L’ottimismo allunga la vita
La vita media si allunga, ma ciò non significa essere “più sani”. È senza dubbio un desiderio comune quello di vivere il più a lungo possibile, ma vogliamo anche che gli anni di vita in più siano trascorsi in buona salute. Esiste, dunque, una strategia che possa garantirci una lunga vita sana?
Se lo sono chiesti anche i ricercatori dell’University College di Londra che, prendendo in esame 9.365 adulti con una età media di sessantatré anni, hanno constatato che un atteggiamento positivo allunga molto l’aspettativa di vita. Secondo questo studio, denominato Longitudinal Study of Aging e recentemente pubblicato sul British Medical Journal, una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo, l’ottimismo sembrerebbe essere la chiave di volta. Le persone che, volontariamente, hanno partecipato a questa ricerca, dal 2002 al 2006, a intervalli regolari di due anni, si sono sottoposte per tre volte a un test con domande tipo:
- “Mi piacciono le cose che faccio?”,
- “Mi piace stare in compagnia di altri?”,
- “Se guardo indietro alla mia vita provo un senso di felicità?”,
- “Mi sento pieno di energia in questi giorni?”.
La tendenza a una mancanza di risposte positive a queste affermazione è stata riportata da 2.264 partecipanti, pari al 24%. Durante il periodo di follow-up, durato fino al 2013, si è registrato un tasso di mortalità progressivamente più alto proprio tra gli individui che avevano riportato un minor numero di occasioni di gioia. Questo, secondo gli autori, significa che chi affronta la vita in maniera positiva beneficia di maggior longevità rispetto a chi si abbatte o si pone in modo negativo davanti alle difficoltà.
A conclusioni analoghe sono arrivati anche i ricercatori della Harvard TH Chan School of Public Health, che dal 2004 al 2012 hanno analizzato dati relativi ad oltre 70.000 infermiere arruolate nel famoso progetto Nurses Health Study. Incrociando i loro test psicologici con le cartelle cliniche che riportavano le condizioni di salute nell’arco di otto anni, è emerso che le donne più ottimiste avevano un rischio di morte ridotto del 30%: in particolare, avevano un minor rischio di morire per cancro (-16%), problemi cardiovascolari (-38%), ictus (-39%), malattie respiratorie (-38%) e infezioni (-52%). Non possiamo stabilire con certezza l’esistenza di un rapporto causa-effetto tra ottimismo e longevità, ma i ricercatori sono convinti che il pensiero positivo possa condizionare la nostra salute attraverso due meccanismi principali: da un lato ci spinge ad adottare stili di vita più sani, dall’altro potrebbe agire sul nostro organismo come un farmaco abbassando i livelli di infiammazione che favoriscono l’insorgenza di molte patologie.
Gli autori di entrambi gli studi ammettono di avere dimostrato una relazione tra il benessere mentale e quello fisico, ma non pretendono di aver scoperto che il primo sia la causa del secondo. In altri termini non sappiamo se l’ottimismo faccia bene alla salute o se la buona salute renda ottimisti. In ogni caso, non ci sono dubbi: per vivere bene a lungo, dobbiamo imparare a goderci la vita.