Screening neonatali, indagini precoci per il futuro benessere
A cura della Dott.ssa Margerita Assenova Tchipeva e Virginia Siragusa, Dirigente Medico U.O. Neonatologia Ospedale San Giuseppe
Gli screening neonatali sono un intervento di prevenzione sanitaria atto a consentire diagnosi e cura di un ampio spettro di malattie congenite. Lo scopo è riconoscere e trattare determinate patologie che, se affrontate prima dell’insorgenza delle manifestazioni cliniche, possono avere una prognosi migliore e garantire una superiore qualità di vita, evitando le disabilità più gravi, i danni metabolici permanenti e, in alcuni casi, la morte.
Lo screening è un programma di medicina preventiva, ovvero un’indagine eseguita indistintamente su tutti i neonati, realizzata presso il punto nascita dopo il parto e, comunque, prima che il piccolo lasci l’ospedale.
In Italia gli screening sono obbligatori e gratuiti dal 1992 (legge 106, art. 6), sono attualmente normati dal DPCM 12/1/2017 con successive modifiche e integrazioni, e sono inseriti nei Livelli Essenziali di Assistenza. Attualmente sono sottoposte a screening la sordità congenita, i principali difetti visivi congeniti e un ampio pannello delle malattie metaboliche ereditarie.
Screening per la sordità
La sordità neonatale nei paesi occidentali ha un’incidenza stimata di 0,5-1,5 casi ogni 1000 nati. Se non diagnosticata e trattata precocemente può determinare ritardo nell’acquisizione della capacità linguistica con effetti sulla socializzazione e sull’apprendimento. Indipendentemente dalla causa (mutazione genetica, infezione virale, sofferenza perinatale, prematurità, etc.), la sordità neurosensoriale consiste in un cattivo funzionamento della coclea (porzione dell’orecchio interno deputata a convertire le onde sonore in impulsi elettrici). Il neonato con una coclea non funzionante, quindi, non percepisce alcuno stimolo sonoro. Lo screening è attuato mediante la tecnica delle otoemissioni acustiche (TAOE) e viene effettuato nei primi giorni di vita. Consiste nell’inviare all’orecchio del bambino specifici stimoli sonori registrandone la risposta tramite un’apparecchiatura specificatamente predisposta. È un’indagine di breve durata, non invasiva e ben tollerata, non necessita della collaborazione del bambino e si può eseguire durante il sonno.
Screening per le malattie oculari
Le malattie oculari congenite sono gravi affezioni che, se non trattate, possono causare profonde limitazioni visive, fino alla cecità. La cataratta congenita ha un’incidenza di circa 3 casi ogni 10.000 nati vivi, il retinoblastoma di 1 su 15.000 nati e il glaucoma congenito colpisce 1 bambino ogni 10.000. La diagnosi di queste patologie ne permette il trattamento tempestivo che può migliorare lo sviluppo della visione e limitare i danni permanenti. Lo screening si esegue con il “test del riflesso rosso”, che permette di evidenziare i casi sospetti meritevoli di essere inviati all’oculista pediatra. Quest’ultimo, dopo una valutazione completa, attiverà se necessario l’appropriato percorso terapeutico. Il test si esegue dopo aver tenuto il bimbo in penombra per circa 15 minuti così da facilitare la dilatazione pupillare. L’operatore, utilizzando la luce di un oftalmoscopio, esamina i campi pupillari del neonato e rileva il colore riflesso dal fondo dell’occhio che, nella normalità, appare tendenzialmente rosso.
Screening per le malattie metaboliche
Le malattie metaboliche ereditarie sono una categoria di malattie genetiche causate dal funzionamento errato di una specifica proteina. Questo significa che in molte di queste patologie c’è un enzima che manca o che funziona male, determinando l’accumulo di sostanze tossiche per l’organismo. Ad oggi se ne conoscono più di 1000 varianti e, complessivamente, colpiscono in Italia un bimbo ogni 2000 nati.
Il merito di indagare l’intera popolazione neonatale per ricercare una specifica malattia va al microbiologo americano Robert Guthrie (1916-1995) che, alla fine degli anni ‘60 ha eseguito il primo screening sulla fenilchetonuria. Ancora oggi il dispositivo sul quale si raccolgono le gocce di sangue viene chiamato “Guthrie card”. Negli anni ‘70 il test è stato ampliato inserendo l’ipotiroidismo e la fibrosi cistica, successivamente è stata anche inserita la sindrome adrenogenitale. Negli anni ‘90 grazie alla tecnica chiamata “spettrometria di massa tandem” c’è stata un’ulteriore espansione delle malattie potenzialmente rilevabili.
Il test si esegue in quasi tutti i paesi del mondo, ma la lista delle patologie ricercate (definita “panel”) cambia in funzione delle possibilità economiche dei diversi Stati. L’Italia è il paese che, in Europa, ne testa il maggior numero (49) e solo gli Stati Uniti fanno di meglio ricercandone 62. Le malattie oggetto dello screening sono raggruppabili in gruppi e comprendono, principalmente, le acidemie organiche, i difetti di ossidazione degli acidi grassi, i difetti del ciclo di urea, la biotidinasi e la galattosemia.
Per l’esame si prelevano poche gocce di sangue dal tallone del neonato, che vengono fatte poi essiccare su un supporto che viene inviato ad un unico laboratorio di riferimento regionale. I risultati sono comunicati all’ospedale dove è avvenuta la nascita nel giro di una decina di giorni e solo in caso di sospetta positività si informa la famiglia. Il campione, peraltro, rimane conservato per 2 anni presso il Laboratorio Regionale di Screening per eventuali azioni di controllo e verifica sullo stato di salute del bambino. L’esame si esegue tra le 49 e le 72 ore di vita e, per alcuni soggetti considerati a rischio (nati prematuri, figli di madri affette o portatrici di patologie metaboliche, ecc.), viene ripetuto dopo 15 giorni anche se i valori della prima analisi sono normali.
Il riscontro di un’alterazione al test non permette una diagnosi diretta, ma impone l’esecuzione di ulteriori accertamenti (esami biochimici o genetici) che dovranno confermare il sospetto. Mediamente, solo nel 5% dei neonati si rende necessario l’avvio di procedure di controllo e solo in caso di conferma diagnostica il neonato viene inviato dal centro di riferimento per il trattamento e il follow-up.
Le attuali norme legislative prevedono l’aggiornamento triennale del pannello delle patologie. A breve sarà introdotto lo screening per la Atrofia Muscolare Spinale (SMA) e si stanno sviluppando test per le malattie lisosomiali, le malattie neurodegenerative, alcune immunodeficienze, l’adrenoleucodistrofia X- linked e alcune malattie neuromuscolari.
In conclusione possiamo affermare che gli screening sono una forma di prevenzione sicura e semplice, gratuita e poco invasiva, che migliora la prognosi di molte malattie e, in alcuni casi, può salvare la vita dei neonati.
SCREENING NEONATALE ESTESO: PUNTI DA RICORDARE
SE IL TEST E’ NEGATIVO = tutto bene e nessuna comunicazione dall’ospedale SE IL TEST E’ POSITIVO = rischio di patologia, necessari ulteriori accertamenti
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