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Blog – Gruppo MultiMedica

Dalla musica alla chirurgia, in cerca della bellezza

La ricerca e la fascinazione per la bellezza attraggono il Dott. Paolo Nulli, Aiuto Corresponsabile dell’U.O. di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica del Gruppo MultiMedica, fin dalla tenera età. Alcune note di fila, un suono: è armonia ciò che scaturisce da uno strumento musicale. Una melodia coinvolgente che nasce dalla perfetta sintesi tra rigore e sentimento artistico e in un istante si trasforma in una passione capace di evolvere in talento.

“Quella per la musica è una passione da ascoltatore – ci racconta Paolo – “da bambino ero estremamente affascinato dal tipo di suono che il pianoforte produceva, perché era diverso da qualsiasi altro suono che esisteva intorno a me. Così, verso i 6-7 anni, chiesi ai miei genitori di poter frequentare un corso di pianoforte. Continuai a studiare fino all’adolescenza, quando in me si accese un’altra grande passione, quella per la chirurgia. Da quel momento, poiché il tempo a disposizione per lo studio di entrambe le discipline non era sufficiente, il pianoforte divenne una passione accessoria, ma durevole. Nella musica la prosecuzione dello studio è una fase che non finisce mai e che va mantenuta costante. Grazie ai fondamentali acquisiti in gioventù e avendo ben salde le principali basi del pianoforte, è stato più facile sviluppare un metodo che mi permettesse di fare economia del tempo e focalizzarmi solo su ciò che era davvero necessario per l’esecuzione. Grazie a questa impostazione, oggi continuo a suonare e mi esibisco in concerti 3-4 volte l’anno”.

Il Dott. Nulli lavora da quasi vent’anni come chirurgo nell’U.O. di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica del Gruppo MultiMedica e nel tempo libero è un eccellente musicista specializzato quasi esclusivamente nel repertorio classico (dal barocco fino alla musica contemporanea), con una predilezione per il repertorio romantico e tardo romantico tedesco. Nel corso degli anni, questa passione gli ha dato la possibilità di esibirsi in contesti diversi. Ci spiega, infatti, che il mondo della musica amatoriale è vastissimo sia a livello di performance sia di eventi che vengono organizzati e che ciò gli ha dato l’opportunità di conoscere e di stringere amicizia con molti musicisti, anche di grande spessore, alcuni dei quali sono diventati suoi maestri. Seppur immerso in un ambiente così vibrante, il Dott. Nulli decide di “mettere da parte” la carriera musicale e di intraprendere gli studi in Medicina: “Ciò che mi affascinava della medicina, era l’idea che, al contrario degli altri esseri viventi, grazie allo studio e alla ricerca, l’essere umano potesse divenire realmente in grado di comprendere le malattie. Tra tutte le specialità, la chirurgia plastica rappresentava per me l’esemplare unione tra conoscenza, rigore scientifico e senso artistico.

Diventare un chirurgo plastico significava andare oltre la fortuna e il privilegio di esercitare un mestiere gratificante. Non è un caso che moltissimi chirurghi siano anche dei musicisti. In entrambe le discipline l’applicazione manuale è capace di generare una sensazione di piacere perché persegue l’obiettivo di raggiungere una forma di bellezza, che si tratti di bellezza artistica o della bellezza legata alla guarigione e al benessere del paziente. Tutto questo passa certamente attraverso l’apprendimento di tecniche e schemi, ma soprattutto attraverso una forma di evoluzione personale che spinge a minimizzare i gesti inutili, le fatiche e a fare economia di movimento; cercando, nel caso della chirurgia, di essere delicati, meno invasivi e traumatici possibile. La ricerca di una perfetta fluidità del movimento, la si ritrova nella condizione, molto rara, di portare avanti un’esecuzione musicale con rilassatezza, rifuggendo la tensione, un fattore che contrasta qualsiasi tipo di naturalezza. Chiaramente esiste sempre una componente inconscia di controllo di sé, la quale, però si supera con il momento artistico, capace di trascinare il musicista in un’altra dimensione”.

La paura di sbagliare è un ostacolo comune al musicista quanto al chirurgo. Poiché capace di trasformarsi in fremito o in paralisi se non correttamente gestita, è fondamentale per entrambe le figure saper controllare i gesti, avere una visione d’insieme e la consapevolezza che sebbene la fallibilità umana esista è anche possibile controllarla e gestirla.

Dott. Nulli, come si impara a gestire la paura?
“I grandissimi musicisti ci insegnano che non bisogna avere paura di sbagliare perché sbagliare è nella natura dell’essere umano, sbagliando si impara e si cresce. Ovviamente, in chirurgia ciò vale relativamente: per evitare l’errore, la paura deve essere elaborata e trasformata in prudenza riflessiva, che è sotto tutti gli aspetti una virtù. Se ciò non avviene il timore dell’errore rischia di rimanere una condizione psicologica paralizzante. Per riuscirci conta molto l’esperienza, che fortunatamente non si fa da soli. In Medicina, e in realtà anche in tutte le attività umane esercitate ad alto livello, c’è un lungo periodo di affiancamento, durante il quale si osserva, ci si tramanda le informazioni e si verifica. Anche nel corso di un concerto può capitare di sbagliare, ma se l’esecuzione è centrata e coinvolgente l’errore non si sente, basti pensare che l’assoluta precisione esecutiva non è la componente primaria a cui si punta in una performance artistica. A sua volta, la precisione richiede un apprendimento che si perfeziona con la crescita neuromuscolare e psicofisica di una persona. Ci sono dei brani nel mio repertorio odierno, che 30-40 anni fa non pensavo di riuscire nemmeno a leggere. Così come per la chirurgia, anche nella musica, l’acquisizione della gestualità non è una cosa che si fa da soli, bisogna essere guidati e ascoltati. È il maestro che adatta l’aspetto manuale-tecnico alla singola persona”.

Conclude il Dott. Nulli “nel corso della mia esperienza da pianista, la cosa più bella ed emozionante che ho avuto la fortuna di fare è stata suonare con l’orchestra sinfonica. Ho provato un’emozione indescrivibile a suonare contemporaneamente con parecchie decine di musicisti che non conoscevo. Si sale su un palco e una scintilla fa in modo, in maniera quasi telepatica, di creare un feeling che ti fa avere le stesse intuizioni. Tutti producono un suono diverso eppure ciascuno è l’espressione della personalità del singolo”.

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