Relazione tra disfunzione midollo osseo e fragilità dell’anziano
La popolazione mondiale sta invecchiando. Entro il 2031 gli ultra sessantacinquenni saranno circa 140 milioni. Saranno purtroppo molti gli anziani con patologie più o meno invalidanti. Però anche tra gli anziani “sani” alcune persone vanno incontro ad un veloce declino della forma fisica, perdono l’indipendenza, si ammalano facilmente e sono incapaci di far fronte ai cambiamenti della vita ed allo stress.
Non è un caso, ma si tratta di una vera e propria sindrome geriatrica nota come “fragilità dell’anziano” e caratterizzata da decadimento muscolo-scheletrico e cognitivo. Pur essendo una condizione potenzialmente reversibile, purtroppo non se ne conoscono ancora bene le cause.
La Fondazione Cariplo ha finanziato al gruppo di ricerca del prof. Paolo Madeddu e della dottoressa Gaia Spinetti della Fondazione MultiMedica Onlus uno studio che propone di dimostrare che una delle principali cause della fragilità degli anziani risiede nella disfunzione del midollo osseo. Il midollo infatti è la fonte delle cellule progenitrici che presiedono al riparo ed al mantenimento della omeostasi di tutti gli organi e tessuti. Inoltre è noto che l’esercizio fisico ed interventi nutrizionali mirati hanno un effetto salutare sulle cellule progenitrici midollari. L’obiettivo ambizioso del progetto è quindi dimostrare l’associazione tra malfunzionamento del midollo osseo e fragilità e proporre la possibilità di intervenire attraverso interventi di riabilitazione motoria/nutrizionale revertendo il circolo vizioso che porta all’inattività, alla mancata forma fisica ed alla disabilità.
Questo progetto della durata di due anni vede la collaborazione del dottor Gian Paolo Fadini dell’ Università di Padova e del dottor Marco Giorgio della Fondazione Istituto Europeo Oncologia-Centro Cardiologico Monzino.