Radioterapia: 100 anni e non li dimostra!
La Radioterapia è certamente, con la chirurgia, la più antica arma per la cure delle neoplasie. Le prime esperienze nell’utilizzo delle radiazioni a fini terapeutici risalgono infatti agli ultimi anni del XIX secolo, dopo che nel 1895 un fisico tedesco, Wilhelm Röntgen, aveva scoperto la natura dei “raggi X“.
Non per questo, però, la Radioterapia deve essere considerata una cura obsoleta! Nei decenni, grazie alle maggiori conoscenze della biologia delle neoplasie e ai progressi della tecnologia, le applicazioni di questa branca della oncologia si sono ampliati al punto che oggi la maggioranza dei pazienti oncologici riceve nel corso del proprio percorso di cura un trattamento radiante.
L’efficacia del trattamento si spiega con la capacità delle radiazioni impiegate nell’indurre alterazioni del DNA delle cellule tumorali che le conducono alla morte o alla progressiva eliminazione da parte del sistema immunitario. Ciò comporta la riduzione o la scomparsa della lesione tumorale e dei sintomi ad essa associati. Per questo motivo la Radioterapia è impiegata con scopo curativo, spesso in alternativa alla chirurgia, quando la malattia è iniziale; in casi più avanzati, è invece integrata alle altre terapie. Può precedere o seguire la chirurgia, per ridurre il rischio di recidiva della malattia, o essere associata alle terapie farmacologiche (in primis la chemioterapia) allo scopo di potenziarsi reciprocamente.
Un aspetto peculiare della Radioterapia è la sua connotazione tecnologica; le apparecchiature oggi utilizzate consentono di focalizzare le radiazioni in modo non invasivo su bersagli estremamente limitati, spesso in sedi difficilmente accessibili, con un elevato risparmio dei tessuti sani; conseguentemente, il rischio di effetti collaterali è decisamente ridotto e la possibilità di eseguire trattamenti con elevata probabilità di guarigione risulta un obiettivo concretamente raggiungibile. La precisioni ottenibile è di pochi millimetri, grazie anche alla integrazione con le moderne apparecchiature diagnostiche, come la Tomografia Computerizzata (TC), la PET o la Risonanza Magnetica, che vengono impiegate nella definizione del bersaglio e nelle fasi di controllo dei trattamenti.
Per eseguire un ciclo di radioterapia è indispensabile il contributo di numerose figure professionali.
- Il medico Radioterapista Oncologo (o Radio-Oncologo come è definito all’estero) cui è deputata l’indicazione clinica, la definizione di dosi e volumi di trattamento e la gestione clinica della terapia è probabilmente la figura centrale;
- ad esso si associano con specifiche responsabilità il Fisico Sanitario, cui è co-delegata la pianificazione dei trattamenti e le procedure di Controllo di Qualità delle apparecchiature (che sono macchinari di elevata complessità),
- il Tecnico Sanitario di Radioterapia, responsabile della esecuzione dei trattamenti e dell’utilizzo delle apparecchiature e il Personale infermieristico, su cui cade l’importantissimo compito di assistere il paziente, fisicamente e spesso psicologicamente.
A queste figure tradizionali, sono associate altre professionalità in un’ottica di ampia multidisciplinarietà e collaborazione in un percorso di cura durante cui tutti giocano un ruolo importantissimo intorno alla figura, centrale, del paziente.
Anche se probabilmente la Radioterapia è poco conosciuta e spesso esistono ancora dei luoghi comuni difficili da eradicare, questa specialità costituisce un enorme potenziale nel trattamento di una malattia diventata, grazie alla conoscenza scientifica, alla prevenzione, alla diagnosi precoce e alla prevenzione e alla evoluzione tecnologica, sempre più curabile.
Dr. Giampiero Catalano, Direttore Servizio Radioterapia, Gruppo MultiMedica