Vertigini: quando il mondo ti gira intorno
A tutti noi è capitato, almeno una volta nella vita, di soffrire di vertigine, quella strana sensazione di movimento dell’ambiente circostante o del nostro corpo rispetto a ciò che ci sta intorno. Pensate che questa condizione incide su circa il 5% delle prestazioni ambulatoriali richieste dai pazienti al proprio Medico di Medicina Generale, al quale riferiscono i sintomi più vari: “mi manca la terra sotto i piedi, mi gira la testa, mi sembra di stare in barca, ho la sensazione di cadere, mi gira tutta la stanza, ho la nausea, la tachicardia, i sudori freddi” e molto altro ancora.
La causa più comune di vertigine è la Vertigine Parossistica Posizionale Benigna (VPPB). Cerchiamo di conoscerla meglio con il dottor Claudio Albizzati, responsabile del Servizio di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale MultiMedica di Castellanza.
Dott. Albizzati, cos’è la Vertigine Parossistica Posizionale Benigna?
E’ la malattia più comune dell’orecchio interno, ovvero dell’apparato vestibolare. È caratterizzata da brevi episodi di capogiro di intensità media o forte. I sintomi sono scatenati da particolari cambiamenti di posizione della testa, ad esempio rialzarla e abbassarla, girarsi o mettersi a sedere dopo essere stati sdraiati. Si può avere il capogiro anche quando si sta in piedi o si cammina.
Come dice il nome stesso, si tratta di una patologia benigna, che non rappresenta quindi una minaccia per la vita del paziente, e che può diventare grave solo in rari casi, cioè quando fa aumentare il rischio di cadute.
Ma cosa centra l’orecchio con le vertigini?
L’apparato vestibolare dell’orecchio, o labirinto, è costituito da tre canali semicircolari (posti ad angolo retto fra di loro nei tre piani ortogonali), da un utricolo e da un sacculo. I tre canali semicircolari contengono linfa e sensori ciliati che controllano la rotazione della testa, mentre l’utricolo e il sacculo contengono dei cristalli, e ci rendono sensibili alla gravità.
Per motivi diversi i cristalli si possono spostare. Se si spostano, possono andare a finire in uno dei canali semicircolari, soprattutto quando si è in posizione sdraiata. Il canale semicircolare, quindi, diventa sensibile a posizioni della testa a cui normalmente non presterebbe attenzione: si hanno così le vertigini.
Come mai questi cristalli di spostano?
Come detto le cause possono essere svariate. Sotto i 50 anni spesso l’origine è un trauma, sopra i 50 anni il più delle volte la causa è idiopatica, non esiste, cioè, una spiegazione ovvia. E’ più frequentemente osservabile dopo un periodo di inattività a letto o dopo un intervento chirurgico dove il paziente ha dovuto tenere la posizione del capo fissa in una determinata postura.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi viene fatta innanzitutto partendo dai sintomi del paziente (capogiro, sensazione che ciò che lo circonda si muova o inizi a girare, sensazione di avere la testa più leggera del solito, incertezza nei movimenti, perdita dell’equilibrio, visione offuscata, nausea, vomito), cui si associano alcune manovre specifiche compiute dal medico, a volte integrate da esame audiometrico o da altri esami strumentali utili ad escludere altre patologie.
La manovre clinica che il medico esegue è la “Dix Hallpike”: il paziente si siede sul lettino e poi viene fatto sdraiare rapidamente con l’orecchio del lato che causa la vertigine rivolto verso il basso; dopo qualche secondo il paziente inizierà ad avere un senso di vertigine e gli occhi avranno un movimento torsionale. Ripetendo la manovra, il sintomo si attenuerà.
Come si cura?
Nella stessa seduta diagnostica si procede al trattamento eseguendo la “Manovra di Epley”: partendo dalla manovra di Dix Hallpike si mantiene il paziente nella posizione vertiginosa fino a quando il sintomo si esaurisce, si procede quindi a ruotare la testa sull’altro lato mantenendo la posizione per alcuni minuti, in seguito si fa tornare il paziente alla posizione seduta.
La manovra appena descritta è quella che si esegue per il canale semicircolare posteriore, esistono poi manovre per gli altri canali, ma capita di rado di doverle applicare.
E basta questa semplice manovra per risolvere il problema?
Alcuni sintomi possono persistere per qualche settimana e alcuni specialisti fanno addirittura indossare ai pazienti un collare cervicale per alcuni giorni o fanno dormire col capo appoggiato su più cuscini avendo l’avvertenza di non giacere sul lato “malato”.
Io non consiglio nulla di tutto questo, anzi, suggerisco al paziente di condurre una vita normale e di tornare in ambulatorio dopo tre settimane. Nella seconda visita talvolta ripeto la manovra o, in caso di qualche dubbio diagnostico, richiedo una risonanza magnetica dell’encefalo con mezzo di contrasto.
Il trattamento farmacologico è sconsigliato dalle più recenti linee guida (American Accademy of Otolaryngology), ma, in casi selezionati, è lecito prescrivere qualche farmaco, di quelli usati contro il “mal d’auto”, per intenderci.
Quindi possiamo tranquillizzare tutti coloro che soffrono di vertigini?
Direi di sì. È raro che le vertigini siano sintomo di un problema grave. Tuttavia consiglio caldamente di andare subito al Pronto Soccorso se il capogiro e le vertigini sono accompagnati da altri sintomi: mal di testa forte o diverso dal solito, febbre superiore ai 38 °C, visione doppia o perdita della vista, perdita dell’udito, problemi ad articolare le parole, debolezza degli arti, perdita di conoscenza, cadute o difficoltà a camminare, formicolio o intorpidimento, dolore al torace, o battito cardiaco accelerato o rallentato.
Questi sintomi, infatti, possono essere il segnale di una malattia grave a livello neurologico (ad es ictus) o cardiovascolare (ad es infarto).