Medicina Nucleare e Imaging Molecolare: applicazioni cliniche e nuovi radiofarmaci
La Medicina Nucleare è una branca della medicina caratterizzata dalla possibilità di somministrare un tracciante radioattivo a scopo diagnostico e terapeutico. La disponibilità di apparecchiature ibride, che permettano lo studio contemporaneo della morfologia e del metabolismo di un organo o di un apparato, ha permesso di raggiungere livelli complessi di conoscenza in diversi settori della biologia molecolare.
Tra le metodiche di imaging molecolare la PET/TC (acronimo di Tomografia ad Emissione di Positroni con associata la Tomografia Computerizzata) rappresenta la tecnologia di punta, il settore più avanzato dell’imaging biomedico. Mediante l’utilizzo di radiofarmaci specifici, a titolo di esempio citiamo il fluoro-desossi-D-glucosio (FDG), il banale zucchero che viene utilizzato abitualmente da tutti noi a cui viene “attaccato” un atomo radioattivo, la PET è in grado di visualizzare e seguire nel tempo specifiche vie metaboliche caratteristiche di un tessuto o di una malattia. Si tratta, da un punto di vista pratico, di una metodica semplice, non presuppone una preparazione particolare da parte del paziente, se non il digiuno di circa 6-8 ore ed un valore di glicemia basale che non superi i 180 mg/dl. La PET non ha effetti collaterali e non presenta pericoli di sorta per il paziente; le dosi di radioattività che vengono somministrate rispettano le misure legislative in atto in termini dosimetrici.
Negli ultimi anni, si è assistito ad un grande sviluppo di nuovi farmaci, in grado di selezionare in modo sempre più accurato il bersaglio molecolare dei trattamenti, consentendo di prevedere e misurare la risposta della malattia. Tali informazioni appaiono cruciali, ad esempio, nella valutazione di efficacia di nuovi farmaci biologici ad alto costo utilizzati spesso per i tumori che non dispongono di trattamenti attivi. L’individuazione di pazienti che possono beneficiare di una risposta terapeutica, e soprattutto in che punto ben preciso del trattamento, rappresenta attualmente un passo importante della ricerca.
In campo oncologico, oltre a variabili fondamentali relative allo stato funzionale e metabolico della cellula, alla sua proliferazione, allo stato di ossigenazione dei tessuti e alla loro perfusione, possono essere esaminati anche i livelli di espressione di particolari strutture, quali i recettori cellulari. Non dobbiamo dimenticare comunque come queste metodiche possano contribuire alla diagnosi, alla stadiazione, alla pianificazione della terapia, alla valutazione della risposta al trattamento ed al follow-up dei pazienti affetti da patologie diverse, tra cui quelle neurologiche, psichiatriche, cardiovascolari, endocrine o di natura infiammatoria e degenerativa.
È importante ribadire il concetto che in oncologia è fondamentale la selezione dei pazienti ed avere la possibilità di “costruire” una terapia personalizzata, facendo un paragone irriverente, proprio come un sarto modella un vestito.
I nuovi radiofarmaci disponibili, aventi maggiori livelli di specificità ed accuratezza, rappresentano un punto di passaggio, un ponte, tra la diagnosi e la terapia. Altri settori di applicazione dell’imaging molecolare sono rappresentati dall’utilizzo, nell’attività clinica, di radiofarmaci in grado di visualizzare la densità delle placche neuritiche di amiloide che possono selezionare, con maggior appropriatezza, pazienti con decadimento cognitivo valutati per la malattia di Alzheimer; infatti l’imaging della beta-amiloide consente di differenziare la malattia di Alzheimer da altri tipi di demenza e permette quindi un indirizzo terapeutico differente.
La Medicina Nucleare si trova dunque a disporre di importanti opportunità dal punto di vista diagnostico con la possibilità di prevedere l’andamento della malattia e quindi la possibilità di ritagliare una terapia personalizzata. Questo permette di allargare il ruolo della disciplina nella pratica clinica e soprattutto di prevedere una sempre più attiva ed attenta collaborazione con gli Specialisti.
Dr. Massimo Gasparini, Direttore UO Medicina Nucleare, IRCCS MultiMedica.