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Blog – Gruppo MultiMedica

Pressione alta e montagna: consigli per gestire l’ipertensione

Molte persone che soffrono d’ipertensione si chiedono se sia sicuro recarsi in montagna, soprattutto nel periodo che coincide con l’avvicinarsi delle vacanze estive. In effetti, l’altitudine può influenzare la pressione arteriosa e, per questo motivo, è importante conoscere i rischi e adottare le giuste precauzioni.

Ecco alcuni consigli per affrontare la montagna in sicurezza anche in presenza di ipertensione.

Effetti dell’altitudine sulla pressione arteriosa

Al di sopra dei 2500 metri di quota ha inizio una serie di importanti modifiche a carico dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio, volte a garantire il mantenimento di un’adeguata ossigenazione dei tessuti. La riduzione della pressione barometrica determina un significativo abbassamento dei valori della pressione parziale di ossigeno nel sangue, cui l’organismo risponde con vari meccanismi adattativi responsabili peraltro anche di effetti sfavorevoli come l’innalzamento della pressione arteriosa. Un incremento significativo e persistente della pressione arteriosa avviene già poche ore dopo l’ascesa ad alte quote ed è più evidente nel periodo notturno e nei soggetti più anziani.

Quali soglie di altitudine sono rilevanti?

Sebbene l’incremento della pressione arteriosa sia proporzionale all’altitudine raggiunta, anche per quote barometriche più contenute, in genere al di sopra dei 1000 metri, è possibile osservare una tendenza al rialzo della pressione. Se ciò può essere privo di rilevanza per soggetti sani e normotesi, nei pazienti ipertesi è stata dimostrata una maggiore suscettibilità agli effetti dell’altitudine ed è sempre bene considerare l’eventualità di un sensibile innalzamento dei valori pressori al fine di evitare rischi per la salute.

Ipertensione e montagna: precauzioni e consigli utili

Queste considerazioni preliminari non precludono la possibilità di salire anche a quote elevate ai soggetti affetti da ipertensione arteriosa, ma rendono necessari alcuni semplici provvedimenti che ci sentiamo di raccomandare a tutte le persone ipertese.

1. Verificare il controllo pressorio prima della vacanza

Un primo accorgimento fondamentale per un soggetto iperteso che desideri effettuare una vacanza in montagna è assicurarsi che il suo controllo pressorio sia adeguato. Nelle settimane precedenti l’ascesa è quindi consigliabile intensificare i monitoraggi pressori domiciliari.

Le misurazioni dovranno essere effettuate:

  • con apparecchio semiautomatico validato,
  • preferenzialmente al mattino prima di assumere la terapia e la sera prima di cena,
  • rimanendo seduti in ambiente confortevole per circa 5 minuti e quindi procedendo ad almeno due misurazioni, a distanza di 1-2 minuti l’una dall’altra.

Consigliamo di tenere un diario dei valori pressori rilevati e sottoporlo all’attenzione del proprio medico curante, che potrà in tal modo valutare l’efficacia della terapia antipertensiva in corso e, qualora necessario, provvedere a una adeguata modifica. Poiché gli effetti di una eventuale variazione della terapia impiegheranno circa due settimane per manifestarsi in modo completo, è evidente che la vacanza dovrà essere programmata con opportuno anticipo.

Se la pressione arteriosa non fosse ancora efficacemente controllata dal trattamento farmacologico e ancor di più in presenza di una ipertensione severa, sarà meglio che il paziente rimandi la vacanza in montagna.

2. Definire un piano terapeutico d’emergenza

Un secondo aspetto importante è che, in previsione dell’ascesa, anche il paziente iperteso ben controllato si confronti con il proprio medico al fine di definire un piano di emergenza, qualora una volta in quota osservi una tendenza all’innalzamento della pressione.

In altre parole, è meglio che si parta già con una indicazione scritta in merito alla possibile modifica terapeutica (incremento del dosaggio di farmaci già assunti, associazione di altri farmaci) e almeno una confezione dell’eventuale farmaco aggiuntivo consigliato dal curante.

3. Portare il misuratore di pressione in viaggio

Come terzo suggerimento, è senza dubbio utile che il paziente porti con sé il proprio misuratore della pressione e provveda a monitorare regolarmente la pressione arteriosa quando si troverà in quota. Solo in questo modo sarà possibile applicare la modifica terapeutica già concordata con il medico qualora si osservasse un incremento pressorio persistente.

Sintomi da non sottovalutare: quando scendere subito di quota

È piuttosto scontato raccomandare che il soggetto iperteso scenda rapidamente a quote più basse, in presenza di sintomi quali:

  • cefalea,
  • offuscamento visivo,
  • senso di stordimento,
  • nausea,
  • palpitazioni.

Tali disturbi potrebbero rappresentare il campanello di allarme di un importante e repentino rialzo pressorio o rappresentare le manifestazioni iniziali di forme gravi di “mal di montagna”.

Ipertensione e altitudine possono convivere

Rispettando questi semplici accorgimenti anche il soggetto iperteso potrà godersi la sua vacanza in montagna senza correre rischi e in pieno benessere.

Articolo a cura della Dott.ssa Chiara Lonati
Unità Operativa di Medicina Generale
Centro Ipertensione Arteriosa
Ospedale San Giuseppe

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