S.O.S maternità. Il coraggio di affrontare me stessa
Nel pieno del turbine ormonale, ho pensato che nessuno fosse in grado di capirmi
È nel momento in cui mi accetto così come sono che io divengo capace di cambiare”. (Carl Rogers)
Lo sguardo di Stella brilla di determinazione, nella sua voce vibra la consapevolezza e la sicurezza di chi ha saputo trasformare un momento di difficoltà in un’occasione di conoscenza e di ricostruzione del proprio Io. È una voce che tranquillizza, che trasmette equilibrio.
“Sono diventata mamma alla fine del 2019. Tre mesi dopo è scoppiata la pandemia di Covid-19 ed io e mio marito ci siamo ritrovati da soli con la bambina, lontani dai nostri genitori e dal loro supporto. L’arrivo di un neonato modifica completamente gli equilibri di una coppia, richiede tempo, attenzione e amore ed è facile che si creino dei momenti di conflitto o che ci si senta un po’ giù. Oltretutto, noi ci siamo ritrovati a vivere questo cambiamento rinchiusi in una bolla che ha
contribuito ad accentuare le dinamiche tipiche del post partum”.
Com’è cambiato il vostro rapporto di coppia con l’arrivo della bambina?
Si è sempre un po’ impreparati quando arriva un bambino. Ti immagini che tutto sarà bello, felice, patinato. Credi che appena lo avrai tra le braccia sarai investito da un amore profondissimo, ma la verità è che l’arrivo di un bambino è un fulmine a ciel sereno. In un attimo, ti ritrovi ad avere la responsabilità di qualcuno che dipende completamente da te, ogni singolo istante. Automaticamente, pian piano, distogli l’attenzione dalla coppia, dal tuo compagno, che si sente messo da parte, rivedi le tue priorità, le dinamiche familiari e i rapporti con le persone care. Nella coppia affiorano pressioni, che prima non c’erano e che devi imparare a gestire e così oltre alla difficoltà di ambientarsi in questa nuova vita, hai anche la responsabilità di affrontare la complessità familiare. In questo scenario è facile che il mondo esterno possa farti sentire inadeguata nella risposta emotiva che hai in determinate circostanze.
Quanto riesce il partner ad essere di supporto in questa sensazione di inadeguatezza?
Anche il partner è in una situazione del tutto nuova, nella quale, ad un certo punto, si ritrova accanto una persona diversa da quella che conosceva. Dopo il parto inizi a provare emozioni discordanti e molto più accelerate, ti comporti in modo non abituale e il tuo compagno è motivato a credere che tu sia un “alieno”. Nel pieno del turbine ormonale, ho pensato che nessuno fosse in grado di capirmi. In questa fase, il lavoro di coppia, anche mediato dallo psicologo, mi ha aiutata parecchio, anzi direi che è stato fondamentale. Non so quante persone siano abbastanza coscienti da chiedere aiuto ad uno psicologo e quante sappiano che esistono dei mediatori di coppia in grado di aiutarti in queste situazioni estreme in cui è essenziale rivolgersi ad una persona super partes, che capisca che entrambi i partner sono a disagio.
Così hai deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia?
Inizialmente ero molto restia a rivolgermi ad uno psicologo, mi faceva paura l’idea di esternare intimità personali e di coppia, temevo che gli altri potessero pensare che fossi depressa. Il fatto che la Dott.ssa Pucci fosse una figura che avevo già avuto modo di incontrare durante il corso preparto dell’Ospedale San Giuseppe ha facilitato la scelta. Mi confortava il pensiero di affidarmi ad una persona conosciuta e di seguire un percorso in un luogo che avevo già frequentato e dove mi ero trovata a mio agio.
Com’è andato questo percorso?
Il lavoro di coppia inizialmente non è andato benissimo, ma per colpa mia. In quel periodo, ero molto arrabbiata e non ho agevolato una conversazione fluida dal lato del mio compagno. Dopo qualche incontro con la Psicologa, l’inesperienza mi ha portata a credere che le cose andassero meglio, che ero riuscita a risolvere le mie preoccupazioni e così ho sospeso il percorso. Naturalmente, nella mia incoscienza di quel momento (la coscienza ce l’ho adesso) mi dicevo che avevo risolto i miei nodi e che potevo andare serenamente avanti con la mia vita. In realtà, è stato solo un trascinamento dei temi interiori miei e di coppia che sono rimasti irrisolti.
E poi cosa è successo?
Ho capito che meglio non significa risolvere. Quando ho iniziato il percorso di psicoterapia ero in una fase in cui davo la colpa agli altri senza fare un’analisi interiore. Pensavo: “sono la puerpera e non ho bisogno di analizzare il mio stato, perché si sa che il mio stato è particolare”. Così, dopo circa sei mesi, i nodi che sembravano risolti sono riemersi e sono tornata dalla Dott.ssa Pucci. Questa volta, però, volevo innanzitutto sistemare ciò che riguardava me e, con questa nuova consapevolezza, il mio atteggiamento è cambiato. Ho intrapreso il secondo percorso di psicoterapia con il coraggio e la forza di affrontare me stessa e di capire cosa non andava in me di fronte a situazioni difficoltose a livello di coppia e familiari. Quando ho iniziato a cambiare atteggiamento, automaticamente anche gli altri hanno cominciato a rapportarsi in modo diverso con me. Generalmente, siamo portati a fare il ragionamento contrario “se cambi tu allora cambio io”, ad aspettare che sia sempre l’altra persona a fare il primo passo. Invece, grazie alla Dott.ssa Pucci mi sono concentrata su di me, reso centrale la mia figura e cercato di capire cosa volevo io. Pur lavorando solo su me stessa, stiamo cambiando dei meccanismi che erano intrinsecamente sbagliati da entrambe le parti.
Questo percorso mi ha insegnato un modo per camminare da sola. È stata un’opportunità per parlare con qualcuno in grado di capirmi ed aiutarmi a ridimensionare quei problemi che sembravano epocali.
Oggi come procede il tuo percorso?
Più vado avanti, più stabilizzo gli sbalzi di atteggiamento. Mi ci vuole molta forza e determinazione, ma ne vale la pena perché questa nuova attitudine è un’energia positiva che si espande in tutta la coppia e nel resto del mio mondo. Avvia un circolo virtuoso, che pian piano mi fa dire: “va bene, adesso sono felice e ho le forze per mettere in piedi un nuovo progetto, sono pronta ad affrontarlo qualsiasi cosa capiti e con tutte le incognite del caso”. Le persone sono capaci di imparare dal proprio vissuto, so che nessun percorso sarà scevro di difficoltà, però sicuramente adesso mi sento più solida interiormente ed è una sensazione che non avevo più provato dopo il parto. Al momento il percorso va talmente bene che io e il mio compagno stiamo pensando di avere un altro bimbo.