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Blog – Gruppo MultiMedica

Sale: quando troppo fa male. I benefici di una dieta iposodica

Il sale, un nemico silenzioso per la salute

Il sodio è un elettrolita fondamentale per l’organismo: regola l’equilibrio dei liquidi, contribuisce alla trasmissione degli impulsi nervosi e alla contrazione muscolare. Tuttavia, un’assunzione eccessiva di sodio – principalmente sotto forma di sale da cucina (cloruro di sodio) – rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di ipertensione arteriosa e di numerose malattie croniche.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non superare i 5 grammi di sale al giorno (corrispondenti a circa 2 grammi di sodio), ma in molti Paesi, compresa l’Italia, il consumo medio quotidiano è ben più elevato, spesso superiore agli 8-10 grammi. Questa discrepanza ha un impatto importante sulla salute pubblica. Studi clinici e osservazionali hanno dimostrato che un eccesso di sodio è associato a un aumento del rischio di ictus, infarto, insufficienza cardiaca, danno renale cronico, osteoporosi e, in alcuni casi, a un peggioramento del controllo glicemico nei pazienti con diabete. Il sodio in eccesso favorisce la ritenzione di liquidi, attiva meccanismi ormonali come il sistema renina-angiotensina-aldosterone, altera la funzione endoteliale e promuove infiammazione sistemica e danno d’organo nel lungo termine, anche nei soggetti apparentemente sani.

Alla luce di queste evidenze, la dieta iposodica si configura non solo come un intervento terapeutico utile nei soggetti con patologie cardiovascolari o renali, ma anche come una misura preventiva per tutta la popolazione.

Dove si nasconde il sodio?

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il sale aggiunto a tavola non è la principale fonte di sodio nella nostra alimentazione. La maggior parte del sodio introdotto quotidianamente proviene da alimenti trasformati e confezionati: pane e prodotti da forno, salumi, formaggi stagionati, snack salati, piatti pronti, conserve e condimenti industriali.

Anche cibi che non hanno un sapore particolarmente salato possono contenere quantità significative di sodio, come ad esempio alcuni cereali da colazione, biscotti, sughi pronti o acque minerali ricche di sodio.

Chi dovrebbe seguire una dieta iposodica?

La dieta a basso contenuto di sodio è particolarmente indicata in diverse condizioni cliniche:

  • Ipertensione arteriosa: ridurre il sodio aiuta a diminuire i valori pressori e potenzia l’efficacia dei farmaci antipertensivi.
  • Insufficienza cardiaca: limita la ritenzione idrica, riducendo il rischio di edema e affaticamento cardiaco.
  • Malattie renali: protegge la funzione renale rallentando la progressione del danno.
  • Cirrosi epatica con ascite: il controllo del sodio è fondamentale per gestire la ritenzione di liquidi.
  • Prevenzione cardiovascolare primaria: anche nei soggetti sani, una dieta povera di sale riduce il rischio di sviluppare malattie croniche.

Il modello alimentare DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), combinato a una riduzione del sodio, ha mostrato in numerosi studi una significativa riduzione della pressione arteriosa, anche in assenza di farmaci.

 Benefici della dieta iposodica

Seguire un’alimentazione povera di sodio comporta numerosi vantaggi:

  • Riduzione dei valori pressori già dopo poche settimane
  • Minore rischio di eventi cardiovascolari (infarto, ictus)
  • Protezione della salute renale
  • Miglior controllo del volume extracellulare (utile anche nei soggetti con edema o ritenzione idrica)
  • Possibile miglioramento della risposta ai farmaci antipertensivi

Inoltre, nei soggetti con diabete, la riduzione del sodio può contribuire a migliorare la rigidità arteriosa e la funzione endoteliale, fattori chiave nella prevenzione delle complicanze vascolari.

Le principali fonti nascoste di sodio nella dieta moderna

È un errore comune pensare che il sale aggiunto durante la cottura o a tavola sia la fonte principale di sodio nella dieta. In realtà, oltre il 70% del sodio che consumiamo quotidianamente proviene da alimenti trasformati, come:

  • Salumi, insaccati e affettati
  • Formaggi stagionati e erborinati (come il parmigiano e il gorgonzola)
  • Pane industriale, grissini e snack confezionati
  • Salse pronte e cibi in scatola (compresi i legumi conservati)
  • Piatti pronti e fast food

Anche alcuni alimenti apparentemente “sani” possono contenere più sodio di quanto si pensi. Per esempio, tra gli ortaggi, il sedano contiene più sodio rispetto a carote o mele, pur restando adatto in quantità moderate in una dieta bilanciata.

Tra i legumi, le lenticchie rappresentano un’ottima scelta per una dieta iposodica e anti-ipertensiva: ricche di potassio, fibre e proteine vegetali, aiutano a mantenere la pressione sotto controllo, a differenza dei legumi in scatola, spesso ricchi di sale aggiunto.

Alimenti da preferire e da limitare

Ecco alcune scelte quotidiane che possono fare la differenza:

Preferire:

  • Frutta fresca (es. banane, mele)
  • Verdure a foglia verde (es. spinaci)
  • Pane integrale a basso contenuto di sale
  • Legumi secchi o cotti senza sale
  • Formaggi freschi (es. ricotta)

Limitare:

  • Olive e verdure in salamoia
  • Snack salati, prodotti da forno confezionati
  • Pane bianco confezionato, grissini
  • Legumi in scatola salati
  • Formaggi stagionati (es. parmigiano, gorgonzola)

Anche alcune sostanze inaspettate possono influenzare la pressione arteriosa. La liquirizia, ad esempio, contiene glicirrizina, una sostanza che può aumentare la pressione se consumata in grandi quantità o per periodi prolungati.

I nutrienti che aiutano a contrastare il sodio

Il potassio è un importante antagonista del sodio. Favorisce l’eliminazione renale del sodio e contribuisce al rilassamento dei vasi sanguigni. Alimenti ricchi di potassio come le banane, le lenticchie e gli spinaci sono utili per contrastare la pressione alta.

Tra i grassi, l’olio extravergine d’oliva è un vero alleato cardiovascolare: contiene grassi monoinsaturi e polifenoli antiossidanti, a differenza di burro e panna, ricchi di grassi saturi che andrebbero limitati.

Inoltre, l’acqua rimane la bevanda ideale: mantiene una buona idratazione e favorisce la regolazione della pressione arteriosa. Al contrario, le bevande energetiche (ricche di zuccheri e caffeina) e il succo di pompelmo (che può interferire con i farmaci antipertensivi) sono da consumare con prudenza.

 Consigli pratici per una dieta iposodica

  • Riduci il sale in cucina e a tavola: utilizza spezie (curcuma, paprika, pepe), erbe aromatiche (rosmarino, origano, basilico), succo di limone e aceto per insaporire senza salare.
  • Leggi le etichette nutrizionali: scegli prodotti con contenuto di sale inferiore a 0,3 g per 100 g (considerati “a basso contenuto di sale”).
  • Prediligi cibi freschi e non trasformati: frutta, verdura, legumi secchi, carne e pesce freschi, cereali integrali.
  • Evita o limita: formaggi stagionati, salumi, snack confezionati, prodotti da rosticceria.
  • Scola e risciacqua legumi e verdure in scatola: per ridurre il contenuto di sodio del liquido di conservazione.
  • Attenzione ai “sostituti del sale”: alcuni prodotti contengono potassio, da evitare in soggetti con insufficienza renale o in trattamento con determinati farmaci (es. ACE-inibitori).
  • Cucinare in casa: evita salse e insaporitori industriali.
  • Preferire pane integrale senza sale aggiunto, disponibile in molti forni e panifici.
  • Bere acqua regolarmente e limitare bevande zuccherate e stimolanti.

Ridurre il consumo di sodio è una strategia semplice, economica e accessibile per migliorare la salute della popolazione. Le evidenze scientifiche dimostrano che anche piccole riduzioni dell’apporto giornaliero possono abbassare significativamente la pressione arteriosa e ridurre il rischio di eventi cardiovascolari maggiori. In particolare, una diminuzione di 2 grammi di sale al giorno può tradursi in una riduzione del rischio di ictus del 10-15%.

L’impatto di una dieta iposodica si estende anche oltre la sfera cardiovascolare: essa protegge i reni, le ossa e, probabilmente, anche il cervello. È quindi essenziale aumentare la consapevolezza del ruolo del sale nella nostra alimentazione e promuovere scelte alimentari più sane, sia a livello individuale che collettivo.

La dieta iposodica rappresenta una strategia semplice, efficace e alla portata di tutti per proteggere il cuore, i reni e l’intero organismo da molteplici complicanze croniche. Non si tratta solo di “mangiare insipido”, ma di imparare a usare altri strumenti per valorizzare il gusto dei cibi. Un’alimentazione consapevole e bilanciata, povera di sodio, è un vero investimento per la salute a lungo termine.

A cura del Dott. Stefano Massarini, Biologo Nutrizionista, Ospedale San Giuseppe – Gruppo MultiMedica

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