Come e quando misurare la pressione arteriosa?
A cura del Dott. Michele Lombardo, Direttore dell’Unità di Cardiologia dell’Ospedale San Giuseppe Gruppo MultiMedica.
La pressione arteriosa è la forza con il cui il sangue viene spinto dal cuore alle arterie. Più è alta la pressione, maggiore è la “fatica” che il cuore deve compiere.
I valori utilizzati per misurare la pressione sono:
- Pressione arteriosa sistolica (PAS): conosciuta come “massima”, corrisponde al momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie;
- Pressione arteriosa diastolica (PAD): conosciuta come “minima” è la pressione nelle arterie quando il cuore si rilassa.
Quali sono i valori corretti della pressione arteriosa?
La pressione è considerata ottimale quando i valori della pressione arteriosa sistolica (massima) sono compresi tra 100 e i 120 mmHg e quelli della pressione arteriosa diastolica (minima) tra i 75-80 mmHg.
Tuttavia, bisogna considerare 3 diverse situazioni, legate al cosiddetto “effetto da camice bianco”, ovvero la tendenza ad avere la pressione superiore alla soglia di normalità quando viene misurata in ambulatorio:
- Dal Medico o in Farmacia: 140/90 mmHg
- Pressione domiciliare, auto-misurata o da parte di un familiare: 130/80 mmHg
- MAP o pressione ambulatoriale/24 ore con misurazioni automatiche ogni 15-20 minuti: 130/80 mmHg, con un fisiologico calo pressorio notturno rispetto ai valori diurni.
I valori soglia per la diagnosi di ipertensione sono 140 mmHg per la massima e 90 mmHg per la minima. Più elevata è la pressione arteriosa e maggiore è il rischio di eventi cardiovascolari. Negli adulti con età superiore a 50 anni il rischio è soprattutto correlato alla pressione sistolica.
Come si misura la pressione?
Per misurare la pressione si utilizza lo sfigmomanometro, uno strumento composto da un bracciale, che si posiziona poco sopra la piega del gomito del paziente, connesso ad una pompetta che, una volta premuta, permette il gonfiaggio del bracciale.
Lo sfigmomanometro può essere manuale o elettronico, a seconda del modello si distinguono le diverse modalità di misurazione:
- Metodo auscultatorio: prevede l’utilizzo di sfigmomanometri anaeroidi. Il medico o l’infermiere applica il manicotto di gomma al braccio, tra l’ascella e la piega del gomito, e si posiziona il fonendoscopio, che trasmetterà all’orecchio i rumori generati dal passaggio di sangue nell’arteria. Inizia la misurazione gonfiando il bracciale fino al punto in cui la pulsazione dell’arteria scompare ed il fonendoscopio non trasmette più alcun rumore.
Agendo sulla valvola presente sulla pompetta, si fa uscire molto lentamente l’aria dal bracciale. Quando la pressione nel bracciale sarà uguale a quella arteriosa, un po’ di sangue riuscirà a passare nell’arteria producendo un rumore: il primo rumore udito chiaramente corrisponderà alla pressione sistolica (massima). Riducendo ulteriormente la pressione nel bracciale i rumori diventeranno inizialmente più intensi, quindi fino alla completa scomparsa: è questa la pressione diastolica (minima). - Automisurazione: oggi sono disponibili apparecchi per la rilevazione semiautomatica della pressione con metodo oscillometrico. Dei numerosi modelli in commercio, la maggior parte utilizza un bracciale simile a quello dei manometri anaeroidi e offre misurazioni affidabili. Esistono anche dispositivi che effettuano la rilevazione della pressione al polso o al dito della mano, ma sono meno attendibili e sconsigliati per un impiego continuativo.
Qual è il momento migliore e quante volte misurarla?
In genere l’orario migliore è al mattino, per valutare l’effetto della terapia in corso, prima della nuova assunzione di farmaci.
La frequenza di misurazione, invece, dipende dal caso. A scopo diagnostico la pressione deve essere misurata più volte nell’arco di alcuni mesi, prima di decidere se iniziare un trattamento con i farmaci.
Dopo l’inizio della terapia, la pressione deve essere misurata una volta alla settimana per verificarne l’efficacia ed eventualmente suggerire una modifica del regime terapeutico.
In caso di malessere, può essere misurata al bisogno, mentre è sconsigliabile un’automisurazione troppo insistita nell’arco della giornata o della settimana.
Nei soggetti normotesi deve essere controllata annualmente; nell’iperteso deve essere misurata periodicamente per consentire al Medico di impostare le terapie più opportune, poi una volta al mese.
Qualunque metodo di misurazione è utile, purché effettuato con rigore e senza apprensione o eccessiva compulsività.
Come misurare la pressione in caso di aritmie?
La presenza di irregolarità del battito cardiaco per extrasistolia o fibrillazione atriale rende la misurazione più difficoltosa: in tali casi occorre sgonfiare il bracciale molto lentamente, in modo da ascoltare bene sia il primo battito che la sua completa scomparsa.
6 raccomandazioni:
Durante tutta la misurazione:
- Cercate di essere rilassati, seduti comodamente, in ambiente tranquillo, con temperatura confortevole da alcuni minuti.
- Non bevete bevande contenenti caffeina nell’ora precedente, non dovete aver fumato da almeno un quarto d’ora.
- Poggiate il braccio su un piano rigido. Non importa quale braccio venga usato per la misurazione, ma bisogna ricordare che esistono a volte differenze sensibili nei valori misurati nelle due braccia. In tali casi, si dovrà utilizzare per la misura il braccio con la pressione più elevata.
- Fatevi misurare la pressione sia da seduti che in piedi, per escludere cali di pressione durante la stazione eretta (ipotensione ortostatica), specie nel paziente anziano.
- Le dimensioni del bracciale devono essere adattate alla dimensione del braccio. Nel caso di bambini o di adulti molto magri, è necessario utilizzare dimensioni minori di quelle standard, mentre nel caso di persone molto robuste o di pazienti obesi, il manicotto dovrebbe avere una lunghezza superiore.
- Assicuratevi che vengano effettuate almeno due misurazioni successive (la più affidabile è la seconda).