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Blog – Gruppo MultiMedica

Ipertensione in gravidanza: cause, rischi e terapie

L’ipertensione arteriosa (IPA) rappresenta, ancora oggi, una delle principali cause di complicanze pericolose, talvolta mortali, a carico del cuore (infarto) e del cervello (ictus). Quando si manifesta in gravidanza, può avere gravi ripercussioni sia per la mamma sia per il bambino. Tra le complicanze più temute figurano l’eclampsia e la HELLP Sindrome, che richiedono una gestione clinica tempestiva e altamente specializzata.

Perché l’ipertensione è frequente in gravidanza?

Le cause dell’ipertensione gestazionale sono molteplici. Tra le più comuni:

  • Fattori ereditari: le donne con genitori ipertesi hanno un rischio maggiore di sviluppare IPA durante la gravidanza;
  • Età materna avanzata: con l’aumento dell’età, le arterie tendono a irrigidirsi, aumentando la resistenza periferica e, quindi, la pressione arteriosa;
  • Stile di vita e abitudini pregravidiche: fumo, sovrappeso o obesità, uso prolungato di contraccettivi orali possono favorire la comparsa della patologia;
  • Procreazione medicalmente assistita (PMA): i trattamenti ormonali necessari possono contribuire allo sviluppo di ipertensione arteriosa;
  • Malattie croniche preesistenti: diabete, nefropatie, cardiopatie, malattie autoimmuni) a causa della stessa malattia o delle sue cure spesso presentano comparsa di ipertensione arteriosa;
  • Condizioni lavorative stressanti o posture scorrette (lavoro prolungato in piedi o sedute) che peggiorano la circolazione.

Come si comporta la pressione arteriosa in gravidanza?

L’andamento della pressione arteriosa in gravidanza è fisiologicamente variabile:

  • Primo trimestre: la pressione tende a diminuire;
  • Secondo trimestre: si normalizza;
  • Terzo trimestre: la PA tende ad aumentare.

È importante ricordare che un singolo rilievo di pressione alta in gravidanza non basta per una diagnosi. Serve un monitoraggio più accurato, spesso attaverso l’Holter pressorio e valutazione del ritmo sonno-veglia.

I diversi tipi di ipertensione in gravidanza

Ipertensione cronica preesistente

Presente già prima della gravidanza, può peggiorare durante il secondo e terzo trimestre. È associata a un aumentato rischio di danni a cuore, reni e vasi sanguigni, con possibili ripercussioni sulla crescita fetale intrauterina. Richiede un’attenta gestione e l’eventuale modifica della terapia antipertensiva con farmaci compatibili con la gravidanza.

Ipertensione gestazionale

Si sviluppa dopo la 20ª settimana di gestazione in donne precedentemente normotese. È spesso legata a fattori esterni come stress lavorativo o ritenzione idrica da posture statiche. È considerata la forma più benigna e può essere gestita con modifiche dello stile di vita e blandi farmaci.

Eclampsia e HELLP Syndrome

Sono le complicanze più gravi:

  • Eclampsia: caratterizzata da pressione molto alta, proteinuria (perdita di proteine nelle urine), edemi e rischio di crisi convulsive, danni cerebrali o cardiaci.
  • l’HELLP Syndrome: quadro clinico ancora più severo, con danni al fegato e calo drastico delle piastrine, che può mettere a rischio la vita della mamma e del bambino.

In questi casi può essere necessario interrompere la gravidanza anche prematuramente per salvaguardare la salute della donna.

Come si cura l’ipertensione in gravidanza?

Il trattamento dell’ipertensione in gravidanza è complesso, perché molti farmaci comunemente usati non sono sicuri per il feto. I più usati sono l’alfa-metil-dopa, la nifedipina e il labetalolo cloridrato nei casi più gravi.
La terapia varia a seconda del tipo di ipertensione e del livello di rischio. Nei casi meno gravi può bastare:

  • la modifica dello stile di vita (dieta iposodica, riduzione dello stress, attività fisica moderata)
  • l’allontanamento temporaneo del lavoro;
  • il monitoraggio frequente della crescita fetale attraverso ecografie flussimetriche.

Verranno poi intensificati i controlli eco flussimetrici sul feto onde intercettare e gestire eventuali casi di ipo sviluppo. In ogni caso si cercherà di procrastinare la nascita in funzione della maturità del feto e del grado di controllo dell’ipertensione materna.

Il ruolo dello specialista

Il patologo della gravidanza ha il compito delicato di bilanciare il trattamento più adatto per la madre con la tutela della crescita e dello sviluppo fetale. In alcuni casi estremi, può trovarsi di fronte alla difficile decisione di interrompere anticipatamente la gravidanza per salvare la vita della paziente o del neonato.

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