Rinoplastica: un naso nuovo per sentirsi meglio
Negli ultimi anni la chirurgia estetica ha sicuramente avuto un notevole impulso; grazie all’enorme divulgazione delle sue “potenzialità” e alla sua maggiore fruibilità. Il progresso delle tecniche operatorie ha innalzato il livello delle prestazioni, ottenendo risultati migliori, costi più accessibili e ritorno più rapido alla vita sociale di tutti i giorni: quale migliore slogan per pubblicizzare un servizio?
Nell’ambito degli interventi di chirurgia estetica uno dei più popolari, se non in assoluto il più celebre, è sicuramente la rinoplastica, la chirurgia estetica della forma del naso. Abbiamo chiesto al Dr Klinger, Direttore dell’Unità di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica del Gruppo MultiMedica, di raccontarci i risvolti e gli aspetti meno conosciuti di questa tipologia di intervento, divenuto ormai molto comune.
L’intervento
Il naso rappresenta il centro del viso, un elemento anatomico da sempre considerato simbolo di personalità differenti a seconda delle sue caratteristiche salienti. La rinoplastica è l’intervento chirurgico capace di migliorarne l’aspetto correggendone le caratteristiche quando non corrispondenti a quelle universalmente accettate dai canoni estetici e come tali prese ad esempio. È una procedura chirurgica che generalmente necessita di anestesia generale e che non richiede quasi mai incisioni visibili esternamente. L’obbiettivo é di correggere le dimensioni della punta nasale sia frontalmente sia sul profilo, di modificare gli angoli tra naso e labbro e tra naso e fronte rendendo la linea del dorso nasale diritta o leggermente concava, stringendola sul piano frontale.
L’aumento dell’esperienza e delle conoscenze nell’ambito della chirurgia nasale ha portato a una notevole varietà e complessità di tecniche e indicazioni, non del tutto semplificabili e schematizzabili, passando, da una chirurgia estetica vera e propria che corregge nasi con la gobba, alla chirurgia ricostruttiva che ripara nasi malformati o mutilati da traumi o interventi, giungendo dalla chirurgia morfofunzionale che abbina il ripristino della funzionalità al miglioramento dell’aspetto estetico. Qualunque siano le permesse, il progetto di una rinoplastica deve tendere a riportare l’armonia del volto, minimizzare i difetti con un risultato il più possibile stabile nel tempo.
Il chirurgo Plastico, dunque, deve essere capace di agire qualitativamente e quantitativamente sulle strutture nasali: cartilagini, ossa, legamenti e muscoli che sono tra loro articolate in delicati rapporti anatomici e che posseggono caratteristiche estetiche e funzionali assolutamente peculiari. Sarà la giusta “interpretazione”dell’operatore di opportune manovre ben codificate, così, che porterà ai risultati prefissati.
Dalla decisione al post operatorio, ecco cosa avviene
Il paziente si presenta a colloquio con il chirurgo plastico mosso dalla volontà di correggere il proprio naso, spesso con un “modello” di riferimento; la visita e un attento e scrupoloso esame obbiettivo permettono al medico di individuare quali siano le imperfezioni anatomiche fonte del disagio e, successivamente, valutarne la loro correggibilità.
Ovviamente questa fase, molto delicata, è fondamentale. La reciproca comprensione è basilare per trovare corrispondenza tra le aspettative, non sempre realistiche, del paziente e le effettive possibilità di correzione che il chirurgo può ottenere attraverso l’intervento. L’attenta valutazione psicologica del paziente, sarà la migliore garanzia di soddisfazione per entrambi: un desiderio che genera delle aspettative non coerenti poi disattese, ad esempio, porterà solo a stress e delusione per il risultato. Dopo la visita preliminare, si arriva al giorno dell’intervento chirurgico, un’ora circa di sala operatoria. La dimissione generalmente avviene il giorno successivo, già senza i tamponi nasali, ma con un tutore rigido sul dorso nasale.
Le successive 24-48 ore a domicilio richiedono antibiotici, antinfiammatori e un po’ di riposo; ovviamente persisterà per qualche giorno l’ecchimosi sottopalpebrale (i classici lividi sotto gli occhi). Una settimana dopo l’intervento viene rimosso il gesso. Il “nuovo” naso, bello e regolare sin dal primo momento avrà la sola tendenza a essere gonfio per le prime settimane, per cui saranno di aiuto cerotti e massaggi. La ripresa delle normali attività avverrà già dopo qualche giorno, mentre cerotti e lividi spariranno più o meno dopo una decina.
Qualche ulteriore accorgimento per una ripresa senza intoppi
L’attività fisica intensa, o lo sport in generale, potrà essere ripresa non prima di tre settimane dall’intervento.
L’esposizione al sole (della spiaggia) non prima di un mese. Per i mesi successivi saranno molto importanti i controlli ambulatoriali con il chirurgo, così da poter monitorare nel tempo la corretta guarigione. Infine, va ricordato, che non esiste un “periodo ideale” e uno “controindicato” per sottoporsi alla rinoplastica, ma solamente la necessità di avere le giuste motivazioni e di organizzare la propria convalescenza, a prescindere dalle stagioni.
L’età può rappresentare un vincolo: è necessario infatti attendere lo sviluppo completo dello scheletro facciale, intorno ai 16 anni, e, possibilmente, la maggiore età per ovvi motivi medico legali, mentre si può essere sottoposti a rinoplastica anche a sessanta/settant’anni per la rinoplastica di ringiovanimento.
In conclusione la rinoplastica è l’intervento chirurgico che, se eseguito da mani esperte, è in grado di portare luce e armonia su un viso mantenendone le caratteristiche di naturalezza ed esaltandone tutti i pregi. Insomma la chirurgia che illumina il volto.