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Blog – Gruppo MultiMedica

L’Intelligenza Artificiale al servizio dello screening colorettale

L’intelligenza artificiale (A.I.) ha ormai definitivamente preso piede in vari campi della medicina consentendo di potenziare ed affinare le metodiche diagnostiche già normalmente in uso nei nostri ospedali.

È questo il caso della colonscopia, una metodica sicuramente ben conosciuta da tutti come la principale arma di cui disponiamo per la diagnosi e la prevenzione del tumore colorettale e che da alcuni anni si avvale dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per incrementare sensibilmente la capacità diagnostica delle lesioni precancerose. Il tumore colorettale ancora oggi costituisce la seconda causa di morte per cancro in Italia, dati questi che ovviamente sono gravati da tutte le lesioni non diagnosticate per tempo e che non sempre, al momento della diagnosi, trovano nell’intervento chirurgico e/o nella chemioterapia una soluzione curativa. Questo è il motivo per cui la presa di coscienza da parte della popolazione generale nei confronti della prevenzione deve essere sempre maggiore, d’altra parte lo sforzo della tecnologia è quello di ottimizzare lo screening per ridurre l’incidenza del tumore avanzato. In epoca pre intelligenza artificiale la tecnologia aveva già fatto passi da gigante mettendo nelle nostre mani strumenti sempre più performanti, con visione ultra HD, dotati di zoom e colorazioni digitali che permettono di stratificare il rischio evolutivo delle lesioni precancerose così da impostare il trattamento endoscopico più adeguato ed evitare tutti i rischi connessi con un intervento chirurgico maggiore. A questo ricchissimo armamentario si è aggiunta da alcuni anni l’intelligenza artificiale che permette, con l’applicazione di algoritmi, di incrementare sensibilmente la capacità diagnostica di lesioni che, per caratteristiche morfologiche o per piccole dimensioni, potrebbero sfuggire, e di mantenere costantemente alta l’attenzione anche dopo parecchie ore di lavoro, quando potrebbe essere fisiologico un calo d’attenzione dell’operatore. L’intervento dell’intelligenza artificiale durante un esame endoscopico si manifesta al clinico tramite un riquadro colorato (associato, a discrezione del medico, ad un richiamo acustico) che circoscrive a video le lesioni sospette in senso neoplastico, richiamando l’attenzione del medico stesso che poi dovrà effettuare le proprie valutazioni per confermare la segnalazione dell’A.I. Gli algoritmi tendono a sovrastimare le immagini compatibili con polipi, talvolta può quindi succedere che un temporaneo atteggiamento di una plica mucosa possa mimare una formazione polipoide, in altri casi i residui corpuscolati fecali o alimentari possono essere segnalati, così come le bolle d’aria; in altri casi viene segnalato un polipo che poi, all’attenta valutazione da parte del medico della trama superficiale, il cosiddetto pit pattern, risulta essere di natura iperplastica e quindi senza rischio evolutivo. Nel corso degli anni la tecnologia si è comunque affinata eliminando molti “falsi positivi”, il software è stato sempre più “istruito” a riconoscere le lesioni vere da quelle presunte cosicché l’intervento dell’A.I. in corso d’esame è davvero ridotto all’essenziale senza comportare inutili interferenze.

Ma cosa comporta l’applicazione dell’A.I. ad una colonscopia? Aumenta il fastidio per il paziente? Si velocizza l’acquisizione di esperienza da parte del medico?

L’intelligenza artificiale non modifica nulla nella normale conduzione dell’esame endoscopico, restano quindi fondamentali sia la preparazione intestinale (il cosiddetto beverone che il paziente è chiamato ad assumere nelle ore precedenti), sia la sedoanalgesia per ridurre al minimo i fastidi connessi con le manovre dell’esame. Chiaramente l’esperienza del medico resta fondamentale ed indipendente dall’intelligenza artificiale, per cui resta appannaggio dell’uomo la valutazione definitiva delle caratteristiche della lesione precancerosa e la pianificazione della strategia terapeutica più opportuna per l’asportazione, demandando i pazienti a centri di riferimento per l’asportazione delle lesioni complesse. In poche parole l’intelligenza artificiale riduce il rischio umano di non vedere lesioni sospette ma non fornisce, al momento, nessuna valutazione diagnostica né suggerisce strategie terapeutiche.

Cosa comporta e, soprattutto, cosa comporterà in futuro nella storia della malattia l’utilizzo sempre più ampio di questa tecnologia nei nostri ospedali?

L’intelligenza artificiale consente di incrementare del 13%  la cosiddetta adenoma detection rate (ADR) del medico, ovvero il parametro che descrive la capacità di ciascun medico di individuare gli adenomi (i cosiddetti polipi) in corso d’esame. Questa condizione è fondamentale per rendere sempre più efficace la prevenzione e ridurre il numero di tumori avanzati che necessitano di un approccio demolitivo chirurgico. In prospettiva futura questo si tradurrà, come emerge da recenti studi internazionali, in una riduzione dell’incidenza dei tumori del colon di oltre l’otto percento con un risparmio per il sistema sanitario nazionale di circa 57 dollari pro capite come conseguenza dell’ottimizzazione dei programmi di screening.

Il Gruppo MultiMedica si inserisce pienamente in questo scenario fornendo al paziente strumenti all’avanguardia dotati di intelligenza artificiale, che consentendo di essere seguiti in tutto il percorso dalla diagnosi precoce all’eventuale terapia endoscopica delle lesioni precancerose anche complesse. Questo ha permesso alla sede di Milano, l’Ospedale San Giuseppe, di essere recentemente accreditata da Regione Lombardia come centro di screening del carcinoma colorettale, come già successo in passato per le sedi di Castellanza e Sesto San Giovanni, sottolineando ulteriormente l’impegno del Gruppo MultiMedica nella prevenzione oncologica.

 

Mario Bianchetti, Direttore U.O. Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva Gruppo MultiMedica

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