccolta anamnestica, ossia sui sintomi riferiti dal paziente. La presenza di 2 o più dei sintomi sopra elencati (congestione nasale, rinorrea, prurito…) pongono il sospetto di una forma rinitica. Altri aspetti da tenere in considerazione saranno l’eventuale andamento stagionale o perenne di questi sintomi e l’associarsi ad altri disturbi come ad esempio problemi congiuntivali, asma o dermatite.
La diagnosi dovrà poi essere rafforzata dalla presenza di alcune caratteristiche nella valutazione obiettiva del paziente. Nell’ambito della rinite allergica l’esame che l’Otorinolaringoiatra dovrà eseguire per inquadrare adeguatamente il problema è l’endoscopia nasale. Questa procedura, che non necessità di sedazione e che può essere effettuata agevolmente in regime ambulatoriale, permette un’accurata valutazione delle fosse nasali e di poter identificare caratteristiche della mucosa e delle secrezioni suggestive per questa patologia.
Alla valutazione clinico-anamnestica andranno poi associati dei test (Skin Prick Test, RAST, citologia nasale) che unitamente alle informazioni prima elencate, confermeranno o escluderanno la presenza di un disturbo nasale di tipo allergico. La terapia prevede quando possibile l’eliminazione dell’allergene dall’ambiente di vita del paziente, l’antistaminico e l’utilizzo di spray nasali a base steroidea. Attualmente esistono anche immunoterapie specifiche che possono rappresentare un trattamento efficace. L’obiettivo è idealmente quello di garantire al paziente una significativa riduzione dell’impatto dei sintomi sulla sua vita quotidiana.
Infine mi preme sottolineare, come per questo tipo di disturbo sia fondamentale un approccio multidisciplinare che vede l’affrontarsi di più figure specialistiche (allergologo, otorinolaringoiatra, dermatologo, pneumologo…) coordinate dal Medico di Medicina Generale (Medico di Famiglia), per il controllo di tutti gli aspetti associati alla malattia ed una cura adeguata per i nostri pazienti.
Dr. Roberto Gera, Direttore di Endoscopia Nasale, Ospedale San Giuseppe